giovedì 8 novembre 2012

Parlamento e cittadini

- Ad ogni scadenza del mandato parlamentare si assiste, specie negli ultimi decenni, al cambiamento della legge che regolamenta le elezioni.  E qui già sta il primo stravolgimento della democrazia: i mutamenti non si dovrebbero fare alla vigilia della chiamata alle urne. Il secondo imbroglio lo si intravede nelle attuali discussioni tra i partiti, ognuno cerca di fare una legge che vada in suo favore e danneggi l'altro. Tutto in nome della democrazia e della trasparenza!  Ma la vera democrazia si ha quando il cittadino conosce il parlamentare di riferimento dell'area elettorale; quando è in grado di giudicare lui e i suoi famigliari: dove vanno a scuola i figli? Che lavori ha svolto finora? Che famiglia è? Qual è il tenore di vita? ecc. Ma soprattutto che la rappresentanza in parlamento non sia l'unica professione del candidato in cerca di voti. Solo per fare i nomi dei più noti esponenti di tre partiti: Pier Ferdinando Casini, Massimo D'Alema e Gianfranco Fini, vi ricordate la precedente occupazione prima che entrassero in politica? Impossibile perchè in vita loro non hanno svolto altre attività. E che dire dell'ex sindacalista della Cgil Fausto Bertinotti che da difensore degli operai divenne, quale presidente della Camera dei Deputati, difensore dei privilegi dei parlamentari?
Un'altro pericolo si sta preparando ai danni degli elettori: il listino, cioè una piccola lista di privilegiati che, in ogni caso, dovranno entrare in parlamento attraverso i cosiddetti "resti" senza essere scelti dalle preferenze dei votanti. Convogliando tutti i voti, che nei vari collegi elettorali, non sono stati sufficienti ad eleggere un rappresentante ogni partito potrà calcolare quanti parlamentari potranno entrare alla Camera senza passare per le preferenze. Alla faccia della democrazia!

- Se un cittadino si deve iscrivere in un albo professionale o aprire un'attività dovrà produrre, a seconda dei casi, il certificato dei carichi pendenti in tribunale, il certificato antimafia e altre certificazioni che ne dimostrino l'integrità morale. Certificazioni che non sono richieste per divenire parlamentari e neppure ministri. Con una recente legge il parlamento ha sancito che i disonesti non potranno candidarsi, ma è proprio così? Non lo potranno coloro che avranno avuto una condanna penale superiore a due anni, confermata dalla Cassazione. Con i ricorsi vari per avere una sentenza definitiva passano anni e talvolta si arriva alla prescrizione per termine degli anni ma sino al giudizio definitivo - come regola garantista - l'impunito potrà svolgere i suoi traffici, bella giustizia! Un truffatore che raggiri dei pensionati o alteri i libri contabili danneggiando soci, lavoratori e azienda, può sedersi in parlamento in quanto non commette reati penali (quindi non soggetti a carcere) oppure la truffa è perseguibile solo in caso di denuncia della vittima. Se la caverà con una multa! Se le cose sono veramente così il presidente della Repubblica prima di firmarla potrebbe chiedere il parere o inviarla alla Corte Costituzionale? O il parlamento fa le leggi e belle o brutte che siano vanno in ogni caso applicate? D'accordo, la Giustizia è sorta per legittimare i soprusi della Chiesa e della nobiltà medioevale e non per tutelare i deboli e gli indifesi, ma ora siamo nel duemila, non sarebbe il caso di rivedere qualcosa?