giovedì 3 novembre 2011

A, B, C e Z dell'economia

Il grafico mostra come la società, nel suo complesso e nella sua evoluzione, si poggi sull'interelazione tra i pilastri della cultura, dell'economia e delle istituzioni, ove ciascuna struttura influenza le altre e, a sua volta, ne viene influenzata.
"La cultura sviluppa il pensiero sociale, la ricerca scientifica e la forma delle istituzioni: dalla scienza nasce la tecnica che è l'applicazione scientifica a fini pratici ed economici. L'economia (libera o dirigistica) influisce sulla società attraverso la produzione e la distribuzione dei beni richiedendo sempre maggiore tecnologia.  
La società progredisce attraverso l'economia e si difende e rafforza mediante le istituzioni (aperte o chiuse).
Le istituzioni influiscono sullo sviluppo della società, della cultura e dei valori mettendo in moto il perenne cicolo a due direzioni".
(da "Scienza, società ed opinione pubblica", atti dell'VIII convegno di demodoxalogia, Mira-Venezia 13 maggio 2000, pag. 88)

Sia l'economia che la cultura, nel loro processo, attraversano una serie di fasi o periodi di crescenza e decadimento che possono essere sintetizzati nel grafico sovrastante di Antonella Liberati.
L'innovazione (ideologica o tecnologica) parte da un humus inizialmente percepito da pochi e via, via, applicata o accettata dall'intera società, nel cosiddetto periodo moderno.
Giunti all'apice inizia il decadimento con il post-moderno, sino al superamento delle concezioni ideologiche e della tecnologia obsoleta.
(Vedasi il "Corso di demodoxalogia", online gratuitamente su http://www.opinionepubblica.com/)

"Aree culturali o economiche, che hanno imposto il loro peso a zone geografiche confinanti, hanno perso, con il tempo, la leaderschip cedendola, in parte o per intero, ad una zona periferica divenuta più dinamica ed aggressiva di un qualsiasi altro stato della zona geografica centrale, fino a che un'altra area, ancora più periferica, non l'ha, a sua volta, invasa o conquistata.
 Più tardi un'area ulteriormente periferica è subentrata a questa, ed infine è avvenuto lo stesso per un'altra area ancor più periferica.
Una dilatazione connessa alle scoperte geografiche e scientifiche e al fatto che i paesi che si sono posti all'avanguardia nel pensiero scientifico e sociale hanno poi avuto una stasi di iniziative e una incomprensione degli sviluppi tecnologici, appagandosi del benessere e della posizione dominante raggiunta".
(la tesi di Carrol Quigley in "Lineamenti di sociologia dell'emigrazione", istituto bibliografico Napoleone Roma 1987, pag. 46)

Stante quanto sopra quando un Paese è nella fase decadente del post-post-moderno (inflazione) e, ancor più, obsoleto, è politicamente ed economicamente invaso dai paesi emergenti. Nel dopoguerra gli Usa ed il Giappone hanno dominato su intere aree geografiche: il Sol Levante con la tecnologia dell'elettronica (macchine fotografiche, auto, moto, computer), gli Usa con la divisione del mondo in buoni e cattivi e la conseguente penetrazione economica. Sulla scena mondiale ora abbiamo la Cina, l'India e, in lontananza, il Brasile. Economicamente in Europa la Repubblica tedesca ha una posizione di predominio, in seno alla Cee, sui paesi periferici come l'Irlanda, la Grecia, il Portogallo, l'Italia e la Spagna ma l'Europa, nel complesso, è debole nei confronti dei mercati mondiali. E, quando si è forti economicamente lo si è anche politicamente e militarmente. La politica internazionale, in funzione dei propri interessi economici, opera per gestire le risorse dei cosiddetti paesi sottosviluppati (direttamente con le colonie ed i protettorati oppure indirettamente con trattati di cooperazione o di addestramento ed armamento). Se le altrui risorse (petrolio, minerali, agroalimentare) rappresentano il futuro per i paesi dominanti la politica sarà quella di mantenere in posizione soggetta i paesi dominati, rallentando il loro sviluppo. Quarant'anni orsono il Brasile era in fase espansiva, forse troppo e velocemente, pertanto le multinazionali Usa appellandosi alla dottrina di James Monroe (l'America agli americani, 2 dicembre 1823) ne decretarono la recessione. Oggi la Cina sta acquistando milioni di ettari di terreno nei paesi africani quale sbocco per il futuro agroalimentare. Da qualche anno  Gheddafi si era messo a capo di un movimento tendente allo sviluppo dei paesi africani costituendo una banca di proporzioni mondiali per finanziare i progetti di tali paesi; alla penetrazione economica avrebbe fatto seguito la penetrazione culturale alterando (con il progetto degli Stati Uniti d'Africa) l'attuale geopolitica in mano agli occidentali. Per l'Occidente l'unione degli stati africani rappresentava un serio pericolo: non credo che la mano data agli insorti sia stata per garantirsi il petrolio libico (regolamentato da contratti) ma proprio per bloccare i piani di sviluppo finanziati dalla banca libica, ha dichiarato il demodoxalogo Francesco Bergamo, uno dei massimi esperti di Open Source.

Quando si parla di economia e di provvedimenti da prendere, le considerazioni fin qui esposte dovrebbero essere tenute presenti per finalizzare la soluzione a progetti governativi di ampio respiro, nella convinzione che nella società globalizzata ci si muove su grandi partite e solide alleanze per evitare l'effetto domino, sempre in agguato nei momenti di crisi. 

Due ultime considerazioni: 
- non si può prescindere dal rapporto territorio-popolazione-risorse (naturali ed umane). Il predominio degli Usa è stato reso possibile da un ampio territorio e risorse (naturali ed umane) abbondanti per i bisogni della popolazione, quando il predominio militare e politico è divenuto troppo ampio nei confronti del mondo (espansione territoriale virtuale) il Paese si è esposto agli attacchi esterni ed interni. Il Giappone, ricco di popolazione e risorse umane (dell'ingegno) ma con scarso territorio, ha allargato i confini esportando l'eccedenza di risorse tecnologiche. La Cina, ricca di territorio, popolazione e risorse naturali, acquista tecnologia (risorse umane) e investe all'estero. Anche se il cammino dell'economia è in perenne assestamento ed evoluzione lo sviluppo di un paese è dato da un equo rapporto tra la popolazione, il territorio e le risorse naturali ed umane.
- se abbiamo due frattali: A, zona abbastanza produttiva (nord Italia); B, zona depressa (Sud): un aumento di produttività nel frattale A genererà ulteriore occupazione, maggiore reddito ed iniziative, con un complessivo aumento del pil; nel frattale B i fondi destinati ad aumentare la produttività procureranno illusorie aspettative di occupazione (stante l'enorme numero di disoccupati rispetto ai posti disponibili) seguite da inquietudini sociali che potrebbero far aumentare i reati, giustificati da ideologie politiche e reali bisogni della popolazione. Pertanto nel frattale A si renderà necessaria la facilitazione al credito aziendale, nel frattale B la formazione professionale finalizzata allo sviluppo di cooperative ed iniziative locali. Inoltre, se un frattale tipo A migliora il pil il beneficio si estenderà anche ai frattali confinanti, con sviluppo di iniziative locali, allargandosi a macchia d'olio per imitazione.