Tutti i sondaggi delle ultime settimane mostrano un calo, più o meno vistoso, di consensi intorno alle figure dei leader di partito, ad esclusione di Matteo Salvini che si colloca addirittura al secondo posto dopo il calante Matteo Renzi. Beppe Grillo e Silvio Berlusconi si contendono, a molte lunghezze di distanza dai primi due, il terzo e quarto posto. Comunque tutti con perdita di consensi.
Dopo la sparizione dalle scene pubbliche di Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini i segnali che arrivano dai sondaggi prefigurano una svolta politica nell'opinione pubblica dei cittadini, avvalorata dal risultato delle votazioni regionali dell'Emilia-Romagna e Calabria. Il calo di consensi sui leader e dei voti vanno analizzati insieme, sono la manifestazione di un malessere generalizzato che si è espresso attraverso la vistosa astensione.
L'opinione pubblica non crede più ai miraggi, chi punta ancora su Renzi spera che il cambiamento si avveri, chi guarda a Salvini esprime la sua rabbia. Gli astenuti anelano una politica diversa ma non sanno come prefigurarla, si rendono conto che la delega è un'istituzione ormai sorpassata in quanto gli eletti non rappresentano più né gli elettori né un preciso ambito territoriale; il parlamentare una volta che ha raggiunto lo scanno è un'entità a se stante che risponde a logiche lontane dagli interessi di chi lo ha votato, eccetto ovviamente quel piccolo zoccolo duro di pubblico che ruota intorno all'eletto come compagno di merenda.
Grillo ha innovato la politica attraverso la Rete, Salvini porta avanti la protesta dell'opinione pubblica che più ha risentito il peso della crisi economica, il mondo cambia e la ruota gira!
I cittadini si chiudono a riccio in attesa di vedere dei reali cambiamenti, una svolta potrebbe venire dall'ormai prossimo rinnovo dell'elezione del capo dello stato al posto di Giorgio Napolitano che ha manifestato l'intenzione di dimettersi.