“Spunti e riflessioni per un'ecologia della nascita che rispetti il bambino e la donna” è il titolo del seminario tenutosi in Genzano di Roma il 26 gennaio 2011, a cura dell'Organizzazione di Volontariato “La Goccia Magica” di concerto con il Comune di Genzano di Roma e il patrocinio di SIN (Società Italiana Neonatologi), SIPO (Società Italiana Pediatri Ospedalieri), AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani), il Collegio Provinciale delle Ostetriche di Roma, la Asl RMH e la Regione Lazio.
Hanno guidato il seminario l'Ostetrica Ivana Arena, il Ginecologo Michel Odent, il Pedriatra Neonatologo Gherardo Rapisardi.
L'Ostetrica Arena, autrice del libro “Dopo un cesareo”, Bonomi editore 2007, ha sintetizzato aspetti diversi del ricorso sempre più frequente (attualmente si registra una media del 44% di tagli cesarei nella Regione Lazio) al parto per taglio cesareo. Il tema della sua analisi era “La paura della nascita nell'era del cesareo”, per cui il parto cesareo da intervento chirurgico necessario ed estremo si è andato caratterizzando in scelta condizionata da una cultura del parto aberrata da fattori collaterali, ma spesso estranei. La Arena, parlando dei rischi dell’applicazione di una medicina di tipo “difensivo”, ha riportato all’attenzione dei presenti uno studio secondo il quale il tasso di denunce in campo medico si abbassa tanto più quanto più è saldo il rapporto medico/paziente, un rapporto deontologico basato sulla reciproca stima, fiducia, libera espressione e soprattutto rispetto. Un altro punto toccato dall’ostetrica è stato la spesso carente preparazione sia dei ginecologi che delle ostetriche riguardo al rispetto della fisiologia del percorso nascita. Tale "mea culpa" viene da lei motivato con la carente preparazione universitaria a tale proposito dei primi e con la preparazione prettamente di tipo ospedaliero delle seconde ed è ovvio che di fronte ad una situazione o ad una richiesta "anomala" da parte della donna, l'operatore insicuro in quanto non portatore di esperienza a 360° tende a non assecondarla. Di qui è iniziata la denuncia del ruolo attuale dell'ostetrica, ormai relegata ad ancella del ginecologo, senza la possibilità di usufruire di un ambulatorio pubblico (a parte i consultori) dove esercitare la professione, senza un ricettario per prescrivere le analisi, senza un ruolo definito in ospedale.
Il Ginecologo Odent, fondatore del “Primal Health Research Centre” di Londra ha presentato l'arguta quanto provocatoria domanda “L'umanità può sopravvivere al movimento per il parto naturale?”spiegando poi come sia auspicabile e possibile, oltre che necessario porre i termini educativi perché la disinformazione sulla fisiologia del parto e le innaturali pratiche ormai diffuse in tutto il mondo cambino, dove “Il parto a una svolta” riporti verso i valori dei parametri fisiologici del mammifero umano. Tale “svolta” potrebbe ristabilire a livello mondiale il criterio che il parto è un evento determinato da una biochimica specifica e complessa, piuttosto che un evento da medicalizzare e ospedalizzare comunque. Tali pratiche farmacologiche, medicali e chirurgiche non riducono i rischi che vorrebbero evitare, anzi. Madre e bambino, lasciati alle loro attitudini innate, interagiscono proficuamente fin dai giorni prima del travaglio e poi, entro la prima ora di vita, interagiscono spontaneamente e decisamente per stabilire il contatto interattivo non più gestazionale, ma essenziale e completo per la positiva interazione fra la puerpera-nutrice e il nuovo nato, la più idonea interazione fra le loro rispettive dinamiche fisiologiche di quel particolare stato.
