giovedì 12 maggio 2011

Terremoto a Roma

Molti lavoratori sono rimasti a casa e qualche negoziante non ha aperto l'esercizio commerciale, questo è stato l'effetto dell'annuncio di un probabile terremoto a Roma per l'11 maggio. La popolazione ne aveva discusso per settimane avvalorando l'ipotesi che: 1) anzitutto ne avevano parlato i mass media (non ha importanza se per confermare o smentire), 2) lo aveva previsto lo scienziato  Raffaele Bendandi correlando l'attrazione lunare con l'allineamento di alcuni pianeti nella zona i Roma (anche se non ci sono state conferme dagli studiosi del carteggio), 3) lo aveva profetizzato anche Nostradamus.
Se è per questo anche san Malachia ha previsto la distruzione di Roma, senza indicare il giorno e l'anno, mentre per Nostradamus è molto facile interpretare a posteriori le terzine mentre nessuno è mai riuscito a prevedere cosa, quando e dove si sarebbero avverate le centurie ed i presagi dell'enciclopedico (insegnò greco, latino, ebraico, matematica, astronomia e astrologia) presunto mago del 1500. Si dice che alcune specie animali sentirebbero l'avvicinarsi di catastrofi, come i terremoti, ma non c'è nessuna attestazione scientifica e la diceria rientra tra quei detti popolari, specie contadini perchè più legati ai cicli della natura, che spesso si sono rivelati rozzamente veritieri. Osservando la dilatazione dei terrazzi o dei ponti, così come la spaccatura del terreno quando è riarso dal caldo, vent'anni orsono ipotizzammo che i terremoti potrebbero essere la conseguenza di un brusco cambiamento di temperatura (dal gran caldo al gran freddo o viceversa) là dove la crosta terrestre non è compatta; è dimostrato che in una località della Russia il gelo della superficie giunge chilometri e chilometri sotto il terreno in quanto la Terra assorbe la temperatura esterna (oltre ad essere partecipe alle fasi lunari in vari eventi umani, vegetali e marini), pertanto due masse rocciose sotto l'influenza di uno sbalzo di assorbimento di temperatura (1) potrebbero dilatarsi o scontrarsi, così come avviene, per esempio, tra una mattonella e l'altra del balcone. Un movimento che si ripercuoterebbe in superficie con gli effetti dei terremoti, con una magnitudo in proporzione alla profondità e vastità di quanto avvenuto nel sottosuolo.
Terremoti a parte ai demodoxaloghi interessa vedere come si diffonde l'opinione cosiddetta pubblica sino a divenire verità e quindi storia: Bendandi prevedeva i terremoti, Leonardo da Vinci nella cena dei 12 apostoli ha criptato una compagna accanto a Gesù (secondo la credenza medioevale della Maddalena e del sacro Grall), sull'uccisione di Benito Mussolini ci sono state più versioni così come oggi avviene con  Osama Bin Laden o come milioni di persone non hanno creduto alla morte di Elvis Presley o di altri famosi personaggi dello spettacolo: suggestione collettiva stimolata da irrazionali credenze ancorate su un oggetto (persona o idea) salvifico che, per paura o semplicità, non si intende verificare. Così come per gli ordini religiosi, le forze armate e le varie conventicole: "obbedienza cieca e assoluta", senza se, ma o verifiche.

1) il Tg2 di ieri delle ore 13 ha mostrato una specie di barometro, sino a qualche anno orsono in una chiesa di Gorizia, che prevedeva dalla pioggia alla neve ed i terremoti in base al passaggio da liquido a ghiaccio di quanto contenuto.

