giovedì 5 maggio 2011

L'opinione è una calamita



Lo scrittore del '900, Pitigrilli ha affermato che la stupidità fa presa sugli uomini come la limatura di ferro sulla calamita. Lo stesso concetto può applicarsi all'opinione pubblica: una frase, letta o sussurrata, viene ripetuta, fatta propria e diffusa senza controllarne la veridicità. Il fatto che più persone la proclamano garantisce che quanto asserito è vero; maggiore è il numero delle persone che la diffonde e maggiore è la credenza nel fatto o nella notizia diffusa. Molte delle cosiddette favole metropolitane sono state assunte al rango di storicità in base ad inconsistenti, ma ripetute, voci. Prima gli scribi, poi gli amanuensi, i libri, la radio e infine la televisione hanno contribuito ad elevare a fatti storici (quindi documentabili) le visioni dei faraoni, le intuizioni dei priori, le fantasie degli scrittori e le balle dei giornalisti. Se potessimo avere la documentazione filmografica veritiera di alcuni avvenimenti del passato remoto molti personaggi verrebbero ridimensionati o visti sotto diverse angolature, ma la storia la fanno gli uomini con la loro irrazionalità, passione e suggestione lungo un percorso che esula dalla volontà umana, in quanto inserito in una ciclicità cosmica; l'opinione pubblica può ritardare o accelerare (anche di decenni) determinate svolte ma non può mutare la successione degli eventi in quanto conseguenza di cause prodotte da effetti precedenti.
Alla base della produzione dell'opinione, cosiddetta pubblica, vincente c'è il modo consapevole o inconsapevole di presentazione degli argomenti (il messaggio M) o degli strumenti (canali C) di diffusione orale, scritta o multimediale (personaggio, testo di ignota provenienza o assimilabile al sacro, documentazione visiva e/o sonora dell'evento, attestazioni di conferma, ecc.). Gli argomenti e gli strumenti di supporto saranno consoni all'ambiente (rapporto tra il territorio in cui si svolge l'evento, la popolazione cui il messaggio è diretto, le risorse umani e naturali che ne consentono lo sviluppo) al luogo e al momento dell'evento (E). Nella pubblicazione edita dalla Sidd ed esaurita Scienza, società ed opinione pubblica (2001) abbiamo così definito la comunicazione sociale: messaggio (M) che l'emittente (E) invia al destinatario (D) tramire canali (C) in uno specifico contesto ambientale (con). Specificando che: nell'analizzare la comunicazione sociale il messaggio deve essere sempre decodificato (dec).

Domani: ritorno alla semplicità di Antonella Tennenini