Chi ci segue avrà assorbito il concetto che è la tecnologia che cambia la società, cioè la politica e i modi di pensare e di vivere. Le ideologie (culturali, religiose, politiche) percepiscono i fermenti innovativi ma non sono in grado di gestirli poiché sono uguali alle istituzioni demandate a governare la società. Istituzioni che, per loro natura, rappresentano la conservazione e vedono nelle innovazioni il nemico che le sotterrerà. Nonostante le resistenze e i ritardi l'evoluzione proseguirà il suo cammino e travolgerà la politica, le istituzioni e le vecchie forme di lavoro. Nella politica si passerà ad aggregazioni momentanee, non istituzionalizzate come i partiti, per risolvere - caso per caso - singoli problemi locali o settoriali; nell'amministrazione ad una minore ingerenza e disciplina nella vita sociale, più aperta al privato e al fai da te; nel lavoro all'abbandono dell'idea del posto fisso e dell'aiuto statale per passare al minicooperativismo e all'impresa personale. Per meglio chiarire come si arriva a quanto sopra esposto riportiamo dei passaggi tratti da annose pubblicazioni.
(da Vecchie e nuove povertà nell'area del Mediterraneo, Edizioni della Società Umanitaria
Milano 1999)