venerdì 11 febbraio 2011

Si fa ma non si dice

Nei primi anni del '900 tra le cantanti più in voga c'era Milly che, si mormorava, avesse un'affettuosa amicizia con un membro della casa reale, la sua canzone più nota aveva il ritornello "si fa ma non si dice". Era lo specchio dei tempi, un'italietta puritana in quanto ancora legata alla Chiesa ma tendente all'emancipazione sociale e femminile propria dell'Europa matura. Da allora è sempre stato così, le coppie anomale generavano turbativa (si pensi alla vicenda del ciclista Fausto Coppi con la dama bianca) e il mondo degli affari e della pubblica amministrazione erano torri d'avorio precluse ai non addetti. La televisione ha dato una svolta presentando la realtà sociale purgata dall'ipocrisia e dal riserbo burocratico contribuendo a modificare il costume.
Nonostante ciò alcuni settori della politica e dello Stato ancora difendono la segretezza del loro operato pubblico e, anzi, negano l'esistenza dei fatti sostenendo di non esserne a conoscenza o di non aver avuto sufficienti informazioni in proposito. E' una prassi internazionale quella di ricorrere al segreto di stato, di negare l'evidenza o di far tacere i reporter.
Il quotidiano di Venezia, il Gazzettino del giorno otto di febbraio, ha pubblicato le dichiarazioni del giornalista afgano Yaqub Ibrahimi scappato dal paese temendo per la sua vita in seguito a quanto scritto: la guerra dirotta i soldi degli aiuti a pochi ras e non per la ripresa del paese, alimentando tensione e terrorismo. Orbene le stesse cose erano state pubblicate un anno fa dall'agenzia Informatore Economico Sociale, diretta dal demodoxalogo Francesco Bergamo, che intervistò due rifugiati politici afgani. Un caso di politica internazionale ove non si dice quello che realmente accade.
Il giorno 11 gennaio codesto sito dette notizia di quei pastori sardi, sbarcati a Civitavecchia per recarsi a Roma a protestare ma che furono malamente fatti risalire sulla nave. In Sardegna esiste il più grande poligono militare d'Europa con un impressionante numero di decessi e malformazioni di uomini e animali per una vastissima area intorno alla zona militare. Le autorità militari hanno sempre smentito l'esistenza di esperimenti e bombe all'uranio impoverito anche in evidenza di decessi. Il 9 febbraio Striscia la notizia ha documentato l'esistenza di esercitazioni con bombe chimiche. Nelle gerarchie militari ancora vige il detto "si fa ma non si dice".