L'attacco della speculazione contro le borse europee si è intensificato con perdite giornaliere intorno al 6%. I governi e gli economisti sono sgomenti e si interrogano sulle cause ed i possibili rimedi per evitare il tracollo. In bilico non ci sono solo la Grecia, la Spagna e l'Italia ma tutti quei paesi che, per effetto domino, non hanno una moneta forte. La stessa Repubblica federale tedesca, pur essendo l'unico paese con l'economia sana, ne soffrirà le conseguenze. I governi tacciono perchè sanno che in momenti come questi ogni dichiarazione sarebbe superflua e puramente di facciata.
Solo uno statista in Europa ha individuato le cause del disastro e annunciato che, a breve, presenterà i provvedimenti che il suo Paese adotterà per combattere la grave crisi: si chiama Silvio Berlusconi che, ancora una volta, ha perso un'occasione per stare zitto. Il nostro statista ha individuato nell'annuncio del referendum (proposto dal governo greco alla sua popolazione sui provvedimenti da adottare) le cause dello scossone che ha innestato il crollo delle borse.
E' proprio vero, è più facile accorgersi del granello nell'occhio degli altri che della trave nel proprio; pensi invece ai suoi tre giorni scaduti, dal ricevimento dell'invito delle autorità monetarie europee, ad adottare i provvedimenti suggeritigli o imposti.