mercoledì 19 gennaio 2011

Politica, etica e famiglia

A Radioradicale del 10 scorso l'ex socialista Pietro Lezzi ha rivelato quello che il popolo sapeva ma che i politici e la stampa facevano finta di ignorare: in Campania, ai tempi di Bettino Craxi,  tra il Psi e la Dc c'era il mercato delle poltrone, per cui se i democristiani occupavano la regione ai socialisti toccava il comune, e così via. Evidentemente è una prassi politica d'altri tempi, per di più ristretta in una regione in particolare  ebollizione forse per la presenza del Vesuvio. D'altro canto, in Italia, lo scambio o la compravendita di voti o di favori contrasta con l'etica parlamentare e la morale corrente dei cittadini; tant'è che non si ha memoria neppure di un personaggio impigliato in tali prassi. Il comandante Achille Lauro che dava la scarpa destra prima del voto e la sinistra ad elezione avvenuta è una leggenda metropolitana, anzi sono fantasie ignorate dalla storiografia in quanto era il leader del partito monarchico e, come tale, qualcosa che oggi non esiste poichè la monarchia, in seguito al referendum del 2 giugno 1946 è stata abolita. E se non esiste la monarchia non esiste neppure il presunto reato!
Qualcuno, tra le persone maligne, potrebbe obiettare che nel famoso incontro del Caf nella roulotte, tra Craxi, Giulio Andreotti e Arnaldo Forlani (quello dei non ricordo e della bava alla bocca), i tre si spartirono il Paese; la verità è che invece idearono i Centri di Assistenza Fiscale ai cittadini. Di più non potevano fare in quanto la roulotte, così come un centro benessere, non sono luoghi deputati a fungere come sedi istituzionali e quindi fuori dalla legittimità dell'alveo democratico. Si cita l'esempio di un pubblico ministero milanese che se la prese col solito Craxi, ignorando che l'illustre personaggio fu costretto ad andare esule in terra straniera non potendo difendersi dalla faziosità di giudici che poi si rivelarono giustizieri comunisti.
D'altra parte un regalo è sempre bene accetto, specie se viene offerto per esprimere riconoscenza e sottomissione: chi non ricorda Lorenzo Tramaglino dei Promessi Sposi con i polli da consegnare all'avvocato? In quasi tutti i programmi politici la famiglia è ai primi posti, rispondendo alla saggezza popolare di "tengo famiglia". E' tutta qui la logica delle assunzioni di amici e parenti nelle aziende comunali romane, d'altra parte i comuni in Italia sono ottomila e le aziende 2.800, qualcuno dovrà pure andare ad occupare quei posti di lavoro! Altrimenti c'è un altro percorso ma meno lineare: un sindaco assume nella scuola elementare la moglie dell'assessore di un vicino comune che ricambia affidando alla figlia del sindaco la dirigenza dell'ente turismo; dopo qualche anno le due assunte, ormai a tempo indeterminato, chiederanno l'avvicinamento alla famiglia. E, anche questo, è un modo di risolvere i problemi della famiglia italiana e di quella specie di fratellanze basate più su vincoli ideologici che di sangue!
Vogliamo processare i politici perchè rispondono alle ansie famigliari o al consolidamento e all'espansione (anche all'estero) di qualche azienda nell'interesse primario di salvaguardare l'occupazione, il marchio italiano e la produzione? Arturo Diaconale l'otto gennaio a Omnibus, il programma TV de la7, ha detto che "esiste un uso strumentale della notizia"; i demodoxaloghi lo affermano da oltre settant'anni, la novità consiste nel fatto che la Giustizia è divenuta anch'essa strumentale, dando ragione al popolo che da secoli ripete: la giustizia è giusta, non è giusto chi la somministra.

Domani: a proposito di privacy