giovedì 23 dicembre 2010

Psicologia delle folle

Sono ancora fresche le immagini che ci ha mostrato la televisione sugli scontri avvenuti al centro di Roma tra studenti e forze di polizia. Sinora avvenimenti così gravi nel nostro Paese ancora non si erano veduti, motivo per cui occorre riflettere sul perchè, le cause e i probabili effetti. Come demodoxaloghi dobbiamo notare delle incongruenze. Anzitutto il giovane che si è scagliato contro lo studente dimostrante è risultato un pizzaiolo precario, forse iscritto all'università ma certamente non uno studente. Inoltre alla manifestazione abbiamo potuto vedere moltissimi giovani che, data l'età, non potevano essere iscritti all'università. Che c'entravano il pizzaiolo e gli studenti di scuola media con la protesta contro il ministro Maria Stella Gelmini autrice della discussa riforma universitaria?
Infine il senatore Maurizio Gasparri, oggi con il Pdl ma con una gioventù passata nel Msi, si è contraddistinto nel chiedere una specie di arresto preventivo in occasione delle dimostrazioni di piazza ma, gli hanno potuto far osservare che proprio lui fu, quando era nel Msi, un agitatore delle piazze e un organizzatore di cortei. E' la logica di chi più si accanisce nel sostenere qualcosa che vuol rimuovere dalla sua coscienza. Una prova in più della validità di una regoletta demodoxalogica: interpretare i fatti e le dichiarazioni attraverso il paradosso di capovolgere il significato di quello che gli altri dicono (vedasi i post del 3 e 10 scorsi).
La proposta dell'arresto dei facinorosi non è nuova, nell'800 il medico francese Gustave Le Bon nel suo trattato di Psicologia delle folle (editore Longanesi, 1980) citò l'episodio avvenuto "durante uno sciopero di conducenti d'autobus a Parigi, bastò arrestare i due agitatori che l'avevano organizzato per farlo cessare." Ma Le Bon ci ha anche anticipato gli episodi di violenza: "un cuoco disoccupato che si era recato alla Bastiglia per vedere cosa stava succedendo, giudicò patriottico il gesto" di accoltellare il governatore. Questo perchè, ci ha spiegato Le Bon, in presenza di una qualsiasi folla scatta la "suggestionabilità, credulità, mobilità, esagerazione dei sentimenti buoni e cattivi [...] sotto l'influenza della suggestione, sono perfettamente convinti, di compiere un dovere patriottico" e cadono "in uno stato di eccitazione in cui ogni tentativo di ragionamento logico ha il solo effetto di stimolare impulsi bestiali". "Quando si tratta di far penetrare lentamente le idee e le credenze nell'animo delle folle - ha scritto - i metodi dei capi sono diversi. Essi hanno fatto ricorso a uno di questi tre procedimenti: l'affermazione, la ripetizione e il contagio. L'azione è abbastanza lenta ma gli effetti durevoli". Tre metodi ripresi un secolo dopo dal domenicano dell'ordine dei predicatori Felix A. Morlion fondatore dell'università cattolica internazionale Pro Deo (ora Luiss) e divulgati anche nella dispensa Filosofia dell'opinione pubblica (anno accademico 1948-49).