mercoledì 23 settembre 2015

Il contagio delle idee

Felix A. Morlion il frate domenicano dell'ordine dei predicatori, fondatore dell'università internazionale Pro Deo (ora Luiss) ed autore di Filosofia dell'opinione pubblica, sosteneva che le idee si trasmettono  dall'uno all'altro come in un contagio ove maggiore è il numero degli individui radunati e più veloce la condivisione essendo basata sulla suggestione dell'imitazione. 
Non avviene solo il contagio delle idee (attraverso i mass-media e la banale conversazione) ma anche quello degli eventi. Basta fare alcuni semplici esempi: due bimbi seduti in terra hanno davanti dieci giocattoli, un bimbo prende un giocattolo e subito l'altro glie lo leva dalle mani; ad un semaforo rosso gli automobilisti aspettano il verde, arriva un'auto che non rispetta il segnale subito imitato da qualcuno pazientemente in coda; uno stato erige una barriera di filo spinato per non far entrare nel suo territorio gli immigrati, altri stati contigui lo imitano. 
Il fatto è che gli eventi e le idee si stampano nel nostro cervello pronti per essere richiamati alla prima occasione e contribuiscono ad indicare quello che riteniamo il cammino o la scelta giusta. Un uso continuo di determinate caselle memorizzate predispone a particolari tipi di memorizzazione o abilità (artistiche, creative, ecc.) così come chi conosce più frattali di territorio (porzioni: altre località oltre l'abituale) ha una capacità di apprendimento pari ai plurilaureati.
Secondo gli ultimi studi sono i neuroni che comunicano con l'ambiente ed i neuroni degli altri individui attraverso un vero contagio virtuale che colloquia mediante la suggestione offerta dalle immagini dell'idea o dell'evento memorizzato. I neurologi citano l'esempio dello sbadiglio: inizia da una persona contagiando tutti gli altri per effetto dei neuroni che in un delimitato spazio-tempo si trasmettono le informazioni a prescindere dalla nostra volontà. Ecco quindi spiegata l'origine e la forza dell'imitazione che tanto contribuisce a formare l'opinione pubblica, eccitare le folle e convincere spettatori e consumatori.
Quindi si riparte dai progenitori Felix Morlion, Gabriel Tarde, Gustave Le Bon, Scipio Sighele e Edgard Morin (vedasi il post del 21 scorso), con la loro suggestione-imitazione, per approfondire i meccanismi che concorrono a formare l'opinione pubblica alla luce dell'apporto della neurologia. Come al solito la demodoxalogia non si lascia cogliere impreparata e prosegue nell'aggiornamento della disciplina come specificato nello statuto della Sidd ed attuato dai suoi soci.