mercoledì 11 maggio 2011

Ancora su Obama

Il demodoxalogo Valter Bay ci ha segnalato le riflessioni di Tierry Meyssen apparse il 5 scorso su Voltaire.org, diffuse in Italia dalla fonte Aurora il giorno successivo con la traduzione di  Alessandro Lattanzio. In via eccezionale pubblichiamo il documento italiano nella versione integrale omettendo solo le note e l'aggiustamento:
"L’annuncio ufficiale della morte di Osama bin Laden dà origine a ogni tipo di controversia. Concentra l’attenzione sui dettagli del racconto, per nascondere meglio le decisioni strategiche di Washington. Per Thierry Meyssan, l’annuncio si era reso necessario dopo che gli uomini di bin Laden erano stati incorporati nelle operazioni NATO in Libia e in quelle della CIA in Siria. Solo la scomparsa del loro ex leader virtuale, consente di restituirgli l’etichetta di “combattenti per la libertà” di cui godevano nell’epoca sovietica.
Per annunciare la morte ufficiale di Osama bin Laden, “Time Magazine” riprende il concetto della sua copertina annunciante la morte di Adolf Hitler: la faccia sbarrata in rosso (numero del 7 maggio 1945). Lo stesso concetto è stato utilizzato per la morte di Saddam Hussein (edizione del 21 aprile 2003) e quella di Abu Musab al-Zarkaoui (edizione del 19 giugno 2006). Nella narrazione del mito, Barack Obama ha annunciato la morte del nemico pubblico il 1° maggio, come anche il suo predecessore aveva annunciato quella di Adolf Hitler il 1° maggio. Il presidente Barack Obama ha solennemente annunciato la morte di Osama bin Laden, il 1° maggio 2011. Prima di analizzare il significato simbolico di questo annuncio, dobbiamo tornare alla realtà.
Preambolo
Nel 2001, Osama bin Laden era gravemente malato ai reni e sotto dialisi. Doveva curarsi in ospedale almeno ogni due giorni. Nell’estate del 2001 fu accolto nell’ospedale americano di Dubai (UAE). All’inizio di settembre 2001 fu trasferito in un ospedale militare a Rawalpindi (Pakistan). Pochi giorni dopo gli attacchi, aveva rilasciato un’intervista in un luogo segreto, a un giornalista di Al-Jazeera. Nel dicembre 2001, la sua famiglia aveva annunciato la sua morte e i suoi amici avevano assistito al suo funerale [1].
Tuttavia, l’US Department of Defense ritenne che tale notizia fosse un inganno per consentirgli di sfuggire alla giustizia degli Stati Uniti. Eppure, dal 2001 al 2011, nessun testimone credibile ha incontrato Osama bin Laden [2].
Durante questo periodo, videocassette e audiocassette attribuite ad Osama bin Laden vennero rilasciate, sia dal Dipartimento della Difesa, sia dai media (in particolare Al-Jazeera), sia dai servizi segreti privati (IntelCenter, SITE Intelligence Group). La maggior parte di queste registrazioni sono state autenticate dalla CIA come una metodologia non specificata [3]. Tuttavia tutte queste registrazioni furono invalidate dalla comunità di esperti d’intelligenza artificiale, tra cui il Dalle Molle Institute, che è il riferimento mondiale in materia di assistenza forense [4].
In altre parole, Osama bin Laden è davvero morto nel dicembre 2001. Ciò di cui si parla oggi, è un mito.
L’annuncio della morte di Osama bin Laden
L’annuncio di Barack Obama non ha fornito dettagli sull’operazione. “Oggi, sotto la mia guida, gli Stati Uniti hanno lanciato una operazione mirata contro il complesso di Abbottabad, Pakistan. Un piccolo gruppo di americani ha condotto questa operazione con coraggio e abilità straordinari. Nessun americano è rimasto ferito. Sono stati attenti ad evitare che non vi fossero vittime civili. Dopo uno scontro a fuoco, hanno ucciso Osama bin Laden e recuperato il suo corpo” [5]. Il messaggio del presidente è triplice:
In primo luogo, “In notti come questa, possiamo dire alle famiglie che hanno perso i propri cari a causa del terrorismo di Al-Qaeda: Giustizia è fatta”: vale a dire il caso è chiuso, non ci sarà mai un processo, che avrebbe potuto stabilire la verità sugli attentati attribuiti a Osama bin Laden, compresi quelli dell’11 settembre 2001.
In secondo luogo, gli Stati Uniti potranno compiere simili esecuzioni extra-giudiziarie, non perché sono i più forti, ma perché sono stati scelti da Dio per applicare la sua giustizia:” Ricordiamoci che siamo in grado di realizzare queste cose, non solo per ragioni di ricchezza o potere, ma per quello che siamo: una nazione benedetta da Dio, indivisibile e dedita alla libertà e alla giustizia per tutti” (traduzione ufficiale).
In terzo luogo, tutti i governi del mondo, e in primo luogo quelli degli Stati musulmani, sono chiamati ad applaudire questa esecuzione extra-giudiziaria, che segna il trionfo dell’impero del bene sull’incarnazione del male: “La sua fine dovrebbe essere salutata da tutti coloro che credono nella pace e dignità”.
Le reazioni all’annuncio
Su Fox News, Geraldo Riveira esclamava: “Bin Laden è morto! Confermato! Confermato! Bin Laden è morto (…) Che bella giornata! Che gran giorno per tutti! Questa è la notte più bella della mia carriera! (…) Il bastardo è morto! Il selvaggio che ci ha così tanto ferito. Ed è un vero onore, una benedizione per me essere in questo studio in questo momento”. La folla poi è scesa in strada per festeggiare con grida di “USA! USA!”.
Da parte loro, quasi tutti i capi di Stato e di governo hanno giurato fedeltà al sovrano, come è stato loro richiesto. Nessuno ha espresso riserve in merito a ciò che viene presentato come un’esecuzione extragiudiziale, svolta in un paese straniero, in violazione della sua sovranità.
Parlando alla televisione, David Cameron ha dichiarato: “Mi congratulo con le forze statunitensi che hanno condotto questa azione. Vorrei ringraziare il presidente Obama per averlo ordinato” [6].
Benjamin Netanyahu ha anche detto in televisione: “Questo è un giorno storico per gli Stati Uniti d’America e tutti i paesi coinvolti nella battaglia contro il terrorismo. Mi congratulo con il presidente Obama e il popolo americano. Mi congratulo con i soldati dell’America e i suoi servizi segreti, per un risultato davvero notevole. Ci sono voluti dieci anni nel dare la caccia a Osama bin Laden. Ci sono voluti dieci anni per dare giustizia alle sue vittime. Ma la battaglia contro il terrorismo è lunga, implacabile e risoluta. Questo è un giorno di vittoria – una vittoria per la giustizia, per la libertà e la nostra comune civiltà.” [7]
