Nei giorni scorsi l'associazione degli industriali della chimica (Federchimica) ed i sindacati dei lavoratori Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno siglato un nuovo contratto di lavoro che prevede la possibilità per i lavoratori anziani di diminuire gradualmente le ore di lavoro per cederle a giovani neo-assunti a part time. Il meccanismo sancisce che i giovani svolgano, accanto al lavoratore che riduce le ore di lavoro, un pari numero di ore sotto la guida dell'anziano lavoratore come forma di fattivo apprendistato. Mentre, con il tempo, l'anziano diminuirà le sue ore lavorative cresceranno, di pari passo, le ore di lavoro dell'apprendista sino a subentrare al posto del lavoratore uscente.
Orbene è il progetto di Federico Augusto Perini-Bembo illustrato nei due volumi Terza età e pensionamento flessibile (edizioni Trelingue, Pozza-Lugano) presentato negli anni '80 dello scorso secolo a palazzo Barberini a Roma, allora sede del circolo ufficiali delle Forze Armate. Progetto cui abbiamo fatto riferimento più volte nei nostri scritti (ultimo il 14 marzo scorso "Pensionamento spontaneo") e che prevede, appunto un pensionamento flessibile - nel quadro della sicurezza sociale e della medicina legale (oggetto della laurea in medicina legale conseguita dall'illustre docente in età matura, in aggiunta alle altre sei o sette) - per creare occupazione giovanile. Progetto allora rifiutato dai sindacati ma oggetto delle problematiche discusse a Vienna nel 1982 dall'assemblea indetta dall'Onu sui "problemi dell'invecchiamento progressivo delle popolazioni e della terza età, considerati nel contesto di una pianificazione globale di massima, economico-sociale, valida per l'umanità intera", come si legge nell'introduzione al primo volume datata Berlin, 25 marzo - 9 maggio 1982.
Dopo trent'anni la documentata proposta di Perini-Bembo ha trovato la sua applicazione: una dimostrazione di come sia lenta la classe dirigente, e anche accademica (con speciale riguardo alla demodoxalogia), nel recepire l'innovazione.