giovedì 14 gennaio 2016

Realtà ed apparenza

La realtà è difficile da comprendere poiché è in continuo movimento, noi percepiamo l'apparenza di un tratto di realtà attribuendogli il significato dell'intero continuum del fenomeno. Distinguere i vari ruoli all'interno di un fenomeno contribuisce a individuare la realtà che c'è dietro l'apparenza fenomenica scindendo il marginale  dall'essenziale. Quel marginale che, specie nei dibattiti e nelle conversazioni, è più legato a visioni o interessi personali o di gruppo, all'appartenenza religiosa o politica, al carattere o alle consuetudini del gruppo o all'ambiente nel quale si vive.
Nelle nostre lezioni del 1980, quale supplente del Corso di Giornalismo svolto da Federico Augusto Perini-Bembo alla facoltà di Scienze Politiche dell'università La Sapienza di Roma, sostenemmo che nelle analisi occorre "[...] fare una netta distinzione tra i fatti e le valutazioni, mettendo a confronto tra loro almeno due opinioni diametralmente diverse [...] cercare tra le diverse opinioni i punti in comune per costruire qualcosa [...] pensando al futuro e al sempre più veloce mutamento della tecnica, del vivere sociale e della morale; [...] sapersi destreggiare nella ricerca non della verità ma della più probabile [...] diffidare di chi dichiara di essere obiettivo ed onesto ed educarsi a capovolgere, in ogni occasione, i termini del ragionamento [...] scoprire il reale significato delle intenzioni che si nascondono [NdR: anche inconsapevolmente] dietro le parole [...] sempre chiedersi perché, a chi giova, qual è l'alternativa, come fu giudicato in altri periodi non lontani un avvenimento dalle caratteristiche simili a quelle odierne e perché, come sarà giudicato tra dieci o venti anni, che reazioni provocò, come incise sulla storia [...]"
Ricordiamo in proposito Max Simon Nordau nel suo Le menzogne convenzionali della nostra civiltà con il "contrasto tra il modo di pensare e il nostro agire" e Toddi (Il benessere integrale, editore De Carlo 1946) quando afferma "Sarà più facile renderci conto di ciò che è essenziale e di ciò che, invece, è secondario, se sapremo esaminare cose ed eventi da un punto di vista diverso da quello che ci era abituale e che non può più soddisfarci".
Se quanto sopra ha una sua validità nelle analisi dei fatti maggiormente lo avrà nell'esame delle opinioni pubbliche, pertanto si rende opportuno tenere presente uno schema euristico d'indagine che risponde a tre parametri fondamentali che restringono il problema: in presenza di un evento il pubblico interessato (protagonista) sviluppa un'opinione (pubblica in quanto manifesta) favorevole (verso) o contraria (contro) al convenuto (il personaggio, il gruppo o un'altra opinione che viene individuata dietro o collegata all'evento in questione), facendone l'oggetto di discussione.
2 - continua