Avvalersi della grande opportunità insita nella fisiologia dei due soggetti significa avere persone in stato di salute migliore per tutto il resto della loro vita. Il ricorso non necessario alla medicalizzazione, alla ospedalizzazione non sensibile al fatto che gestante, puerpera, neonato, nutrice sono semplicemente persone in un particolare stato fisiologico, le rende di fatto soggetti con patologie o simil patologie di ritorno. Come ogni mammifero, tanto la gestante in travaglio e il nascituro, quanto la puerpera e il neonato hanno bisogno di riservatezza, luce moderata, ambiente sereno e luogo che non ne limiti i movimenti o qualsiasi altra loro manifestazione spontanea. “L'umanità può sopravvivere al movimento per il parto naturale?” sintetizza il paradosso per cui, in ogni parte del mondo si è diffusa la malsana abitudine di non riconoscere come primaria la fisiologia del parto e l'interazione fisiologica fra madre e bambino, quasi negandone l'esistenza: si riteneva così fondamentale e necessario “aiutare” la donna a partorire, “aiutare” il bambino a nascere, mentre il nuovo paradigma, come l’ha definito Odent, si riassume in una parola: proteggere. Proteggere i processi fisiologici, proteggere la donna durante il parto, proteggere il neonato dopo la nascita. Tutto questo, ha aggiunto Odent, va ovviamente “digerito”, sia da parte degli operatori che delle donne; non si può considerare un cambiamento immediato, sebbene sia necessario realizzarlo al più presto.
Le pratiche mediche utili in casi estremi o patologici sono diventate abitudine, abitudine che inibisce il fisiologico espletarsi del parto e del reciproco fornirsi del necessario da parte dei due attori interagenti: madre e bambino. Odent ha ricollocato ruoli e funzioni di tutti coloro che possono fornire supporto all'evento nascita, ma in un atteggiamento interiore e mentale di ascolto, di attesa, di rispetto e scoperta. Da quando, decenni orsono, egli intuì quanto la funzione dell'ostetrica dovesse essere di rasserenante supporto ad un evento di per sé gestibile in autonomia dalle parti interessate e che l'intervento medico poteva configurarsi allo stesso modo, anche quando richiesto da casi eccezionali, come riscoprì la funzione dell'ascolto, della pacatezza rasserenante, della gioia della gestazione e del parto, la situazione mondiale del partorire e allattare ha subito periodiche impennate verso la “patologizzazione” e “industrializzazione” di tutta la gestazione, parto, puerperio e allattamento. Mentre Odent e tutti coloro sensibili a quegli aspetti fisiologici ed ambientali continuavano e continuano a far riscoprire le naturali possibilità della fisiologia di madre e neonato i media tendono a presentare sempre di più l'evento nascita in camici e teli da chirurgo, con madri completamente pilotate in tutte le fasi tra l'inizio della gravidanza e il parto, spesso a mezzo di sostanze chimiche che inibiscono l'azione di quelle fisiologicamente prodotte, i neonati posti immediatamente lontani dalla madre e sotto luci accecanti.
“La paura della nascita nell'era del cesareo”, “Il parto a una svolta” ,“L'umanità può sopravvivere al movimento per il parto naturale?”, “Le pratiche assistenziali che facilitano l'adattamento fisiologico del neonato”, insieme all'evento organizzato da una Organizzazione di Volontariato come “La Goccia Magica”, nell'ambito del supporto offerto da una municipalità, nello specifico quella di Genzano di Roma, offrono un paradigma alternativo a quello che dovrebbe essere invocato soltanto in casi eccezionali.
Il Pediatra Neonatologo Gherardo Rapisardi, Direttore del Centro Brazelton di Firenze e dell'U.O. di Pediatria e Neonatologia dell'Ospedale S.M. Annunziata, Bagno a Ripoli (FI) ha illustrato “Le pratiche assistenziali che facilitano l'adattamento fisiologico del neonato”, ribadendo e arricchendo con esemplificazioni, video e frequenti richiami a pubblicazioni scientifiche sull’argomento quanto illustrato da Arena e Odent, ponendo l’accento sulle competenze del bambino appena nato e sull’importanza che può avere qualsiasi tipo di intervento esterno sul suo adattamento fisiologico nelle prime ore dopo il parto. E' stato sorprendente vedere di cosa sono capaci neonato e madre nella prima ora di vita, lasciati liberi di agire.
Nella prima ora di vita dopo la nascita, madre e bambino, lasciati liberi di farlo, agiscono secondo necessità istintuali. Dopo questa prima ora, per entrambi diventa necessario invece “imparare” cosa fare, dal nutrire e nutrirsi all'interagire mimicamente e motoriamente, al rapportarsi e riconoscersi come puerpera e neonato, madre e figlio.
