mercoledì 20 giugno 2012

Lezioni di economia

Quando un governo vara provvedimenti economici o un illustre cattedratico spiega i fondamenti dell'economia, così come quando un industriale di chiara fama chiarisce il suo pensiero in proposito, tutto permeato di alti valori e socialità, il nostro pensiero dovrebbe andare all'aforisma di Pitigrilli secondo il quale l'economia non è altro che metà della popolazione del mondo che vende qualcosa all'altra metà. Più semplicemente per Max Weber ogni attività umana è economica, nel senso che il lavoro in casa o fuori, per la famiglia o per gli altri ha per scopo raggiungere il necessario per la sopravvivenza. Persino gli artisti lavorano per vendere le loro opere, per non parlare delle religioni che si ispirano al trascendentale ma che chiedono denaro ai fedeli (e non solo a loro) per mantenere in piedi le organizzazioni di culto.
Quindi l'economia è l'insieme dell'apparato che fa vendere qualcosa agli altri, qualcosa di concreto come immobili, pentole, auto, quadri, ma anche spettacoli, assistenza, relax e sermoni sull'aldilà. In sostanza tutto fa brodo per guadagnare qualcosa, anche se non perfettamente lecito, come qualche volta capita anche in politica e non ci riferiamo a quei parlamentari che si fecero dare dal tesoriere della Margherita i denari dei rimborsi elettorali per costituire correnti di partito in seno al Pd o addirittura formare nuovi movimenti politici. Per non parlare di coloro che si sono trovati, a loro insaputa, ad essere proprietari di immobili o aver usufruito di favolose vacanze esotiche. Il nostro pensiero va invece alla politica internazionale.
Il miglior modo di vendere è penetrare nei mercati altrui, tenere soggetti a sè stati e apparati economici magari anche solo culturalmente o con "trattati d'amicizia". L'Europa rappresenta il 7% del mondo, è una piccolissima entità ma è ancora strategica e il dominio del Mediterraneo è importante in quanto anello di congiungimento per i traffici (navi, petrolio, ecc.) tra il Medioriente e l'Europa, l'Est e il continente americano. I porti della Grecia sono ambiti dalla Cina come base per i loro mercantili (per poi dirottare su gomma o rotaia i prodotti verso l'Europa est ed ovest) ma anche dalla Russia per la flotta militare che potrebbe correre in aiuto ai fratelli musulmani. Italia e Spagna sono le porte del continente europeo, così come il Portogallo lo è per le americhe e l'Irlanda quale ponte tra gli Usa e l'Europa. Non a caso sono tutti paesi della periferia europea investiti dalla speculazione. Lo stesso presidente degli Usa Barack Obama sembrerebbe preoccupato da una eventuale dominazione russo-cinese nel mar Mediterraneo e più volte ha invitato l'Unione europea a far fronte alla crisi dei suoi paesi periferici, forse ha capito che dopo l'Europa tocca all'America.
Oltre a quanto sopra, quando un'azienda o un paese si trovano in difficoltà entrano in azione i grandi speculatori internazionali che si arricchiscono approfittando delle crisi, prestando denaro ad alto tasso d'interesse o acquistando partecipazioni azionarie svalutate da rivendere (dopo incorporazioni o giochi contabili) al momento della ripresa. Oppure contribuire al fallimento di un marchio per eliminare la concorrenza sui mercati internazionali.

Domani: Dall'uomo all'immagine.