Nicolas Sarkozy ha emesso un comunicato stampa: “L’annuncio del presidente Obama della morte di Osama bin Laden, a seguito di una notevole operazione di commando americani in Pakistan, è un evento importante nella lotta globale contro il terrorismo. La Francia saluta la tenacia degli Stati Uniti che l’hanno cercato per 10 anni. Il responsabile principale degli attacchi dell’11 settembre 2001, Osama bin Laden è stato il fautore di una ideologia di odio e il leader di un’organizzazione terroristica che ha causato migliaia di vittime in tutto il mondo, anche nei paesi musulmani. Per queste vittime, la giustizia è fatta. Questa mattina, la Francia pensa a loro e alle loro famiglie”.
Berlino ha pubblicato una dichiarazione: “Con l’azione di commando contro Osama bin Laden e la sua esecuzione, l’esercito degli Stati Uniti ha inferto un colpo decisivo ad al-Qaeda, coronata dal successo. La Cancelliera Angela Merkel ha espresso il sua sollievo ad Obama all’annuncio della notizia. La scorsa notte, le forze di pace hanno ottenuto una vittoria.” [8]
Perché smettere di far vivere Osama bin Laden?
La principale questione politica è sapere perché gli Stati Uniti hanno deciso di smettere di far vivere il mitico personaggio che avevano creato, -essendo l’uomo morto da un decennio?
Solo perché i combattenti di bin Laden sono mobilitati da diversi mesi in operazioni in cui non sono più visti come nemici degli Stati Uniti, ma come loro alleati. Non c’era altro modo per giustificare questa inversione che l’eliminazione virtuale del loro comandante.
Senza dubbio, nei prossimi mesi, i canali televisivi internazionali spiegheranno che i jihadisti, che una volta hanno combattuto al fianco della CIA in Afghanistan, Bosnia e Cecenia contro i sovietici e i russi, sono invischiati nel terrorismo internazionale, e che i loro occhi sono stati aperti dalla morte di bin Laden, e possono continuare serenamente la loro lotta accanto all’“America” in Libia, Siria, Yemen e Bahrain.
E non sarà più necessario spiegare i retroscena a persone un po’ primitive come il coraggioso generale Carter Ham. Ricordiamo lo sgomento del comandante in capo dell’US AFRICOM, ai primi giorni dell’operazione “Dawn of the Odyssey”: si era rifiutato di fornire armi ai ribelli libici perché molti di loro erano membri di al-Qaida di ritorno dall’Iraq. La sua autorità venne immediatamente trasferita alla NATO, abituata a gestire operazioni segrete comprendenti i combattenti di bin Laden.
Nella controrivoluzione in corso in Medio Oriente, gli Stati Uniti e Israele giocano ancora la carta di tutti gli altri imperi prima di loro: appoggiarsi al fondamentalismo religioso per sopprimere il nazionalismo. L’unica novità del dispositivo è che vogliono utilizzare sia i combattenti wahhabiti di Bin Laden come braccio armato e i takfiristi reclutati tra i Fratelli Musulmani, come vetrina politica. Questa fusione sarà complessa, soprattutto per poter includere il ramo palestinese dei Fratelli musulmani, Hamas, che per il momento non intende da questo orecchio. Hanno affidato la guida di questo nuovo movimento al “consulente religioso” di Al-Jazeera, lo sceicco Youssef al-Qaradawi, che ogni giorno fa appello in tv per rovesciare Muammar Gheddafi e Bashar el-Assad.
In questa prospettiva, hanno organizzato il ritorno di Al-Qaradawi nella sua patria. Durante le manifestazioni per la vittoria, il 18 febbraio scorso, hanno vietato il podio di agli eroi di Tahrir Square e gli hanno permesso di parlare a loro posto, davanti a una folla di quasi 2 milioni di persone. Il predicatore ha quindi avuto il grande piacere di dirottare la rivoluzione egiziana, per distanziarla dal nazionalismo di Nasser e dall’anti-sionismo di Khomeini. Sotto la sua influenza, gli egiziani hanno rinunciato ad eleggere un’assemblea costituente e invece hanno modificato la legge fondamentale per dichiarare l’Islam religione di Stato.
Riorganizzazione a Washington
Una volta i compagni di bin Laden erano i “combattenti per la libertà”. Fu quando la Heritage Foundation organizzava raccolte di fondi per sostenere la jihad del miliardario anti-comunista, all’epoca del Rambo hollywoodiano che aiutava al-Qaida a sconfiggere l’Armata Rossa.
Oggi, sono di nuovo i “combattenti per la libertà”, quando indicano alla NATO gli obiettivi da bombardare sul suolo libico, o quando sparano indiscriminatamente sulla folla e la polizia, in Siria.
Per coordinare il loro lavoro e quello delle forze USA, dei cambiamenti di fondo si sono già avuti a Riyadh. Il clan Saidairis ha imposto il ritorno del principe Bandar e l’invio delle “Aquile di Nayef” per massacrare i manifestanti in Bahrain e radere al suolo le moschee sciite. Ma i cambiamenti di organigramma più importanti sono in corso a Washington.
Il generale David Petraeus, che comandava il CentCom e utilizzava le reti di Osama bin Laden per assassinare l’opposizione irachena, è stato nominato direttore della CIA. Bisogna concludere che l’amministrazione Obama vuole ridurre il suo impegno militare a favore delle azioni segrete.
Leon Panetta, il direttore uscente della CIA, a sua volta diventa il segretario alla difesa, una posizione riservata agli ex membri della Commissione Baker-Hamilton, di cui faceva in realtà parte, assieme al suo amico Robert Gates. Sarà incaricato di limitare l’impegno militare sul terreno, ad eccezione di quelli delle forze speciali.
L’annuncio ufficiale, con quasi un decennio di ritardo, della morte di Osama Bin Laden, chiude un ciclo e ne apre uno nuovo. Il suo personaggio è stata la punta di diamante delle operazioni segrete contro l’influenza sovietica, e poi russa, prima di diventare il propagandista dello scontro di civiltà, l’11 settembre, e di essere usato per eliminare la resistenza in Iraq. Usurato, non era più riciclabile, mentre i suoi combattenti lo erano. Saranno ora assegnati per fare deviare la “Primavera araba” e per lottare contro l’Asse della Resistenza (Iran, Siria, Hezbollah, Hamas)."

