Angela Merkel, la potente cancelliera della Repubblica federale tedesca, sino alla caduta del muro di Berlino è vissuta nella Germania Est (quella governata dal comunismo) quindi può considerarsi un'immigrata al pari dei milioni di cittadini tedeschi e di altri paesi dell'est che invasero pacificamente la ricca e libera Germania che accolse fraternamente l'ondata di cittadini (ormai liberi di varcare i confini) di linguaggio e cultura pangermanica. Non per nulla per tutto il periodo del muro una stazione radio (se non ricordo male radio libertà) nel settore americano di Berlino diffondeva proclami liberatori e cultura tedesca rievocando ed auspicando una unica nazione germanica (come ai tempi dell'impero austro-ungarico, cunti gens una).
E' stata quella massa di cittadini che, con la riunificazione delle due germanie, ha messo in moto l'economia tedesca con i consumi che hanno generato nuova occupazione, innestando una spirale positiva per il pil.
L'annuncio dell'ingresso di cinquecentomila profughi l'anno provenienti dalla Siria, in un periodo di stagnazione anche per il paese della Merkel, non è altro che il calcolo di una statista che vede le cose in prospettiva prevedendo una ripresa dei consumi e del lavoro proprio mediante l'apporto della nuova ondata di immigrati siriani, più qualificati rispetto ai profughi degli altri paesi ospitati dal resto dell'Europa.