I rinnovamenti profondi nella società avvengono soltanto dopo eventi eclatatanti come una serie di rivolte contadine (che contraddistinsero tutta l'Europa alla fine del XIX secolo e l'inizio del XX), una guerra persa (Italia, Germania, Giappone, Iraq, ecc), sollevazioni popolari (paesi arabi e sudamericani), dissesto economico (Urss, Grecia) e così via.
In Italia non siamo ancora alla svolta in quanto quella del dopoguerra ha creato una classe dirigente pubblica ed imprenditoriale di personaggi di estrazione democristiana, filoamericana e provenienti dall'università cattolica Pro Deo (di padre Felix A. Morlion) che hanno cooptato e lasciato il potere alle generazioni da loro selezionate.
Dal lato opposto il partito comunista, in associazione con i sindacati, è penetrato nel mondo delle cooperative agricole e manufatturiere non riuscendo ad incidere sul resto della società.
Tra le due forze (destra e sinistra) si sono barcamenate le varie massonerie combattendosi tra loro ma estendendo il potere nei ministeri, nelle banche e nel complesso della giustizia.
Tutti i soggetti fin qui citati sono conservatori in quanto la loro sopravvivenza è legata al quieto vivere delle cose così come sono, ove ogni innovazione, anche la più lieve, toglie potere e possibilità di distribuzione delle risorse alle confraternite di appartenenza. E' questo il motivo per il quale da decenni tutti predicano riforme che sistematicamente, con varie scuse, non si attuano.
Il popolo crede che le riforme possono attuarsi attraverso il parlamento ma così non è, il parlamento è una istituzione e pertanto è conservatore per natura: ha il compito di trovare il giusto equilibrio di interessi tra le opposte fazioni. Gli stessi parlamentari più noti al pubblico, poiché citati dai giornali o dalle tv, non sono altro che strumenti al servizio di chi li ha scelti e fatti eleggere. Le multinazionali, le banche, le grandi imprese e persino qualche stato estero hanno bisogno di governi amici, opposizioni di facciata e mosche cocchiere per continuare a fare i loro interessi. E' questo il motivo per il quale in campagna elettorale occorre chiedersi da dove vengono tutti quei denari che servono a finanziare la campagna elettorale del candidato.
Quante volte abbiamo visto in tv noti politici andare per "incontri" in Usa o a Londra nella city finanziaria? I giornali - che fanno informazione ma contemporaneamente anche formazione dell'opinione pubblica - hanno un editore (famiglia Agnelli, Confindustria, gruppo di industriali associati, imprenditori vari, diocesi, ecc.) che trae profitti in altri campi, per quali motivi si sobbarca un ramo d'attività che non dà reddito? Per influenzare il pubblico e appoggiare i suoi uomini in parlamento. Uno speciale ufficio degli Usa tiene d'occhio i giovani emergenti e li invita per uno scambio d'opinioni in base al quale decide se appoggiarli.
Così come un nominato non può ribellarsi a chi lo ha messo in lista, un parlamentare non può andare contro gli interessi economici di chi lo ha appoggiato. Tant'è che nella nuova legge elettorale "italicum" i partiti si sono garantiti, in ogni circoscrizione, dai tre ai sei nominati per rispondere alle logiche dei veri finanziatori occulti della politica (sempre quelli).