lunedì 19 maggio 2014

Una battaglia persa

Ci duole dirlo ma la Riforma della pubblica amministrazione annunciata da Matteo Renzi ci appare una battaglia persa: rispetto ad altre tematiche dibattute dall'opinione pubblica (manovrata dai mass-media e dai leaders d'opinione) non è entrata negli argomenti del giorno in modo statisticamente rilevante.
Qualsiasi lettore potrà empiricamente giungere alle stesse conclusioni, in modo rapido e semplice, attraverso due strade: una cartacea e l'altra televisiva.
Per la prima soluzione basterà controllare, per un periodo di tempo prefissato (settimana, mese, ecc.), se l'argomento è trattato nelle prime dieci pagine dei quotidiani nazionali più diffusi ed autorevoli (Corriere della Sera, la Repubblica, il Fatto, La Stampa, il Messaggero) e quanto spazio in centimetri quadrati o righe è dedicato all'argomento, misurando a parte l'ampiezza data ai titoli. Più vistosi saranno i titoli (con occhiello, sommario, ecc.) e maggiormente incideranno sull'attenzione del lettore del giornale, così come se l'argomento verrà proposto nelle prime pagine rappresenterebbe la volontà del giornale di suscitare una maggiore attenzione da parte del lettore.
Un simile approccio potrà essere adottato nei riguardi dei telegiornali Rai, Mediaset e La7 della stessa fascia oraria (intorno alle 13 o alle 20) secondo una tabella elaborata del direttore dell'agenzia online Informatore economico Sociale, il demodoxalogo Francesco Bergamo, che parzialmente riproponiamo. Ponendo su un'ipotetico asse delle ordinate le testate dei quotidiani in questione e nell'asse dell'ascissa la serie degli argomenti proposti dai tg il lettore potrà contrassegnare all'incrocio tra ascissa e ordinata lo spazio dato alla Riforma della P. A. misurando eventualmente anche i minuti dedicati alla notizia o commento. L'addensamento dei contrassegni indicherà l'importanza data all'argomento. Un ulteriore controllo potrà essere effettuato sulle trasmissioni di dibattito o approfondimento.
Perché diamo importanza ai massa-media? Perché oltre che informare i propri utenti gli strumenti di comunicazione formano, giorno dopo giorno, quel pubblico che "abitualmente"  è fedele al proprio organo di riferimento, divenendo vera e propria opinione pubblica che inciderà in proporzione al numero delle copie vendute dai quotidiani o all'audience della trasmissione televisiva.
Ricordiamo che secondo John Naisbitt (Megatrends edito da Sperling & Kupfer, 1984) dato che lo spazio è limitato i giornali necessariamente trascurano le notizie poco dibattute dall'opinione pubblica per esaltare quelle che rientrano nel "sentiment" degli stereotipi.
Per ulteriori informazioni rimandiamo al Corso di demodoxalogia svolto su Difesaonline (cliccando su approfondimenti).
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