Lo schema di Antonella Liberati e il grafico di Toddi (Pietro Silvio Rivetta), messi a confronto, ci inducono alle seguenti considerazioni: viviamo il presente cogliendo l'apparenza del fenomeno, in continua progressione, ma non la sua dimensione reale che consiste in una mutazione del passato che tende al futuro.
I soggetti che si trovano nella categoria dei futuristi o nel post-post-moderno, per esempio, vivono il loro presente dimenticando spesso da dove vengono o dove la strada li porterà. Cioè vedono solo l'apparenza del presente (la fiamma che procede) mentre con la demodoxalogia si percepisce quello che Franco Rizzo ha chiamato "deja vu" (sensazione di un movimento di trasformazione già visto).