mercoledì 11 maggio 2011

Ancora su Obama

Il demodoxalogo Valter Bay ci ha segnalato le riflessioni di Tierry Meyssen apparse il 5 scorso su Voltaire.org, diffuse in Italia dalla fonte Aurora il giorno successivo con la traduzione di  Alessandro Lattanzio. In via eccezionale pubblichiamo il documento italiano nella versione integrale omettendo solo le note e l'aggiustamento:
"L’annuncio ufficiale della morte di Osama bin Laden dà origine a ogni tipo di controversia. Concentra l’attenzione sui dettagli del racconto, per nascondere meglio le decisioni strategiche di Washington. Per Thierry Meyssan, l’annuncio si era reso necessario dopo che gli uomini di bin Laden erano stati incorporati nelle operazioni NATO in Libia e in quelle della CIA in Siria. Solo la scomparsa del loro ex leader virtuale, consente di restituirgli l’etichetta di “combattenti per la libertà” di cui godevano nell’epoca sovietica.
Per annunciare la morte ufficiale di Osama bin Laden, “Time Magazine” riprende il concetto della sua copertina annunciante la morte di Adolf Hitler: la faccia sbarrata in rosso (numero del 7 maggio 1945). Lo stesso concetto è stato utilizzato per la morte di Saddam Hussein (edizione del 21 aprile 2003) e quella di Abu Musab al-Zarkaoui (edizione del 19 giugno 2006). Nella narrazione del mito, Barack Obama ha annunciato la morte del nemico pubblico il 1° maggio, come anche il suo predecessore aveva annunciato quella di Adolf Hitler il 1° maggio. Il presidente Barack Obama ha solennemente annunciato la morte di Osama bin Laden, il 1° maggio 2011. Prima di analizzare il significato simbolico di questo annuncio, dobbiamo tornare alla realtà.
Preambolo
Nel 2001, Osama bin Laden era gravemente malato ai reni e sotto dialisi. Doveva curarsi in ospedale almeno ogni due giorni. Nell’estate del 2001 fu accolto nell’ospedale americano di Dubai (UAE). All’inizio di settembre 2001 fu trasferito in un ospedale militare a Rawalpindi (Pakistan). Pochi giorni dopo gli attacchi, aveva rilasciato un’intervista in un luogo segreto, a un giornalista di Al-Jazeera. Nel dicembre 2001, la sua famiglia aveva annunciato la sua morte e i suoi amici avevano assistito al suo funerale [1].
Tuttavia, l’US Department of Defense ritenne che tale notizia fosse un inganno per consentirgli di sfuggire alla giustizia degli Stati Uniti. Eppure, dal 2001 al 2011, nessun testimone credibile ha incontrato Osama bin Laden [2].
Durante questo periodo, videocassette e audiocassette attribuite ad Osama bin Laden vennero rilasciate, sia dal Dipartimento della Difesa, sia dai media (in particolare Al-Jazeera), sia dai servizi segreti privati (IntelCenter, SITE Intelligence Group). La maggior parte di queste registrazioni sono state autenticate dalla CIA come una metodologia non specificata [3]. Tuttavia tutte queste registrazioni furono invalidate dalla comunità di esperti d’intelligenza artificiale, tra cui il Dalle Molle Institute, che è il riferimento mondiale in materia di assistenza forense [4].
In altre parole, Osama bin Laden è davvero morto nel dicembre 2001. Ciò di cui si parla oggi, è un mito.
L’annuncio della morte di Osama bin Laden
L’annuncio di Barack Obama non ha fornito dettagli sull’operazione. “Oggi, sotto la mia guida, gli Stati Uniti hanno lanciato una operazione mirata contro il complesso di Abbottabad, Pakistan. Un piccolo gruppo di americani ha condotto questa operazione con coraggio e abilità straordinari. Nessun americano è rimasto ferito. Sono stati attenti ad evitare che non vi fossero vittime civili. Dopo uno scontro a fuoco, hanno ucciso Osama bin Laden e recuperato il suo corpo” [5]. Il messaggio del presidente è triplice:
In primo luogo, “In notti come questa, possiamo dire alle famiglie che hanno perso i propri cari a causa del terrorismo di Al-Qaeda: Giustizia è fatta”: vale a dire il caso è chiuso, non ci sarà mai un processo, che avrebbe potuto stabilire la verità sugli attentati attribuiti a Osama bin Laden, compresi quelli dell’11 settembre 2001.