martedì 10 maggio 2011

Quale verità?

Paul Joseph Watson (Prisonplanet.com) ha sostenuto che il cadavere di Osama è rimasto nel ghiaccio per almeno un decennio e che la sua morte è stata annunciata nel momento politico più propizio (per l'amministrazione statunitense). La foto inizialmente diffusa e poi smentita in quanto grossolanamente taroccata risalirebbe a cinque anni indietro e la dichiarazione del cadavere gettato in mare preverrebbe qualsiasi possibile accertamento su quando e come sarebbe morto. Come ogni avvenimento, specie se ricopre interessi economici, geopolitici e militari, ha due o più verità che il normale cittadino non è in grado di discernere ma può solo scegliere quella più attinente alle sue credenze politiche o religiose o economiche, correlate a qualche suo interesse di riverbero o ad una storia personale. Condividendo quanto creduto contribuisce alla formazione della cosiddetta opinione pubblica, in questo caso mondiale, sulla fine di Osama Bin Laden. Un'opinione mondiale che rimarrà nella storia come attestazione di quanto creduto vero e quindi avvenuto per certo.
Come abbiamo più volte sostenuto, maggiore è la capacità di diffusione della notizia e altrettanto sarà la sua accettazione. Gli Usa sono un colosso economico, militare, un colosso per popolazione e territorio; la sua forza dei numeri prevale sugli altri anche nel campo dell'informazione: le più grandi agenzie stampa del mondo (per importanza e diffusione) sono statunitensi, l'informazione mondiale si abbevera alle fonti Usa poichè non c'è nessuna altra rete informativa all'altezza di quelle statunitensi. Inoltre, gli americani da quasi un secolo hanno consolidato una capacità di diffusione di notizie (esaltando, minimizzando o ignorando) che storpiano la realtà presentando i fatti secondo l'ottica più favorevole al governo in carica. Ogni battaglia persa è stata presentata come una vittoria, un intralcio economico come un nemico dell'America, un ribelle come terrorista, e così via.
Le truppe americane che nell'ultima guerra mondiale seguivano gli alleati inglesi, marocchini, francesi, australiani, ecc. (che avevano sfondato il fronte) distribuivano alla popolazione fascicoli illustranti la potenza di fuoco e armamemto degli Usa rappresentandoli come gli unici vincitori della seconda guerra mondiale, convinzione tuttora di molte popolazioni europee, avvalorata dai films sui rambo e simili che tramandano e consolidano l'eroismo degli americani, dai tempi dei pellirossa alla sconfitta di Al Qaede; mentre invece sono come tutti gli altri ma con la fortuna di un gigantesco apparato tecnologico militare (discendente dai numeri accennati all'inizio). Fucili contro le frecce degli apache, bombe atomiche contro i giapponesi, plutonio, fosforo e via dicendo.
Al tempo della guerra a Saddam Hussein ci fu molta controinformazione che denunciava le morti dei civili, la balla della bomba atomica dell'Iraq, ecc. ma prevalse l'informazione ufficiale sul conflitto; oggi tutto questo è messo nel dimenticatoio, anzi c'è la volontà di cancellare il passato.
Anche sull'odierna vicenda di Osama Bin Laden  (vedasi il post di ieri di Valter Bay) ci sono ipotesi diverse. Joseph Watson ha argomentato la sua controinformazione con una lunghissima serie di citazioni di documenti e dichiarazioni ufficiali Usa, in periodo pregresso, così come Thierry Meyssan  (voltairenet.org) e Julian Paul Assange divulgano informazioni che il dipartimento Usa negano come veritiere. Dove è la verità? Forse da nessuna delle due parti ma dalla terza o quarta faccia della moneta (vedasi la demodoxaloga  Antonella Liberati  nell'articolo su opinionepubblica.com). Del resto Toddi  sosteneva che "quel che noi consideriamo movimento è la somma di più statiticità" cioè l'apparenza (dinamica) è la concatenazione della realtà (statica): noi non percepiamo il divenire (motus) ma l'essere (momentum) così come percepiamo la realtà di un fenomeno dal suo frammento (momentus) ma non nell'interezza del percorso in quanto ci è ancora ignoto perchè in movimentus. Quello che distingue i demodoxaloghi dagli altri è analizzare il movimentus, cioè la visione d'insieme della successione dei momenti  (trend) in rapporto al tempo e al luogo dell'evento. 
Nella situazione di incertezza delle informazioni in circolazione ognuno fa la sua parte: comunicando balle, offrendo riflessioni, omettendo informazioni e così via. Giornali, films, tv, internet, passaparola, talk show, ecc. tutti uniti nel frastornarci. Emblematico il recente caso alla Rai: il 5 maggio una circolare interna ha comunicato di non trattare l'argomento acqua sino a dopo le elezioni amministrative del 12-13 giugno. Ignorare un argomento che potrebbe influire sulla decisione di qualche elettore, disinformazione o corretta informazione? Ognuno giudica in base ai momentum che ha accumulato sull'argomento acqua ignorandone il completo panorama (movimentum). Il diverso numero dei momentum (input) percepiti, da persona a persona così come da gruppo a gruppo, contribuisce alla formazione dell'opinione personale e alla cosiddetta opinione pubblica, soggetta a cambiare in proporzione ai momentum (informazioni) successivamente acquisiti nel tempo.

