venerdì 16 maggio 2014

La riforma dello Stato

La predisposizione da parte dell'opinione pubblica della riforma della Pubblica Amministrazione non è percepita come urgente e indispensabile, quindi  oltre ad affrontare le resistenze dei dipendenti pubblici (non solo rappresentate dai sindacati ma anche dalla dirigenza) il presidente del consiglio dei Ministri Matteo Renzi dovrà anzitutto predisporre un piano culturale di accettazione e discussione a livello di stereotipi e mass media. 
Dando uno sguardo alle dichiarazioni (interviste, articoli, messaggi, ecc.) dei personaggi leaders (cui fanno riferimento i rispettivi strati di opinione pubblica) nel mondo dell'ideologia (politica, religiosa, culturale), della finanza e dell'imprenditoria, solo sporadicamente e per inciso si trovano argomentazioni in favore di una radicale riforma della pubblica amministrazione, l'argomento è in coda ad altri giudicati più urgenti e, se accennato, in modo settoriale o di parte. Anche i titoli degli articoli dei quotidiani più importanti non esaltano la ventilata innovazione ma la ignorano.  Pertanto la discussione generale a livello di stereotipi (credenze e comportamento della massa) così come a livello di percettori e diffusori dell'innovazione (leaders e mass-media) non la possiamo collocare nel ciclo del post-moderno e della modernità ma nella casella denominata futurismo (secondo lo schema pubblicato ieri).
Per valutare in modo rapido e senza costi la percezione ed evoluzione dell'esigenza di una riforma della pubblica amministrazione monitoreremo, secondo la tecnica dell'indagine demodoxalogica, solo le prime dieci pagine dei quotidiani più importanti ed i telegiornali nazionali della sera e del giorno. Tenendo presente che la in.de non è un campionamento ma un'indagine che traduce in grafici e tabelle statistiche quanto raccolto.
(4 - continua)