Nel collegamento con Bruxelles dello speciale elezioni del Tg3 di Bianca Berlinguer poco dopo le ore 22,30 di domenica 25 il grafico degli analisti europei dava le proiezioni in percentuali e seggi (comprese quelle dell'Italia) assai vicine ai risultati finali; cioè a quelli che nel nostro Paese sono usciti verso la mezzanotte. La domanda è: i sondaggisti esteri sono più bravi oppure il passaggio delle informazioni dal seggio al Viminale non é adeguato alla tecnologia?
Se Beppe Grillo invece di profetizzare il tracollo e l'uscita dall'euro avesse dato una mano nel riformare il Paese prima a Pier Luigi Bersani poi ad Enrico Letta o in ultimo a Matteo Renzi molto probabilmente oggi già avremmo avuto un buon avvio di ripresa economica e sociale. La politica del distruggo tutto si è rivelata come un freno al progresso, alle riforme e all'innovazione, è questo che voleva Grillo? Parrebbe di si visto che si è subito recato in Inghilterra dal capo dei nazionalisti che hanno vinto le elezioni predicando l'uscita dall'euro e dalla Cee. Un incontro che doveva rimanere segreto, così come fu quello con l'ambasciatore a Roma; sempre per strana concidenza, con il paese dalla city finanziaria europea. Colloqui segretati alla faccia della trasparenza predicata o imposta agli altri! Ma la domanda è un'altra: visto che ha contribuito, in questi anni con la politica del no, a frenare la ripresa italiana e visto che ha una predilezione per il Regno Unito (che rema contro l'Europa) quali interessi, evidentemente di paesi o multinazionali esteri, copre o rappresenta a danno dell'Italia? Intanto molti parlamentari grillini si apprestano a formare un gruppo autonomo insieme a quelli già usciti.