lunedì 9 maggio 2011

Morto che parla (e ride)

Ecco come la demodoxalogia assume valore di massima pertinenza su quel che accade oggi. Vogliamo dire: Ecco come dobbiamo riconoscere fatti e notizie taroccati per difendere la nostra autonomia di “uomini liberi” e l’intelligenza di cittadini che non siano soltanto “accondiscendenti consumatori” di qualunque cosa!
Obama è morto!....questo il messaggio che è stato divulgato da Obama…….Barack Obama è stato ucciso nel corso di un “blitz” preparato da anni….lo ha confermato Barack Obama nel corso del suo discorso alla Nazione…..Il cadavere di Barack Obama è sfigurato, ma in località Bin Laden non si capisce cosa sia avvenuto….forse sarà necessario l’esame del Dna!..... La gente è confusa e spesso impaurita…..E via dicendo. Così proclamavano i telegiornali più quotati delle televisioni italiane attraverso la voce emozionata e compunta dei loro conduttori.
Rivolgiamoci allora alla “demodoxalogia” per capire da dove derivi questa “bufala” e perché!
Il mondo dell’informazione ha molta fretta ed ha necessità di sfornare qualcosa ogni momento, magari sotto la finta apparenza di “notizie” di stampa…..la professione del giornalista è oggi una “missione” umanitaria e planetaria, piuttosto che un normale posto di lavoro per guadagnare il pane (ed il companatico) quotidiano! Il giornalista è una sorta di “profeta” che fa il bene della gente comune perché la informa, consentendogli così di controllare gli asfissianti complotti dei poteri forti….però oggi come oggi (specie in America) anche il giornalismo è un “potere forte” tanto da essere definito il quarto potere dopo Parlamento, Polizia, Magistratura (cioè legislativo, esecutivo, giudiziario), se aggiungiamo anche la forza delle religioni locali (cioè il Clero) allora da quarto Potere si scende al Quinto potere, ma il risultato non cambia: Il giornalismo con tutti i mass-media incorporati ed aggiunti è un “potere forte”. Lo conferma ogni ricerca demodoxalogica che si rispetti!
Come “potere forte” la casta dei giornalisti è tenuta in catene da una ferrea disciplina e da una ferrea gerarchia baronale, sempre pronta a ritorsioni e rappresaglie nei confronti dei propri “eretici” e non solo…..Ma evitiamo di approfondire l’argomento in questa sede! Torniamo piuttosto a Barack Obama e  Osama Bin Laden. L’equivoco è voluto o è casuale? Sicuramente, data la circostanza non è voluto.
Altre (molte) occasioni ci hanno invece dimostrato che gli equivoci “voluti” hanno scopi non sempre nobili, spesso commerciali, ma più spesso ancora “mafiosi” nel senso che servono a lanciare messaggi criptati fra lobbies di potere.
Allora come può essere successo questo incredibile equivoco la cui evidenza era nelle parole stesse dei conduttori del telegiornale che si sintetizza nella frase “Barack Obama comunica che Barack Obama è morto?” Semplice! Lo illustreremo con qualche domanda retorica.
1) I giornalisti dei telegiornali sanno sicuramente leggere (salvo alcuni che noi spesso televediamo sconcertati)…..la loro professione prevede che più che da un titolo di studio essi debbano trar forza dalla loro capacità alfabetica, ma ciò che essi leggono e dicono con voce appropriata nel corso di un telegiornale almeno lo capiscono….oppure recitano bene ed inappuntabilmente “a pappagallo” ciò che altri scrivono e che loro leggono senza neppure vedere ciò che leggono e senza neppure capire il significato reale di ciò che dicono?
2) Quando chi scrive le notizie da leggere si rivolge ai “traduttori” oppure traduce egli stesso (più o meno automaticamente, nel senso che traduce ciò che può quando ci riesce e quando non sa o non ci riesce lascia le parole nella lingua originaria storpiandole) oppure non traduce e fa soltanto un “copia/incolla” ottuso e pedante?
3) Quando inserisce nelle sue notizie taluni “messaggi criptati” per addetti ai lavori che sono incomprensibili dalla gente comune fa il suo mestiere e compie la sua missione informativa di “organo d’informazione” oppure si presta a prendere “mazzette” e scrivere “pizzini”?
Torniamo al dunque e spieghiamo l’arcano.
Nella fretta concitata (capiremo poi perché) del momento, qualche oscuro e sprovveduto dattilografo di qualche sperduto paese nel mondo batte la notizia “Obama” invece di “Osama”…la notizia entra nel circuito delle agenzie specializzate nella fornitura e vendita di notizie e diventa “Barack Obama”….i redattori dei  giornali attingono a questa primaria “fonte della Verità” proveniente da chissà dove e senza alcuna verifica, ma con una supina ed ottusa operazione di copia/incolla fatta dai loro cervelli impigriti e ci ricamano sopra, per aumentare lo spessore e la valutazione monetaria della notizia al fine di ricavare maggior guadagno e maggior prestigio. Arriviamo così all'emblematico svarione del “quarto” potere che è il giornalismo attuale ed internazionale. Senza contare la “farcitura” ed il condimento della notizia con vocaboli di un inglese storpiato e scorretto che fanno tanto “tendenza” e che nessuno poi capisce!!!
Ma approfondiamo ora demodoxalogicamente la notizia reale del “Osama Bin Laden è stato ucciso in un blitz dei Seals; il suo corpo è stato “sepolto” in mare”.  
Dopo decenni di ricerche, inseguimenti e guerre, il tutto viene liquidato allo stesso modo di quella casalinga frettolosa che deve ricevere ospiti e butta la polvere sotto il tappeto, “tanto nessuno se ne accorge”!
E se noi demodoxaloghi ce ne fossimo invece accorti? E se potessimo dimostrarlo secondo la tecnica del teorema geometrico, con la sola analisi dei dati delle “Osint” cioè delle Open Sources Intelligence, cioè della micro informazione pubblica e diffusa?
a) Ammettiamo che la crisi economica mondiale e statunitense non consentano più di sostenere i costi esorbitanti della guerra in Afghanistan………..
b) Ammettiamo per assurdo che la guerra nell’Afghanistan non possa finire senza un vittoria piena e certa, per non fare la fine dei francesi a Diem Bien Phu o degli Usa in Viet Nam o dei Russi proprio in Afghanistan che mandarono in depressione le opinioni pubbliche dei propri popoli……..
c) Ammettiamo che l’opinione pubblica stia perdendo fiducia in Barack Obama (in aspettativa di auspicata rielezione) anche per l’estenuante durata di Iraq ed Afghanistan……..
Allora per tutto ciò premesso, occorrerebbe uno “sganciamento vittorioso” dagli scenari di guerra…ed ecco il “colpaccio” in favore di Barack Obama……Osama Bin Laden (il nemico di sempre) è stato sconfitto ed ucciso a casa mentre si godeva il “riposo del guerriero”! Peccato per questi svarioni di agenzia giornalistica che confondono Obama con Osama (ma in fondo la sostanza non cambia).
E così l’America si accinge a sganciarsi dalle improvvide iniziative imperiali non solo salvando la faccia, ma persino diventando la primaria “giustiziera” del pianeta! Pare di sentire: fiducia in noi e nei nostri prodotti commerciali ed anche nei nostri spettacoli televisivi.
Allora noi con una considerazione conclusiva ci domandiamo: E se fosse tutta una bufala? Magari a fin di bene, ma pur sempre una bufala?
Riflettiamo dalle Osint… Si diceva che Osama Bin Laden fosse morto già da tempo (qualcuno sussurrava che fosse persino vincolato ad una macchina per la dialisi: proprio quella macchina che saltò in un attacco di dieci anni fa e che Bin Laden non fece in tempo a rimpiazzare, così da morire per crisi renale) ma tenuto “mediaticamente e fittiziamente” in vita apparente solo in quanto simbolo e leggenda terroristica, comodo alibi per future nefandezze di chiunque…..si diceva (e si dice tuttora, cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Al-Qaida )che Al Qaeda tradotto in lingua diventa  "il data-base”, cioè “La Lista dei nomi”, cioè “La Rubrica telefonica”….si diceva che questa “lista” fosse la lista di tutti gli agenti disponibili per la Cia nel contrasto ai Russi proprio in Afganistan prima che arrivassero gli americani con i loro valletti di ogni dove .. si diceva che tradotto diventa  faida calabrese tra cosche dei poteri forti. ……si diceva che la “lista” fosse quella di uomini/rambo al servizio degli americani….si diceva che un bel giorno taluni di questa lista (cioè “quelli della lista” cioè quelli dell’Al Qaeda) fossero arrivati alla lite ed allo scontro con le superiori gerarchie per banali questioni di denaro e paghe non pagate…si diceva che questa lista di reietti dalla Cia, diventati semplicemente “quelli di Al Qaeda” e poi più semplicemente ancora Al Qaeda, si fossero messi in proprio per ricattare i gerarchi Usa e farsi dare un bel po’ di soldoni……si diceva che da questa soffusa verità siano state tratte decine di films d’azione ispirati a ricatti a suon di bombe che taluni sconosciuti ma organizzatissimi terroristi internazionali colti, preparati, oculati, calcolatori, impenetrabili ecc. ecc commettevano….si diceva che ci siano svariate correnti nelle “intelligence” Usa (come del resto anche in altri paesi non ultima la Francia… o nell’Italia di oggi o di ieri con la questione dei servizi multipli e deviati…)….si diceva che in realtà il terrorismo internazionale è una sorta di gigantesca internazionale…. Tutto questo si diceva nelle Osint!
Qualora si potessero verificare tali dicerie, forse potremmo scoprire ufficialmente che Bin Laden probabilmente morì di malattia e fu sostituito per opportunità mediatica da una sorta di sosia somigliante ma non identico e che l’opportunità politica Usa avrebbe avuto interesse a sostenere questa sorta di controfigura per farne il simbolo del male contro cui lanciare gli eroici giustizieri del giorno e della notte e gli astuti venditori di prodotti Usa a prezzi maggiorati.
Magari si potrebbe scoprire che per questo scopo fu persino conservato in frigorifero il corpo del nemico numero uno. Per conseguenza si scoprirebbe che si tratta di un grande bluff, nel senso che la crisi economica perdurante e l’ascesa del potere cinese non consentono più agli Usa di giocare con la manipolazione delle notizie mediatiche. Occorre risparmiare! Occorre chiudere le spese più ingenti, prima di tutto quelle militari internazionali. Occorre tornare allo “splendido isolamento” per rappezzare i bilanci sfortunati rispetto alla Cina.
Allora in questo caso noi demodoxaloghi possiamo dire “bravo Barack Obama e suoi collaboratori” che hanno ucciso il sosia di Bin Laden e ne hanno fatto sparire le tracce….oppure che hanno ucciso chissà chi fulmineamente (malgrado l’avaria di un elicottero che impedì il trasporto dei Seals!) ...la festa è finita …lo spettacolo cambia le quinte ed il dietro le quinte… ora si prosegue con una nuova serie di sorprendenti “balle spaziali”!
Noi demodoxaloghi vediamo già, con gli occhi dell’immaginazione, squadre di facchini che stanno smontando e cambiando le scenografie dello spettacolo mondiale chiamato “quarto potere” e stanno già preparando un altro show in perfetto stile Forrest Gump. Dopo la “balla spaziale” della bolla economica, dopo la “balla spaziale” del terrorista Saddam, dopo la balla spaziale” dell’esaurimento dei pozzi di petrolio, dopo la “balla spaziale” della fratellanza con l’Europa ormai consunta e povera, dopo la “balla spaziale” della diffusione della democrazia nel mondo, ora è il turno di un altro spettacolo: l’alba ed il tramonto nei cieli, nei deserti, nei mari della Libia….per un vero ed autentico “Risorgimento Arabo” come dice Napolitano e come abbiamo detto soprattutto noi con larghissimo anticipo quando invece lo definivamo “Risorgimento Nordafricano”…
Eravamo profeti inascoltati, oppure osservatori demodoxaloghi attenti ed acuti, capaci di fare con pochissimi mezzi (in pochi e sparuti) quel che fanno interi stati con stuoli di servizi informativi che hanno a disposizione attrezzature da fantascienza?
Ai posteri l’ardua sentenza! (scritto da Valter Bay)




