Sul settimanale Oggi del 18 aprile (n. 16) un servizio di Giangavino Sulas torna sul caso di Emanuela Orlandi, la quindicenne cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno del 1983 mentre tornava a casa. In base alle ultime documentazioni si ipotizza che il sequestro ed omicidio fu organizzato dal capo della banda della Magliana Renato De Pedis, sepolto (come si usa per gli alti prelati e i personaggi illustri) nella basilica di sant'Apollinare, annessa alla scuola dove studiava la ragazza scomparsa. Un mese prima della scomparsa di Emanuela non tornò più a casa Mirella Gregori assai somigliante alla coetanea e forse rapita in sua vece, per errore. Sulla base delle testimonianze raccolte dal giudice Ferdinando Imposimato che indagò sul caso Orlandi in Vaticano qualcuno sà: il cardinale Agostino Casaroli titolare di una utenza telefonica riservata ove riceveva le telefonate dei rapitori, monsignor Dino Monduzzi e il sovraintendente della vigilanza vaticana Raoul Bonarelli che dopo essere andato a deporre presso la giustizia italiana assicurò al telefono (il 12 ottobre del 1993) i suoi superiori di non aver parlato, ricevendo (si suppone per premio e guarantige) la cittadinanza vaticana. Inoltre il Bonarelli fu riconosciuto dalla madre di Mirella, nel dicembre del 1985, come l'uomo che più volte avvicinò sua figlia in un bar in via Nomentana prima della scomparsa..
Le reticenze del Vaticano e la mancata collaborazione con la polizia italiana, in aggiunta a due misteriosi omicidi-suicidi di guardie svizzere, fanno sorgere illazioni sull'onorata sepoltura di De Pedis (per servizi resi?) e sull'intera vicenda facendo intravedere una guerra tra i vertici in seno al Vaticano come sempre avvenuto e documentato nel libro La santa casta della Chiesa, duemila anni di intrighi, delitti, lussuria, inganni e mercimonio tra papi, vescovi, sacerdoti e cardinali (tascabili Newton, Roma 2011). Un rapimento e conseguente omicidio che getta anche ombre inquietanti sul misterioso padre naturale e non adottivo della ragazza.
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