lunedì 16 aprile 2012

I fondamenti della demodoxalogia

Il dalmata Ruggero Boscovich, professore nel 1.700 al Collegio Romano del Vaticano (poi soppresso da papa Clemente XIV) , filosofo, matematico, fisico, astronomo, geodeta, fondatore dell'osservatorio di Breda, autore di più di 150 trattati, tra i quali la Philosophia Naturalis Theoria redacta ad unicum legem virium in natura existentium, ha spiegato l'universo fisico in base ad una sola legge che sovrintende tutte le cose fisiche esistenti in natura, attraverso un collegamento fisico immutabile in quanto soggetto a leggi K, cioè costanti. L'opera del gesuita Boscovich ha influenzato lo sviluppo della fisica ed ha precorso la teoria atomica della materia. Nel 1958 a Belgrado, in occasione della celebrazione del bicentenario della pubblicazione del trattato, i premi Nobel Niels Bohr e Werner Heisemberg e altri sedici relatori hanno ricordato le tesi del gesuita intese a spiegare l'universo fisico con una sola idea.
La visione filosofica dei demodoxaloghi, per quanto concerne l'opinione pubblica (sommatoria di più opinioni specifiche), può agganciarsi alle tesi del gesuita là dove sosteniamo una interelazione naturale esistente tra Territorio/Popolazione che vive su quel territorio (frattale)/Risorse naturali del territorio (sottosuolo, acqua, animali, vegetazione, ecc.) e umane (dell'ingegno e del fisico), mediante il quale un evento E è generato da un evento precedente e sfocia nel susseguente come un continuum (teoria di David Hume) di cui noi percepiamo gli effetti ma non la costanza del movimento (teoria di Toddi) in quanto ogni decisione singola o collettiva porta a scegliere strade obbligate da un concatenarsi di eventi che incidono sulla volontà umana in quanto, appunto, generate da situazioni (eventi) sviluppatesi attraverso un progressivo movimento e mutamento, a volte di difficile decifrazione (il deja vecu di Franco Rizzo).

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