sabato 7 maggio 2011

Il parto ad una svolta

“Spunti e riflessioni per un'ecologia della nascita che rispetti il bambino e la donna”  è il titolo del seminario tenutosi in Genzano di Roma  il 26 gennaio 2011, a cura dell'Organizzazione di Volontariato “La Goccia Magica” di concerto con il Comune di Genzano di Roma e il patrocinio di SIN (Società Italiana Neonatologi), SIPO (Società Italiana Pediatri Ospedalieri), AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani), il Collegio Provinciale delle Ostetriche di Roma, la Asl RMH e la Regione Lazio.
Hanno guidato il seminario l'Ostetrica Ivana Arena, il Ginecologo Michel Odent, il Pedriatra Neonatologo Gherardo Rapisardi.
L'Ostetrica Arena, autrice del libro “Dopo un cesareo”, Bonomi editore 2007, ha sintetizzato aspetti diversi del ricorso sempre più frequente (attualmente si registra una media del 44% di tagli cesarei nella Regione Lazio) al parto per taglio cesareo. Il tema della sua analisi era “La paura della nascita nell'era del cesareo”, per cui il parto cesareo da intervento chirurgico necessario ed estremo si è andato caratterizzando in scelta condizionata da una cultura del parto aberrata da fattori collaterali, ma spesso estranei. La Arena, parlando dei rischi dell’applicazione di una medicina di tipo “difensivo”, ha riportato all’attenzione dei presenti uno studio secondo il quale il tasso di denunce in campo medico si abbassa tanto più quanto più è saldo il rapporto medico/paziente, un rapporto deontologico basato sulla reciproca stima, fiducia, libera espressione e soprattutto rispetto. Un altro punto toccato dall’ostetrica è stato la spesso carente preparazione sia dei ginecologi che delle ostetriche riguardo al rispetto della fisiologia del percorso nascita. Tale "mea culpa" viene da lei motivato con la carente preparazione universitaria a tale proposito dei primi e con la preparazione prettamente di tipo ospedaliero delle seconde ed è ovvio che di fronte ad una situazione o ad una richiesta "anomala" da parte della donna, l'operatore insicuro in quanto non portatore di esperienza a 360° tende a non assecondarla. Di qui è iniziata la denuncia del ruolo attuale dell'ostetrica, ormai relegata ad ancella del ginecologo, senza la possibilità di usufruire di un ambulatorio pubblico  (a parte i consultori) dove esercitare la professione, senza un ricettario per prescrivere le analisi, senza un ruolo definito in ospedale.
Il Ginecologo Odent, fondatore del “Primal Health Research Centre” di Londra ha presentato l'arguta quanto provocatoria domanda “L'umanità può sopravvivere al movimento per il parto naturale?”spiegando poi come sia auspicabile e possibile, oltre che necessario porre i termini educativi perché la disinformazione sulla fisiologia del parto e le innaturali pratiche ormai diffuse in tutto il mondo cambino, dove “Il parto a una svolta” riporti verso i valori dei parametri fisiologici del mammifero umano. Tale “svolta” potrebbe ristabilire a livello mondiale il criterio che il parto è un evento determinato da una biochimica specifica e complessa, piuttosto che un evento da medicalizzare e ospedalizzare comunque.  Tali pratiche farmacologiche, medicali e chirurgiche non riducono i rischi che vorrebbero evitare, anzi. Madre e bambino, lasciati alle loro attitudini innate, interagiscono proficuamente fin dai giorni prima del travaglio e poi, entro la prima ora di vita, interagiscono spontaneamente e decisamente per stabilire il contatto interattivo non più gestazionale, ma essenziale e completo per la positiva interazione fra la puerpera-nutrice e il nuovo nato, la più idonea interazione fra le loro rispettive dinamiche fisiologiche di quel particolare stato.
Avvalersi della grande opportunità insita nella fisiologia dei due soggetti significa avere persone in stato di salute migliore per tutto il resto della loro vita. Il ricorso non necessario alla medicalizzazione, alla ospedalizzazione non sensibile  al fatto che gestante, puerpera, neonato, nutrice sono semplicemente persone in un particolare stato fisiologico, le rende di fatto soggetti con patologie o simil patologie di ritorno. Come ogni mammifero, tanto la gestante in travaglio e il nascituro, quanto la puerpera e il neonato hanno bisogno di riservatezza, luce moderata, ambiente sereno e luogo che non ne limiti i movimenti o qualsiasi altra loro manifestazione spontanea. “L'umanità può sopravvivere al movimento per il parto naturale?” sintetizza il paradosso per cui, in ogni parte del mondo si è diffusa la malsana abitudine di non riconoscere come primaria la fisiologia del parto e l'interazione fisiologica fra madre e bambino, quasi negandone l'esistenza: si riteneva così fondamentale e necessario “aiutare” la donna a partorire, “aiutare” il bambino a nascere, mentre il nuovo paradigma, come l’ha definito Odent, si riassume in una parola: proteggere. Proteggere i processi fisiologici, proteggere la donna durante il parto, proteggere il neonato dopo la nascita. Tutto questo, ha aggiunto Odent, va ovviamente “digerito”, sia da parte degli operatori che delle donne; non si può considerare un cambiamento immediato, sebbene sia necessario realizzarlo al più presto.
Le pratiche mediche utili in casi estremi o patologici sono diventate abitudine, abitudine che inibisce il fisiologico espletarsi del parto e del reciproco fornirsi del necessario da parte dei due attori interagenti: madre e bambino. Odent ha ricollocato ruoli e funzioni di tutti coloro che possono fornire supporto all'evento nascita, ma in un atteggiamento interiore e mentale di ascolto, di attesa, di rispetto  e scoperta. Da quando, decenni orsono, egli intuì quanto la funzione dell'ostetrica dovesse essere di rasserenante supporto ad un evento di per sé gestibile in autonomia dalle parti interessate e che l'intervento medico poteva configurarsi allo stesso modo, anche quando richiesto da casi eccezionali, come riscoprì la funzione dell'ascolto, della pacatezza rasserenante, della gioia della gestazione e del parto, la situazione mondiale del partorire e allattare ha subito periodiche impennate verso la “patologizzazione” e “industrializzazione” di tutta la gestazione, parto, puerperio e allattamento. Mentre Odent e tutti coloro sensibili a quegli aspetti fisiologici ed ambientali continuavano e continuano a far riscoprire le naturali possibilità della fisiologia di madre e neonato i media tendono a presentare sempre di più l'evento nascita in camici e teli da chirurgo, con madri completamente pilotate in tutte le fasi tra l'inizio della gravidanza e il parto, spesso a mezzo di sostanze chimiche che inibiscono l'azione di quelle fisiologicamente prodotte, i neonati posti immediatamente lontani dalla madre e sotto luci accecanti.
La paura della nascita nell'era del cesareo”, “Il parto a una svolta” ,“L'umanità può sopravvivere al movimento per il parto naturale?”, “Le pratiche assistenziali che facilitano l'adattamento fisiologico del neonato”, insieme all'evento organizzato da una Organizzazione di Volontariato come “La Goccia Magica”, nell'ambito del supporto offerto da una municipalità, nello specifico quella di Genzano di Roma, offrono un paradigma alternativo a quello che dovrebbe essere invocato soltanto in casi eccezionali.

