venerdì 18 luglio 2014

Rappresaglie

Nell'ultima guerra mondiale gli ebrei hanno subito la peggiore persecuzione dell'epoca moderna, con incarcerazioni, deportazioni, spogliazione degli averi, sino all'orrore della camere a gas. Un vero e proprio genocidio di uomini, donne e bambini che ha generato sdegno in tutti i paesi e presso tutte le religioni ed etnie suscitando, nel contempo, slanci di solidarietà verso la popolazione israelita. Sulla scia di quanto visto e saputo associazioni, movimenti ideologici e singole persone hanno manifestato, fin dallo scorso secolo, la volontà di superare le barriere razziali, religiose e politiche attuando la tolleranza, la condivisione, il rifiuto dell'odio e della guerra per riconoscersi tutti come fratelli.
Però con la creazione dello stato d'Israele sono stati estromessi i palestinesi dalle loro terre ed è stato costruito un muro (come avvenne per Berlino nel regime comunista) di separazione tra i due stati. Eppure proprio gli ebrei hanno permanentemente ricordato la tragedia ed il martirio da loro subito ponendolo come un evento risarcitorio agli occhi del mondo e della storia.
Ma cosa accade con i palestinesi? Nell'ultimi mesi i bombardamenti hanno fatto seicento vittime tra la popolazione civile palestinese (comprendente donne e bambini). Si sono dimenticati delle donne e dei bambini ebrei ingiustamente trucidati sotto il nazismo? Se loro sono stati martiri di una guerra le vittime odierne cosa sono?
Non possiamo ammettere che la distruzione di un popolo possa avvenire come ritorsione dei tre giovani ebrei precedentemente assassinati, in qualsiasi società (vedasi ciò che accade non solo in Usa e nel resto del mondo ma anche in Italia) c'è sempre l'esaltato, la mente malata, il gesto di follia, non per questo si imputa a tutta la popolazione la colpa di quanto avvenuto. In questi casi esiste il raziocinio che demanda alla giustizia  di fare il suo corso (eventualmente anche attraverso lunghi anni) in alternativa alle barbarie della rappresaglia.
E' una questione di civiltà: oggi solo le società arretrate culturalmente e le cosche di stampo mafioso praticano la rappresaglia.
Lo stato d'Israele non può più accampare il pretesto dei martiri non sufficientemente compensati dalla storia!