Il seminario era affollato da mamme e lattanti, operatori e persone interessate al tema della nascita e dell'allattamento il più naturali possibile in un mondo globalizzatosi anche nelle cattive abitudini legate alla gestazione, parto, allattamento.
L'Assessore del Comune di Genzano di Roma, Rosalia Spallino, l'Ostetrica Carla Oliva e le numerose componenti l'Organizzazione di Volontariato “La Goccia Magica”, insieme agli esperti relatori hanno proposto una visione strutturata e sperimentata dei benefici che derivano per tutti da una consapevole, attenta e rispettosa gestione della maternità basata sulla conoscenza e il rispetto della fisiologia del parto e della sua quasi totale autonomia nel realizzarsi.
Da molti anni, persone come quelle che hanno organizzato e proposto questo seminario operano e comunicano il loro operato perché la gestazione, il parto, la prima ora di vita del neonato a contatto fisico con la madre e l'allattamento a richiesta tornino ad essere i protocolli più diffusi sul pianeta.
Oltre ad invitare alla piacevole quanto illuminante lettura dei libri scritti da Michel Odent e ad approfondire quanto accennato da Gherardo Rapisardi, va sottolineata la particolare, egregia qualità degli esperti scelti dalla “Goccia Magica” per guidare il Seminario e la qualità delle Volontarie della “Goccia Magica”: essenzialmente mamme con esperienza diretta di allattamento al seno, divenute in seguito “peer counselor” per il sostegno alle donne che allattano, alle quali mettono a disposizione il tempo libero, l’entusiasmo e le competenze acquisite con la frequentazione del corso modello OMS-UNICEF (tenutosi in più edizioni negli ultimi anni da ostetriche della Asl RMH nel territorio dei Castelli Romani).
Va anche aggiunto che “La Goccia Magica” riunisce tanto mamme informate quanto mamme che desiderano essere correttamente informate, ha fornito e fornisce loro quel supporto cognitivo, amicale, interattivo ed efficace a qualsiasi mamma, a qualsiasi nutrice voglia unirsi al gruppo, condividendo esperienze, nozioni, informazioni. Molti pregiudizi e cattive abitudini vengono così superati dall'autostima derivante da maggiore consapevolezza e informazione scientifica sulle potenzialità e possibilità della fisiologia specifica.
“La Goccia Magica” è un ottimo esempio delle possibilità che derivano dal recuperare fra donne madri e madri nutrici consapevolezza di quelle innate, ancestrali attitudini alla maternità insite nella naturale fisiologia della complessa architettura della riproduzione umana.
Non a caso, tra le loro letture specifiche, è annoverato l'agile testo di Odent “Ecologia della nascita” [red edizioni, 1989], dove ogni fenomeno legato alla nascita viene accolto come esperienza generalemente positiva e necessaria e dove si scopre che nulla di quanto legato alla nascita va evitato, ridotto, governato, salvo casi di particolare necessità. Nulla si nega alle moderne tecnologie, purché non contrastino le autonome capacità del corpo e della fisiologia femminile.
“La Goccia Magica” testimonia fattivamente la volontà e la reale possibilità di restituire priorità alle fisiologiche capacità di madre e bambino , offrendo a madri e bambini, oltre che ai loro familiari e alla società tutta, quella maggiore serenità che deriva dall'autostima condivisa e interattivamente verificata.
Messaggi fuorvianti vengono elargiti copiosamente da pubblicità e media. Tendono a far dipendere la nascita da regole e concessioni ospedaliere: ci auguriamo vivamente che presto gli stessi spazi comunicativi diseducativi dell'opinione pubblica , vengano impiegati per preferire “un'ecologia della nascita che rispetti il bambino e la donna”, perché “Le mamme sanno già tutto, ma non lo sanno. Noi dobbiamo convincerle che loro sanno partorire e i loro neonati sanno nascere.” (Lorenzo Braibanti).
Questo articolo, scritto dalla demodoxaloga Antonella Liberati e pubblicato senza fini di lucro, può essere riprodotto integralmente o parzialmente da chiunque, purché il testo non venga modificato, se ne citi l'autore e l'eventuale fonte.