lunedì 13 dicembre 2010

Strategie da manuale

Qualsiasi sarà il risultato, in favore o contro  Silvio Berlusconi, gli unici perdenti saranno l'Italia e il popolo italiano. Due o quattro voti in più o meno per l'una o l'altra sponda politica non potranno definire la situazione, che rimarrà sostanzialmente identica a come era prima delle votazioni sulle mozioni di sfiducia. Anche se Gianfranco Fini riuscisse nel suo intento di sfiduciare il premier e quindi a farlo dimettere non avrà la forza sufficiente per insediare a palazzo Chigi un liberal democratico ma dovrà contrattare i voti del Pd, di Pier Ferdinando Casini, della Lega e dello stesso Berlusconi. Allora? Lo stesso accadrebbe con la vittoria del presidente del Consiglio in carica, il governo "per tirare a campare" avrebbe bisogno dei voti del cosiddetto Terzo Polo.
Quindi due perdenti che saranno costretti a trovare dei punti di accordo (salvando la faccia) per arrivare al momento in cui uno dei due deciderà che per lui sarà giunto il momento favorevole per le elezioni. Con i problemi economici del Paese in una situazione di crisi aggravata dall'inazione governativa e dalle pressioni internazionali. Situazione, in parte complessa e di difficile soluzione e in parte volutamente tenuta sotto tensione. E' la classica strategia che i cultori dell'Open Sources Service conoscono bene: quando uno stato o una multinazionale, per loro precipui interessi politici o economici, vogliono costringere un'altro stato o azienda ad aderire alle loro direttive prima creano le condizioni di disagio socio-economico, poi alimentano una campagna di scandali, sfiducia e infine di delusione. Quando nel paese la confusione sarà arrivata al massimo ecco allora prospettare l'arrivo del salvatore: l'uomo nuovo capace di raccogliere le speranze di rinnovamento.
Un nuovo politicamente nuovo o riciclato dal bidone della spazzatura ma gradito dai cosiddetti poteri forti (banche, multinazionali, governi amici, grandi aziende, Vaticano, confederazioni e confraternite varie, e così via). Chi ha più appoggi vince e, al momento, nessuno dei due contendenti ha tutte le carte nel mazzo; per non parlare del Pd che è escluso dal gioco. In questa situazione più che ai sondaggi di opinione, per vedere le preferenze degli italiani, sarà interessante monitorare gli strumenti di comunicazione cartacei e radiotelevisivi per scoprire la tendenza verso quel personaggio sul quale convoglieranno (creandola) l'opinione dei propri utenti. Nel presupposto demodoxalogico che, purtroppo come diceva il poeta romanesco Trilussa, il popolo non conta un c..., ma sono i poteri che si celano dietro le proprietà dei mass-media a muovere le leve della storia, anche se a volte non va nella direzione ipotizzata. La tecnologia influisce sulla cultura e sui comportamenti ma non tutti gli strateghi sanno percepire il cambiamento.