In secondo luogo, gli Stati Uniti potranno compiere simili esecuzioni extra-giudiziarie, non perché sono i più forti, ma perché sono stati scelti da Dio per applicare la sua giustizia:” Ricordiamoci che siamo in grado di realizzare queste cose, non solo per ragioni di ricchezza o potere, ma per quello che siamo: una nazione benedetta da Dio, indivisibile e dedita alla libertà e alla giustizia per tutti” (traduzione ufficiale).
In terzo luogo, tutti i governi del mondo, e in primo luogo quelli degli Stati musulmani, sono chiamati ad applaudire questa esecuzione extra-giudiziaria, che segna il trionfo dell’impero del bene sull’incarnazione del male: “La sua fine dovrebbe essere salutata da tutti coloro che credono nella pace e dignità”.
Le reazioni all’annuncio
Su Fox News, Geraldo Riveira esclamava: “Bin Laden è morto! Confermato! Confermato! Bin Laden è morto (…) Che bella giornata! Che gran giorno per tutti! Questa è la notte più bella della mia carriera! (…) Il bastardo è morto! Il selvaggio che ci ha così tanto ferito. Ed è un vero onore, una benedizione per me essere in questo studio in questo momento”. La folla poi è scesa in strada per festeggiare con grida di “USA! USA!”.
Da parte loro, quasi tutti i capi di Stato e di governo hanno giurato fedeltà al sovrano, come è stato loro richiesto. Nessuno ha espresso riserve in merito a ciò che viene presentato come un’esecuzione extragiudiziale, svolta in un paese straniero, in violazione della sua sovranità.
Parlando alla televisione, David Cameron ha dichiarato: “Mi congratulo con le forze statunitensi che hanno condotto questa azione. Vorrei ringraziare il presidente Obama per averlo ordinato” [6].
Benjamin Netanyahu ha anche detto in televisione: “Questo è un giorno storico per gli Stati Uniti d’America e tutti i paesi coinvolti nella battaglia contro il terrorismo. Mi congratulo con il presidente Obama e il popolo americano. Mi congratulo con i soldati dell’America e i suoi servizi segreti, per un risultato davvero notevole. Ci sono voluti dieci anni nel dare la caccia a Osama bin Laden. Ci sono voluti dieci anni per dare giustizia alle sue vittime. Ma la battaglia contro il terrorismo è lunga, implacabile e risoluta. Questo è un giorno di vittoria – una vittoria per la giustizia, per la libertà e la nostra comune civiltà.” [7]
Nicolas Sarkozy ha emesso un comunicato stampa: “L’annuncio del presidente Obama della morte di Osama bin Laden, a seguito di una notevole operazione di commando americani in Pakistan, è un evento importante nella lotta globale contro il terrorismo. La Francia saluta la tenacia degli Stati Uniti che l’hanno cercato per 10 anni. Il responsabile principale degli attacchi dell’11 settembre 2001, Osama bin Laden è stato il fautore di una ideologia di odio e il leader di un’organizzazione terroristica che ha causato migliaia di vittime in tutto il mondo, anche nei paesi musulmani. Per queste vittime, la giustizia è fatta. Questa mattina, la Francia pensa a loro e alle loro famiglie”.
Berlino ha pubblicato una dichiarazione: “Con l’azione di commando contro Osama bin Laden e la sua esecuzione, l’esercito degli Stati Uniti ha inferto un colpo decisivo ad al-Qaeda, coronata dal successo. La Cancelliera Angela Merkel ha espresso il sua sollievo ad Obama all’annuncio della notizia. La scorsa notte, le forze di pace hanno ottenuto una vittoria.” [8]
Perché smettere di far vivere Osama bin Laden?
La principale questione politica è sapere perché gli Stati Uniti hanno deciso di smettere di far vivere il mitico personaggio che avevano creato, -essendo l’uomo morto da un decennio?
Solo perché i combattenti di bin Laden sono mobilitati da diversi mesi in operazioni in cui non sono più visti come nemici degli Stati Uniti, ma come loro alleati. Non c’era altro modo per giustificare questa inversione che l’eliminazione virtuale del loro comandante.
Senza dubbio, nei prossimi mesi, i canali televisivi internazionali spiegheranno che i jihadisti, che una volta hanno combattuto al fianco della CIA in Afghanistan, Bosnia e Cecenia contro i sovietici e i russi, sono invischiati nel terrorismo internazionale, e che i loro occhi sono stati aperti dalla morte di bin Laden, e possono continuare serenamente la loro lotta accanto all’“America” in Libia, Siria, Yemen e Bahrain.