Il Pediatra Neonatologo Gherardo Rapisardi, Direttore del Centro Brazelton di Firenze e dell'U.O. di Pediatria e Neonatologia dell'Ospedale S.M. Annunziata, Bagno a Ripoli (FI) ha illustrato “Le pratiche assistenziali che facilitano l'adattamento fisiologico del neonato”, ribadendo e arricchendo  con esemplificazioni, video e frequenti richiami a pubblicazioni scientifiche sull’argomento quanto illustrato da Arena e Odent,  ponendo l’accento sulle competenze del bambino appena nato e sull’importanza che può avere qualsiasi tipo di intervento esterno sul suo adattamento fisiologico nelle prime ore dopo il parto.   E' stato sorprendente vedere di cosa sono capaci neonato e madre nella prima ora di vita, lasciati liberi di agire.
Nella prima ora di vita dopo la nascita, madre e bambino, lasciati liberi di farlo, agiscono secondo necessità istintuali. Dopo questa prima ora, per entrambi diventa necessario invece “imparare” cosa fare, dal nutrire e nutrirsi all'interagire mimicamente e motoriamente, al rapportarsi e riconoscersi come puerpera e neonato, madre e figlio.
Il seminario era affollato da mamme e lattanti, operatori e persone interessate al tema della nascita e dell'allattamento il più naturali possibile in un mondo globalizzatosi anche nelle cattive abitudini legate alla gestazione, parto, allattamento.
L'Assessore del Comune di Genzano di Roma, Rosalia Spallino, l'Ostetrica Carla Oliva e le numerose componenti l'Organizzazione di Volontariato “La Goccia Magica”, insieme agli esperti relatori hanno proposto una visione strutturata e sperimentata dei benefici che derivano per tutti da una consapevole, attenta e rispettosa gestione della maternità basata sulla conoscenza e il rispetto della fisiologia del parto e della sua quasi totale autonomia nel realizzarsi.
Da molti anni, persone come quelle che hanno organizzato e proposto questo seminario operano e comunicano il loro operato perché la gestazione, il parto, la prima ora di vita del neonato a contatto fisico con la madre  e l'allattamento a richiesta tornino ad essere i protocolli più diffusi sul pianeta.
Oltre ad invitare alla piacevole quanto illuminante lettura dei libri scritti da Michel Odent e ad approfondire quanto accennato da Gherardo Rapisardi, va sottolineata la particolare, egregia qualità degli esperti scelti dalla “Goccia Magica” per guidare il Seminario e la qualità delle Volontarie della “Goccia Magica”: essenzialmente mamme con esperienza diretta di allattamento al seno, divenute in seguito “peer counselor” per il sostegno alle donne che allattano, alle quali mettono a disposizione il tempo libero, l’entusiasmo e  le competenze acquisite con la frequentazione del corso modello OMS-UNICEF (tenutosi in più edizioni negli ultimi anni da ostetriche della Asl RMH nel territorio dei Castelli Romani).
Va anche aggiunto che “La Goccia Magica” riunisce tanto  mamme informate quanto  mamme che desiderano essere correttamente informate, ha fornito e fornisce loro quel supporto cognitivo, amicale, interattivo ed efficace a qualsiasi mamma, a qualsiasi nutrice voglia unirsi al gruppo, condividendo esperienze, nozioni, informazioni. Molti pregiudizi e cattive abitudini vengono così superati dall'autostima derivante da maggiore consapevolezza e informazione scientifica sulle potenzialità e possibilità della fisiologia specifica.
La Goccia Magica” è un ottimo esempio delle possibilità che derivano dal recuperare fra donne madri e madri nutrici consapevolezza di quelle innate, ancestrali attitudini alla maternità insite nella naturale fisiologia della complessa architettura della riproduzione umana.
Non a caso, tra le loro letture specifiche, è annoverato l'agile testo di OdentEcologia della nascita” [red edizioni, 1989], dove ogni fenomeno legato alla nascita viene accolto come esperienza  generalemente positiva e necessaria e dove  si scopre che nulla di quanto legato alla nascita va evitato, ridotto, governato, salvo casi di particolare necessità. Nulla si nega alle moderne tecnologie,  purché non contrastino le autonome capacità del corpo e della fisiologia femminile.
La Goccia Magica” testimonia fattivamente la volontà e la reale possibilità di restituire priorità alle fisiologiche capacità di madre e bambino , offrendo a madri e bambini, oltre che ai loro familiari e alla società tutta, quella maggiore serenità che deriva dall'autostima condivisa e interattivamente verificata.
Messaggi fuorvianti vengono elargiti copiosamente da pubblicità e media. Tendono a far dipendere la nascita da regole e concessioni ospedaliere: ci auguriamo vivamente che presto gli stessi spazi comunicativi diseducativi dell'opinione pubblica , vengano impiegati per preferire “un'ecologia della nascita che rispetti il bambino e la donna”, perché “Le mamme sanno già tutto, ma non lo sanno. Noi dobbiamo convincerle che loro sanno partorire e i loro neonati sanno nascere.” (Lorenzo Braibanti).

Questo articolo, scritto dalla demodoxaloga Antonella Liberati e pubblicato senza fini di lucro, può essere riprodotto integralmente o parzialmente da chiunque, purché il testo non venga modificato, se ne citi l'autore e l'eventuale fonte.

venerdì 6 maggio 2011

Ritorno alla semplicità

L’uomo, e per un fatto consolatorio, e per poggiare su una base solida e sicura, tende a considerare come migliore il passato, aggrappandosi, seppur intangibile, al mito dell’età aurea, quando il governatore Saturno contribuiva ad un buon funzionamento di tutto, garantendo l’armonia mundi.
Il voltarsi indietro, alla ricerca di un assetto cosmico armonico, equilibrato, capita spesso ai nostri giorni, quasi a dimostrazione che non sempre si è adeguatamente in grado di gestire il progresso. A fronte dei non pochi vantaggi e benefici che questi, quando basato su intelligenza e sentimento, ha  apportato all’umanità – basti pensare ad Internet come finestra sul mondo – permane un diffuso senso di insoddisfazione e di labilità che permea la società nelle sue diverse manifestazioni, facendola versare in uno stato caotico, complicato, confusionario. Non per cadere in generalizzazioni, ma osservando e analizzando la realtà, pare che ciascuno fatichi a districarsi per poter individuare e seguire una sana direttrice in tutti i campi dell’esistenza.
Come si è giunti a tal punto? I popoli nel corso della loro evoluzione civile tanto hanno conquistato in termini di materialità – patendo odi, guerre, pestilenze, con annesso stravolgimento dell’ordine naturale (cosa insegna la storia?) – quanto trascurato di continuare a curare l’anima. A forza poi di rincorrere quasi esclusivamente le logiche del profitto, che sembra dominare ogni cosa, persino il destino, si sacrificano sentimenti, si sottovaluta l’arte, si considera la cultura un passatempo – quando richiede un impegno costante e sentito! –, si bistratta la creatività; ciò inevitabilmente fa scivolare nel vuoto esistenziale, nel nichilismo, rendendo infelici. Ma si può raddrizzare questo andazzo?
Intanto sarebbe indispensabile non correre affannosamente solo dietro a ciò che è effimero e che non dà serenità. Poi, riscoprire la semplicità e l’essenzialità della vita, la grandezza del pensiero, della riflessione, dell’ardente pazienza nel raggiungimento della felicità, il buon senso, smettendola di fare l’apologia del vizio a tutti i costi, di giustificare atteggiamenti non retti, sleali, di non scandalizzarsi più in caso di ignominia. Forse la semplicità è la cosa più difficile? Sarà qualcosa di utopistico? No. Tutto sta a volerlo, a concepire la vita come bene primario da non lambire solo superficialmente, ma da esplorare, da ascoltare nelle sue esigenze e bisogni non solo sensibili ma anche spirituali, ricercando quanto può donare benessere a se stessi e al prossimo, cosa che il più delle volte è  racchiusa proprio nella semplicità. A poco a poco sarebbe auspicabile dunque assistere ad un nuovo passaggio dal caos (disordine) al kosmos (ordine), e magari ritrovarsi a ripartire proprio dalla tanto desiderata età dell’oro… (scritto da Antonella Tennenini)

