martedì 28 ottobre 2014

Le tendenze cicliche

Per prevedere il futuro i demodoxaloghi si basano sul presente, nella convinzione che esso altro non sia che l'evoluzione di un mondo in continuo movimento ove il Tempo è una convenzione per definire i periodi di un percorso (vedi Toddi) con le sue costanti K che mutano per quanto attiene alle ideologie, alla tecnica, ai rapporti sociali ma che mantengono costanti le pulsioni dell'agire (Bertrand Russell) che derivano dal complesso intreccio tra territorio-risorse-popolazione.
Per visualizzare la ciclicità dei comportamenti sociali nelle nostre pubblicazioni abbiamo reimpostato un grafico tratto da uno studio di Daniel Bell, presidente di una comitato di esperti chiamati dall'Hudson Institute per studiare le tendenze cicliche della società umana a partire dai tempi di Aristotele. Il grafico, ovviamente, ha il solo fine di mostrare una tendenza universale come base per impostare un confronto tra il passato e il presente in quanto il futuro lo percepiamo dalle innovazioni (sociali, tecniche, culturali) dei futuristi, cioè di coloro (visionari, profeti, ribelli) che vanno contro le tendenze sociali (gli stereotipi) ma che, alla fine, si impongono sulla massa creando i nuovi stereotipi sino a quando non prevarranno i successivi futuristi portatori di un nuovo ciclo.
Il percorso tra l'innovazione percepita, quella accettata e di uso comune, e infine il suo decadimento non ha tempi lineari e uguali in tutti i paesi e in tutte le epoche storiche (Spazio/Tempo) ma varia in base alla consistenza dell'opinione pubblica generalizzata, a sua volta formata dalle varie opinioni pubbliche in evoluzione e contrapposizione.
Di stabile, cioè costante, rimane l'interazione tra l'ideologia (la cultura imperante) e le istituzioni (politiche, economiche, religiose), nel senso che al mutare di una (ideologia) muta anche l'altra (istituzione) e non viceversa, vedasi in proposito David Hume.  
A beneficio dei lettori riproponiamo i grafici  elaborati dalla Sidd.