mercoledì 21 novembre 2012

Cento giorni

Mancano poco più di cento giorni per la chiamata alle urne elettorali per il rinnovo del Parlamento ma ancora non sappiamo con quale legge andremo a votare e quali saranno i candidati a premier dei due maggiori partiti attualmente presenti alla Camera e al Senato. Nell'intento di fare chiarezza Luca Cordero di Montezemolo ha presentato una nuova formazione politica che intende collocarsi al centro riproponendo al governo Mario Monti, rubando così la scena e i consensi alla coppia Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini.
In vista delle elezioni stanno sorgendo partiti e movimenti come i funghi dopo una nottata di pioggia, tutti i personaggi dichiarano di voler far chiarezza enunciando idee senza spiegare come attuarle. Dal presidente di una cooperativa al piccolo imprenditore, dal gestore di un circolo di biliardini all'assessore comunale, fondano movimenti e cercano visibilità erigendosi a paladini dei disabili o della messa in sicurezza di una scuola, o contro la discarica sul proprio territorio, e così via. Tutte questioni reali ma che hanno il sapore di un vero e proprio imbroglio per racimolare qualche aggregato alla battaglia per negoziare, poi, con qualche formazione politica consolidata o di auspicabile successo il proprio inserimento nella lista dei candidati.
Montezemolo presenta il partito ma non si candida così come Beppe Grillo, Silvio Berlusconi ancora non ha deciso, Monti ha detto "ni", nel Pdl e nel Pd si va verso la rottamazione dei condannati e dei padri nobili; si assiste alla lotta di tutti contro tutti: amici e nemici. Un bel modo di fare chiarezza! A questo punto l'elettore cosa deve pensare?
Però alcuni punti fermi ci sono: chiunque governerà dovrà reperire, nel bilancio 2013, cinquanta miliardi di euro per pareggiare i conti. Ve li immaginate voi Matteo Renzi o Pier Luigi Bersani o Pier Ferdinando Casini andare per la questua, con il cappello in mano, al Fondo Monetario Europeo e alla Bce? Quale credibilità avranno presso gli organismi internazionali, se addirittura - stante la massiccia astensione dal voto - neppure insieme rappresenteranno il 25% degli italiani aventi diritto al voto?
Il prossimo governo dovrà contare più sull'appoggio dei consessi mondiali e della finanza internazionale che della fiducia dei suoi cittadini; a prescindere dal risultato elettorale la strada è stata già tracciata dagli altri: in Italia e all'estero. I nomi spendibili sono pochi: Giorgio Napolitano, Mario Monti, Mario Draghi, Romano Prodi, Carlo Azeglio Ciampi, Emma Bonino e Giuliano Amato. Un bel parterre di gerontocrazia alla faccia del cambiamento e della rottamazione!

Domani: Siamo fessi!