Se l'Italia sta attraversando un periodo di crisi, specialmente economica, la colpa non è dell'attuale governo guidato dal cav. lav. Silvio Berlusconi, che sin dalla sua scesa in campo ha promesso e sostenuto di voler attuare riforme epocali, bloccate prima dell'infido alleato Gianfranco Fini che ogni volta si metteva per traverso ed ora per i veti della Lega e del suo capo Umberto Bossi. Qualcuno superficialmente o strumentalmente, per partigianeria politica, potrebbe obiettare che negli ultimi dieci anni Berlusconi ne ha governati otto, dimenticando la crisi delle banche, partita dagli Usa, e prima il crollo delle torri gemelle di New York.
Ma risalendo al deficit dello stato dobbiamo, obiettivamente, mettere in luce la riforma pensionistica proposta - ma guarda un pò - da quel leghista di Roberto Maroni, già ministro, e bloccata dalla galassia delle sinistre. Ed, ancor prima, dobbiamo risalire al governo di Bettino Craxi e del suo ministro Maurizio Sacconi (la cui moglie è direttore generale di Farmindustria) tuttora ministro anche con il Cavaliere, come tangibile esempio di una continuità storico-politica di annunciatori (ma solo tali) di riforme. A meno che per riforme epocali, come quelle chieste dalla Bce, non si intendano solo quelle sulle intercettazioni o di alcuni aspetti della giustizia.
La colpa è sempre degli altri, lo sappiamo fin da bambini quando combinavamo qualche marachella. Di colpa in colpa possiamo risalire a Adamo ed Eva e, forse, nemmeno a loro ma a quel diavolaccio rosso vestito da serpente.
La colpa è sempre degli altri, lo sappiamo fin da bambini quando combinavamo qualche marachella. Di colpa in colpa possiamo risalire a Adamo ed Eva e, forse, nemmeno a loro ma a quel diavolaccio rosso vestito da serpente.