giovedì 5 maggio 2011

L'opinione è una calamita



Lo scrittore del '900, Pitigrilli ha affermato che la stupidità fa presa sugli uomini come la limatura di ferro sulla calamita. Lo stesso concetto può applicarsi all'opinione pubblica: una frase, letta o sussurrata, viene ripetuta, fatta propria e diffusa senza controllarne la veridicità. Il fatto che più persone la proclamano garantisce che quanto asserito è vero; maggiore è il numero delle persone che la diffonde e maggiore è la credenza nel fatto o nella notizia diffusa. Molte delle cosiddette favole metropolitane sono state assunte al rango di storicità in base ad inconsistenti, ma ripetute, voci. Prima gli scribi, poi gli amanuensi, i libri, la radio e infine la televisione hanno contribuito ad elevare a fatti storici (quindi documentabili) le visioni dei faraoni, le intuizioni dei priori, le fantasie degli scrittori e le balle dei giornalisti. Se potessimo avere la documentazione filmografica veritiera di alcuni avvenimenti del passato remoto molti personaggi verrebbero ridimensionati o visti sotto diverse angolature, ma la storia la fanno gli uomini con la loro irrazionalità, passione e suggestione lungo un percorso che esula dalla volontà umana, in quanto inserito in una ciclicità cosmica; l'opinione pubblica può ritardare o accelerare (anche di decenni) determinate svolte ma non può mutare la successione degli eventi in quanto conseguenza di cause prodotte da effetti precedenti.
Alla base della produzione dell'opinione, cosiddetta pubblica, vincente c'è il modo consapevole o inconsapevole di presentazione degli argomenti (il messaggio M) o degli strumenti (canali C) di diffusione orale, scritta o multimediale (personaggio, testo di ignota provenienza o assimilabile al sacro, documentazione visiva e/o sonora dell'evento, attestazioni di conferma, ecc.). Gli argomenti e gli strumenti di supporto saranno consoni all'ambiente (rapporto tra il territorio in cui si svolge l'evento, la popolazione cui il messaggio è diretto, le risorse umani e naturali che ne consentono lo sviluppo) al luogo e al momento dell'evento (E). Nella pubblicazione edita dalla Sidd ed esaurita Scienza, società ed opinione pubblica (2001) abbiamo così definito la comunicazione sociale: messaggio (M) che l'emittente (E) invia al destinatario (D) tramire canali (C) in uno specifico contesto ambientale (con). Specificando che: nell'analizzare la comunicazione sociale il messaggio deve essere sempre decodificato (dec).

Domani: ritorno alla semplicità di Antonella Tennenini

mercoledì 4 maggio 2011

La stupidità di Pitigrilli


Dal Dizionario antiballistico di Pitigrilli, editrice Sonsogno Milano 1953

Domani: proseguono gli appunti per un manuale del demodoxalogo

martedì 3 maggio 2011

Il voto rivoluzionario

A due settimane dal voto amministrativo vale la pena soffermarsi sulle motivazioni che spingono l'elettore a decidere in proposito e azzardare una previsione elettorale circoscritta alle città di Torino, Milano, Bologna e Napoli.
Ogni uomo politico o movimento partitico ha i suoi fans, in misura maggiore o minore in rapporto alla notorietà del personaggio o all'idea di partito cui aderisce. Molti di questi militanti sono vincolati da interessi personali o familiari, per posti di lavoro ricoperti o canali di riferimento per le necessità della vita; molti altri perchè hanno maturato una radicata convinzione di fiducia nel rappresentante politico o nell'idea di partito. Tali elettori sono lo zoccolo duro che non cambierà idea di voto neppure in presenza di gravissimi fatti eclatanti.
La maggior parte degli altri elettori si orienta in base a valori e bisogni, cioè dà il voto a quella lista a cui crede che rappresenti i suoi stessi valori o che abbia manifestato l'intenzione di soddisfare alcune iniziative collettive che possano venire incontro alle sue esigenze. I valori possono essere la pace, la libertà, l'uguaglianza, l'autonomia, il cristianesimo, il liberalismo, il comunismo, il nucleare, l'immigrazione e così via (in proporzione al livello sociale e culturale dell'elettore) mentre i bisogni spaziano in un arco infinito che va dalla riduzione delle tasse alle agevolazioni per la casa, dall'asilo-nido al posto di lavoro, dal verde pubblico alla tutela della persona e delle cose, ecc.
L'espressione del voto si orienta in favore o contro qualcuno o qualcosa (il partito) per aver realizzato o non realizzato, promesso o deluso, avvicinato o non ascoltato il cittadino, allontanato o non i dirigenti chiacchierati, consigliato o sconsigliato da amici o autorevoli personaggi. Sulle grandi questioni l'elettore generalmente non ricorda le dichiarazioni o i programmi sbandierati nella precedente campagna elettorale ma si sofferma sulle cose spicciole, come la realizzazione del marciapiede, i buoni pasto all'asilo, il lavoro, ecc. Se l'elettore è rimasto deluso dal partito X vota a favore dell'altro (Y) non perchè ne approvi il programma o gli uomini ma per esprimere un voto contrario (punire X). Se non lo soddisfa neppure il partito Y o altri manifesta il suo dissenso prima con l'indecisione e poi con l'astensione o con un voto bianco o annullabile. Se viene meno la fiducia nei partiti e monta la rabbia per uno stato di cose negative, attribuibili al malgoverno della città o del Paese, come ultimo atto di "voto contro tutti" (oltre all'astensione) c'è il voto dato a Z non perchè se ne condivida la linea d'azione ma per favorire l'elezione di un alternativo, un diverso, un antipolitico, come fu con la pornostar Cicciolina, qualche omosessuale o drogato e come - al limite - potrebbe avvenire con un pluriomicida in attesa di sentenza o prostitute in attesa di sistemazione.
Avendo le elezioni amministrative del prossimo maggio anche un valore che si rifletterà sulla politica nazionale, specie nelle grandi città la competizione si tradurrà anche in un giudizio sui partiti di governo e d'opposizione. Da un sommario esame del trend dei sondaggi degli ultimi mesi, diffusi dai mass-media, e da riflessioni di autorevoli giornalisti nei talk-show, riteniamo che nelle quattro città citate possano venire delle sorprese, nel senso che una buona percentuale di elettori non si asterrà ma farà confluire i suoi voti su liste di fantasia o nuove formazioni barricandiere, quale manifestazione di voto rivoluzionario (alternativo al palazzo) come ultima chance democratica prima della rivolta di piazza.

Domani: la stupidità di Pitigrilli

lunedì 2 maggio 2011

I gargarismi di Pitigrilli


Dal Dizionario antiballistico di Pitigrilli, editrice Sonsogno Milano 1953

Domani: il voto rivoluzionario
Mercoledì: la stupidità di Pitigrilli