giovedì 17 luglio 2014

Nani e giganti

In questi ultimi giorni altri pezzi dell'Italia industriale sono passati in mani estere, qualcuno dice che è un bene perché sono entrati capitali stranieri, qualcun altro è perplesso o addirittura contrario. Un fatto è certo: negli ultimi cinque anni le aziende italiane cedute agli stranieri hanno aumentato mediamente il 2% del fatturato e della produzione ma molti operai sono andati a casa, o messi in libertà come farisaicamente si dice.
Un altro dato ci dice che nel nostro Paese il 40% delle ditte è essenzialmente familiare mentre nel resto del mondo industrializzato sono al 20%. Una volta si diceva "piccolo è bello", ora si inneggia al gigantismo. L'Italia anche in questo è anomala e, forse, è un bene. Demodoxalogicamente parlando stiamo andando verso un'era ove predomineranno i monadi: tanti individualisti collegati fra loro da una rete di interessi economici e sociali che faranno gruppo per un limitato periodo al fine di raggiungere uno scopo. Da una parte si andrà verso l'individualismo, dall'altra (per la legge degli opposti estremismi o dei cicli) verso le grandi concentrazioni (la ricostruzione degli imperi politici, economici, ideologici). In questo quadro aumenterà la vocazione a mettersi in proprio e in gioco, l'aspettativa verso l'aiuto dello stato pietoso è al tramonto, ecco il motivo per cui l'Italia è anomala nel senso che precede i percorsi degli altri paesi. In un periodo storico ove il lavoro diminuirà aumenteranno le micro-imprese personali (gli imprenditori monadi) per sopravvivere alla crisi.
In I sociologi e la famiglia  (atti del convegno  dell'Associazione nazionale sociologi e della Cooperativa sociale maggio '82, maggio 2003) abbiamo scritto