Un solenne funerale con un carro trainato da sei cavalli, la grande affluenza di fedeli alle esequie e il cospargimento di petali di rose nella piazza antistante la chiesa hanno fatto gridare dal popolino che si trattava delle onoranze ad un mafioso. In realtà noi guardiamo ma non vediamo quello che ci circonda, basta che uno ci dica: vedi quello ha la gobba, che ci accorgiamo che ha la gobba.
Nel corso della nostra vita adattiamo la visione degli eventi allo stato di umore, alle necessità fisiologiche o sociali, alle circostanze, a quanto ci viene sussurrato dagli altri, ecc. A piazza san Giovanni Bosco a Roma c'è stato il funerale in pompa magna (quasi di stato) di un tal Luciano Casamonica, che a detta del parroco andava la domenica a messa con i famigliari e i figlioli frequentavano l'oratorio (non ha citato l'eventuale importo dell'elemosina), mentre a detta dei vicini e dei negozianti era una famiglia discreta e tranquilla. Se questo è quanto afferma chi conosceva il casato come è nato l'accostamento alla mafia? Sicuramente dalla fantasia di un giornalista o dalla voglia di notorietà di un pubblico ministero, come accaduto al presidente Silvio Berlusconi ingiustamente perseguitato da una vita da taluni magistrati (di sinistra).
Ben pochi conoscevano prima i Casamonica, eppure dopo il funerale raccontano le sue cene, in quale clinica si ricoverava, le case che aveva venduto o acquistato, i rubinetti d'oro al bagno, e così via. Il fatto è che l'invidia sociale si scatena e un tale funerale ha liberato il desiderio di rivalsa facendo vedere o immaginare quello che prima non si vedeva.
La mafia non esiste, avete mai incontrato un signore a passeggio con la coppola per cappello, un fucile a canne mozze a tracolla, stivaloni o giacca di camoscio ? Avete mai assistito in una villa al bacio con stretta di mano di due o più gentiluomini che si incontrano giurandosi eterna amicizia su di un teschio ?
Quello che, invece, incontriamo giornalmente è un sindaco che dice al comandante dei vigili urbani di sospendere gli accertamenti su un certo illecito, oppure di documenti che si sono persi all'ufficio tecnico comunale o di mappe sbagliate per la disattenzione di un geometra; di famiglie che si installano nelle case temporaneamente vuote perché i proprietari sono ricoverati o in vacanza, di ispettori della sanità che offrono al trattore di chiudere un occhio in cambio del pranzo domenicale per la famiglia; di vigili urbani che reclamano il diritto di due bottiglie di vino buono; di un generale dell'aereonautica che impone alla scuola parificata la promozione della figlia; di piani urbanistici elusi, tasse non pagate, atti notarili incompleti, edificazioni abusive, ove via di questo passo ognuno può aggiungere del suo. Ma le vittime non hanno mai denunciato i soprusi ben sapendo che avrebbero patito ulteriori guai col risultato che tali eventi essendo solo registrati nella memoria dell'offeso ufficialmente non esistono, quindi non sono accaduti.
Se un evento non è accaduto non si è visto, ecco allora che la mafia non esiste. A meno che quelle quisquiglie sopra menzionate le consideriamo l'anticamera della mafia, ma se esistono unicamente nella fantasia del popolo pecorone come si può far apparire quello che non c'è (nei documenti) ? La mafia non esiste perché non ha odore, colore. E' come l'aria c'è ma non si vede, è evanescente come quei personaggi (chiacchierati) che sono i registi degli eventi cui partecipiamo ma che non vediamo.
La mafia non esiste, avete mai incontrato un signore a passeggio con la coppola per cappello, un fucile a canne mozze a tracolla, stivaloni o giacca di camoscio ? Avete mai assistito in una villa al bacio con stretta di mano di due o più gentiluomini che si incontrano giurandosi eterna amicizia su di un teschio ?
Quello che, invece, incontriamo giornalmente è un sindaco che dice al comandante dei vigili urbani di sospendere gli accertamenti su un certo illecito, oppure di documenti che si sono persi all'ufficio tecnico comunale o di mappe sbagliate per la disattenzione di un geometra; di famiglie che si installano nelle case temporaneamente vuote perché i proprietari sono ricoverati o in vacanza, di ispettori della sanità che offrono al trattore di chiudere un occhio in cambio del pranzo domenicale per la famiglia; di vigili urbani che reclamano il diritto di due bottiglie di vino buono; di un generale dell'aereonautica che impone alla scuola parificata la promozione della figlia; di piani urbanistici elusi, tasse non pagate, atti notarili incompleti, edificazioni abusive, ove via di questo passo ognuno può aggiungere del suo. Ma le vittime non hanno mai denunciato i soprusi ben sapendo che avrebbero patito ulteriori guai col risultato che tali eventi essendo solo registrati nella memoria dell'offeso ufficialmente non esistono, quindi non sono accaduti.
Se un evento non è accaduto non si è visto, ecco allora che la mafia non esiste. A meno che quelle quisquiglie sopra menzionate le consideriamo l'anticamera della mafia, ma se esistono unicamente nella fantasia del popolo pecorone come si può far apparire quello che non c'è (nei documenti) ? La mafia non esiste perché non ha odore, colore. E' come l'aria c'è ma non si vede, è evanescente come quei personaggi (chiacchierati) che sono i registi degli eventi cui partecipiamo ma che non vediamo.