giovedì 19 maggio 2011

Aiutare il Sud? Una follia

Agli inizi del Novecento il Mezzogiorno d'Italia aveva una fiorente industria di cotonifici (nel napoletano), artigianato del cuoio e della ceramica (Puglia e Molise) e piccole eccellenze manifatturiere su tutto il territorio. Senza menzionare la vocazione agricola e turistica. A metà secolo, nell'intento di sviluppare il Sud attraverso poli industriali d'attrazione e una grande autostrada, furono dirottate ingenti risorse economiche che dettero l'avvio ad un processo economico di lungo respiro che, però, distrusse le vocazioni artigianali e lo spirito imprenditoriale della borghesia incentivando la corsa alla sistemazione nello stato e all'intermediazione monetaria (movimento di denaro dallo stato alla politica locale e ai boss mafiosi) invece che direttamente alle attività produttive locali.
Dirottare denari al Sud - senza accompagnare l'aiuto economico da un pari o maggiore impegno culturale per favorire l'imprenditorialità, parimenti ad una moderna mentalità di ribellione e lotta ad ogni forma di prevaricazione (mafiosa, politica, tradizionalista, baronale, ecc.) - equivale gettare al vento ogni sforzo di sviluppo economico in quanto nei territori arretrati (in tutto il mondo) prevarranno sempre organizzazioni parassitarie e dirigenti che si arrogheranno il diritto di "distribuire" le risorse a loro piacimento.
Pertanto la prima mossa per lo sviluppo di un Paese dovrebbe essere la legalità e l'istruzione, e solo dopo l'aiuto economico. Il Nord d'Italia deve la sua industrializzazione al fatto che il lombardo-veneto fu governato dagli austriaci che, attraverso i gendarmi e l'alfabetizzazione, forgiarono cittadini rispettosi della legalità ma aperti alle iniziative culturali (il Risorgimento) ed economiche (tessitura, commerci), riverberando nei territori confinanti tale spirito culturale.
Oltretutto legalità ed istruzione non incidono molto sulle casse nazionali e non remunerano le attività extra-istituzionali, bloccando gli appetiti di stampo malavitoso. L'istituzione del federalismo fiscale mentre gioverà al Nord aggraverà i problemi del Sud in quanto la "politica locale" avrà mani libere sulle esigui risorse monetarie, depretando i pochi imprenditori coraggiosi per favorire le congregazioni parassitarie.
Un vero intervento per lo sviluppo del Mezzogiorno sarebbe quello di far presidiare il territorio dai militari e sostituire una buona parte di dipendenti pubblici (dai prefetti ai tecnici comunali), nonchè rinforzare polizia  e carabinieri con personale scelto provenienti dal Nord.