giovedì 24 settembre 2015

Una scala di stereotipi





L'uomo è un animale complesso che crescendo in una società, soggetta a regole e stereotipi (imitazione e suggestione), perde la spontaneità ed ingenuinità del fanciullo per comportarsi in modo diverso da come farebbe se vivesse in solitudine o in una comunità di poche decine di individui. Un comportamento che Max Weber nel suo libro-scandalo Le menzogne convenzionali della nostra civiltà (Curcio editore Milano 1950) definì "il contrasto fra il nostro modo di pensare e il nostro modo d'agire vivendo due vite, una esterna e l'altra interna, le quali a vicenda si deridono e sono in perpetua contesa"; Federico Augusto Perini-Bembo ha sottolineato ne La demodossalogia nella classificazione della scienza: sua autonomia e ripartizione"  (atti del 2^ convegno di demodossalogia, Napoli 1954) "Quasi mai l'uomo agisce spontaneamente; direi di più: la spontaneità diminuisce in proporzione inversa alla consapevolezza delle proprie azioni", arricchendo il concetto con quanto sopra riportato.