giovedì 13 gennaio 2011

Giornalismo e opinione pubblica

Sopra: la copertina di una dispensa dell'anno accademico 1951-1952 per il corso di specializzazione in demodossalogia alla facoltà di Scienze Politiche dell'università di Roma La Sapienza. Il libro, oltre ai testi di Federico Augusto Perini-Bembo su Il giornalismo prima della carta e della stampa, Carlo Barbieri su Il giornalismo stampato dai primordi del sec. XIX alla prima guerra mondiale e Giuliano Gaeta su Il giornalismo sudamericano fra il 1789 e il 1815,  ha l'interessante introduzione di Carlo Curcio (già preside alla facoltà di Perugia) su Il giornale e la storia ove spiega uno dei caposaldi della disciplina demodoxalogica: il rapporto del giornalismo con l'opinione pubblica e la storia.
Nella disamina del prof. Curcio si legge "Una stampa puramente ed esclusivamente informativa non c'è [...] D'altronde il pubblico, probabilmente, troppo accalorato dalla lotta politica, non si accontenterebbe di un giornale freddo, staccato, indifferente [...] Che cos'è l'ideologia? In un senso filosofico è scienza delle idee [...] Noi siamo divisi dalle idee, dai programmi di partito, dalle concezioni politiche. L'umanità è sempre stata divisa [...] Il giornale è diventato più sfacciato, riproduce e rinfocola coteste passioni, codeste fazioni. Tutto quello che v'è, dal fondo alla nota di cronaca è giudicato alla stregua di un indirizzo, di una opinione, di una tendenza. E il pubblico sa qual 'è il suo giornale, perchè vi trova, di solito, quello che cerca.[...] Si può ancora sostenere che il giornale è una forma di storia [...] dopo che se ne è vista la sua parzialità? Direi di si, sarei indotto proprio da ciò, che a maggior ragione esso rivela taluni caratteri della storia. Qual'è lo storico spassionato ed obbiettivo? Uno storico narra per giudicare non solo, ma anche per sostenere una sua tesi, per difendere una sua idea. C'è stata una storiografia illuministica ed una romantica, una storiografia progressista ed una conservatrice e così via [...] in un certo senso codesto colore [...] è storia narrata.
Ma è anche fonte di storia, elemento di storia [...] Oggi andiamo a rintracciare nella stampa periodica degli ultimi decenni ed anche del secolo scorso elementi non solo utili per ricostruire l'evoluzione dell'opinione pubblica, ma altresì per la determinazione di importanti correnti di pensiero, di intendimenti veri e propri di molti problemi politici e sociali. Domani allo storico dei nostri tempi occorrerà, per ricostruire il moto delle idee che hanno agitato ed agitano le nostre generazioni, leggere i giornali, le riviste, le pubblicazioni periodiche dell'epoca che viviamo, per avere non solo un panorama di questo nostro tempo, ma per scoprirne, probabilmente, taluni aspetti e motivi che proprio l'articolo di giornale può chiarire, spiegare, oltrecchè documentare.
Così il giornale, in tutte le sue forme e manifestazioni, mentre fa, in un certo senso, storia, prepara allo storico futuro elementi di storia. Non già elementi freddi, di cronaca di fatti; ma elementi vivi, di indirizzi ideali, di fedi politiche e sociali, di concezioni di vita e della società. Inavvertitamente il giornalismo si trasferisce, dunque, sul piano formativo, più che informativo, di larghi strati sociali."
Sono in codeste riflessioni del grande maestro di demodoxalogia, Carlo Curcio, le interconnessioni tra il giornalismo come formatore di opinioni pubbliche e pezza d'appoggio per lo storico. Un giornalismo formativo più che informativo e, in quanto tale, strumento d'opinione da monitorare proprio per le sue influenze su larghi strati sociali, specie quelli che seguono assiduamente una determinata testata cartacea o radiotelevisiva perchè di solito "vi trovano quello che vi cercano", in quanto affine al loro modo di interpretare gli avvenimenti. Il cosiddetto metodo di rilevamento denominato "inde" (indagine demodoxalogica).