E non sarà più necessario spiegare i retroscena a persone un po’ primitive come il coraggioso generale Carter Ham. Ricordiamo lo sgomento del comandante in capo dell’US AFRICOM, ai primi giorni dell’operazione “Dawn of the Odyssey”: si era rifiutato di fornire armi ai ribelli libici perché molti di loro erano membri di al-Qaida di ritorno dall’Iraq. La sua autorità venne immediatamente trasferita alla NATO, abituata a gestire operazioni segrete comprendenti i combattenti di bin Laden.
Nella controrivoluzione in corso in Medio Oriente, gli Stati Uniti e Israele giocano ancora la carta di tutti gli altri imperi prima di loro: appoggiarsi al fondamentalismo religioso per sopprimere il nazionalismo. L’unica novità del dispositivo è che vogliono utilizzare sia i combattenti wahhabiti di Bin Laden come braccio armato e i takfiristi reclutati tra i Fratelli Musulmani, come vetrina politica. Questa fusione sarà complessa, soprattutto per poter includere il ramo palestinese dei Fratelli musulmani, Hamas, che per il momento non intende da questo orecchio. Hanno affidato la guida di questo nuovo movimento al “consulente religioso” di Al-Jazeera, lo sceicco Youssef al-Qaradawi, che ogni giorno fa appello in tv per rovesciare Muammar Gheddafi e Bashar el-Assad.
In questa prospettiva, hanno organizzato il ritorno di Al-Qaradawi nella sua patria. Durante le manifestazioni per la vittoria, il 18 febbraio scorso, hanno vietato il podio di agli eroi di Tahrir Square e gli hanno permesso di parlare a loro posto, davanti a una folla di quasi 2 milioni di persone. Il predicatore ha quindi avuto il grande piacere di dirottare la rivoluzione egiziana, per distanziarla dal nazionalismo di Nasser e dall’anti-sionismo di Khomeini. Sotto la sua influenza, gli egiziani hanno rinunciato ad eleggere un’assemblea costituente e invece hanno modificato la legge fondamentale per dichiarare l’Islam religione di Stato.
Riorganizzazione a Washington
Una volta i compagni di bin Laden erano i “combattenti per la libertà”. Fu quando la Heritage Foundation organizzava raccolte di fondi per sostenere la jihad del miliardario anti-comunista, all’epoca del Rambo hollywoodiano che aiutava al-Qaida a sconfiggere l’Armata Rossa.
Oggi, sono di nuovo i “combattenti per la libertà”, quando indicano alla NATO gli obiettivi da bombardare sul suolo libico, o quando sparano indiscriminatamente sulla folla e la polizia, in Siria.
Per coordinare il loro lavoro e quello delle forze USA, dei cambiamenti di fondo si sono già avuti a Riyadh. Il clan Saidairis ha imposto il ritorno del principe Bandar e l’invio delle “Aquile di Nayef” per massacrare i manifestanti in Bahrain e radere al suolo le moschee sciite. Ma i cambiamenti di organigramma più importanti sono in corso a Washington.
Il generale David Petraeus, che comandava il CentCom e utilizzava le reti di Osama bin Laden per assassinare l’opposizione irachena, è stato nominato direttore della CIA. Bisogna concludere che l’amministrazione Obama vuole ridurre il suo impegno militare a favore delle azioni segrete.
Leon Panetta, il direttore uscente della CIA, a sua volta diventa il segretario alla difesa, una posizione riservata agli ex membri della Commissione Baker-Hamilton, di cui faceva in realtà parte, assieme al suo amico Robert Gates. Sarà incaricato di limitare l’impegno militare sul terreno, ad eccezione di quelli delle forze speciali.
L’annuncio ufficiale, con quasi un decennio di ritardo, della morte di Osama Bin Laden, chiude un ciclo e ne apre uno nuovo. Il suo personaggio è stata la punta di diamante delle operazioni segrete contro l’influenza sovietica, e poi russa, prima di diventare il propagandista dello scontro di civiltà, l’11 settembre, e di essere usato per eliminare la resistenza in Iraq. Usurato, non era più riciclabile, mentre i suoi combattenti lo erano. Saranno ora assegnati per fare deviare la “Primavera araba” e per lottare contro l’Asse della Resistenza (Iran, Siria, Hezbollah, Hamas)."