Nel post del 3 scorso abbiamo sottolineato come i veri demodoxaloghi, di fronte a un fatto o una dichiarazione, cerchino in prima battuta di applicarvi un paradosso interpretando quanto visto, letto o udito al contrario. Ecco un'altro esempio: nelle riunioni o nei dibattiti c'è sempre qualcuno che si arroga il diritto (essendo evidentemente un sapientone) di spiegare al gruppo che "Caio intendeva dire ......"; un'affermazione che i demodoxaloghi traducono in "Non ho capito il discorso e le allusioni di Caio, spiego ad alta voce quello che mi sembra di intendere".
Ovviamente, dopo aver estremizzato la situazione, lo studioso del comportamento dei gruppi sociali andrà a verificare se e come il paradosso possa trovare dei reconditi perchè. Anzitutto controlleremo dove è avvenuto l'evento e in quale occasione, esempi: 1) il Papa ai fedeli radunati a piazza san Pietro invoca i rapitori di una ragazza a restituirla alla famiglia; 2) l'industriale X durante le trattative con i sindacati pone le sue condizioni e li invita a prendere o lasciare.
1) Di fronte ad un fatto di cronaca eclatante il silenzio dimostrerebbe disinteresse verso il dolore dei famigliari, specie se nella piazza ci fossero persone provenienti dal paese in questione.
2) Porre un ultimatum alle trattative significa andare a scoprire il limite delle concessioni possibili da parte dei sindacati.
Nell'uno come nell'altro caso si formeranno delle opinioni pubbliche alimentate dai mass-media: tutte favorevoli quelle per il papato per l'atto di comprensione umana (cos'altro avrebbe potuto fare?); polemicamente opposte invece le opinioni sull'ultimatum (e anche questo è scontato). Il Papa con il suo intervento pubblico (avrebbe potuto inviare riservatamente alla famiglia una lettera o un alto prelato) suppone di poter influire sulla coscienza dei rapitori (o di uno di essi) minacciando il castigo divino e, contemporaneamente, rinsaldare il rapporto coi fedeli. L'ultimatum industriale, specie in un momento di crisi politica ed economica, spaccherebbe il Paese, aggraverebbe la posizione del governo, creerebbe difficoltà in seno ai sindacati e ai lavoratori (molti dei quali sono disposti a lavorare a qualsiasi condizione, stante la deprimente situazione) ponendo la premessa per dei programmi da sottoporre ai partiti in vista di un rovesciamento delle forze o di nuove formazioni politiche.
In base a tali ipotesi, o altre che ne potrebbero scaturire, si passa alla verifica mediante il metodo "inde" che non è un sondaggio ma un'indagine, misurando la quantità dello spazio dato da particolari "strumenti" atti a creare opinione. Nella consapevolezza che non tutto fa opinione "stabile" ma è il calibramento (nel tempo e nello spazio) di "quel pubblico", di "quella notizia" e di "quel veicolo informativo" che crea l'opinione sociale destinata a scontrarsi con le altre opinioni.