La Rivoluzione francese, che sancì l'avvento della democrazia elettorale, fu la conseguenza di due eventi che caratterizzarono il secolo: il progresso scientifico e l'affermazione del ceto commerciale. Il socialismo, tuttora presente nella politica europea, è scaturito con Karl Marx in seguito all'applicazione tecnica delle scoperte scientifiche (la pre-industrializzazione) e la consapevolezza di masse di lavoratori manifatturieri, provenienti dall'agricoltura o dalla servitù, nel rivendicare i loro diritti.
In entrambi i casi l'innovazione nelle prassi e nelle teorie della politica fu possibile in quanto conseguenza di mutate condizioni economiche, prima del ceto commerciale e poi della classe operaia, ad opera del progresso della scienza e del fermento degli intellettuali, come per esempio Charles-Louis de Montesquieu, Jean-Paul Marat, Jean-Jacques Rousseau e lo scozzese Adam Smith contemporanei alla Rivoluzione francese. Il periodo politico che stiamo vivendo risale al Manifesto di Marx e alla teoria dell'occupazione di John Maynard Keynes in contrapposizione all'economia liberale di mercato di Smith, con i loro dialettici opposti seguaci moderni.
Sul piano della fisica, all'epoca della Rivoluzione francese, ci fu la scoperta dell'elettricità con Charles-Augustin Coulomb e la sua applicazione con Alessandro Volta mentre nella chimica Antoine-Laurent Lavoisier ne gettò le basi sistematiche: fu l'inizio di una visione diversa della scienza che trovò applicazioni nelle attività lavorative (specie nel XX secolo) trasformando il vivere quotidiano e la cultura imperante.
Le mutate esigenze, imposte dai ritmi della tecnologia, sviluppano ideologie sociali adeguate al vissuto delle persone e quindi la richiesta di nuove visioni politiche, modi di partecipazione e gestione delle risorse. Tutto il mondo industrializzato è ormai giunto al punto di rottura con l'epoca analogica (per sua natura lenta e piramidale) essendo sopraffatto dalle nuove tecnologie del digitale (veloce, globale e pervasivo) pertanto la partecipazione politica e le forme di governo (con le annesse politiche) tenderanno verso l'abolizione della piramide del comando per affidare alle mini-rappresentanze locali e del lavoro la gestione diretta e veloce del territorio e dei cittadini attraverso reti federate e macroregioni, riservando al governo centrale la sola fase di programmazione nazionale e rappresentanza con l'estero.
La velocizzazione della politica porterà al bipolarismo per abolire le dannose intermediazioni, quindi una legge elettorale alla francese; l'imposizione fiscale si sposterà sui consumi liberando i cittadini dalla vessazione patrimoniale e reddituale (oltretutto di difficile accertamento e fonte di ingiustizie); l'elemosina del sostegno al reddito o della cig e similari sarà assegnata solo come incentivo in presenza di cooperative di lavoro o utilizzo in attività sociali pubbliche; le gestioni finanziarie degli istituti di credito o investimento saranno regolate (su scala mondiale) da precise norme di controllo e salvaguardia degli utenti; oltre ad una diversa ottica nella gestione del patrimonio naturale e culturale, negli investimenti, nella cultura e nella ricerca.
Un nuovo che sbaraccherà diverse posizioni di rendita e che potrà essere attuato solo da una classe dirigente giovane (in sintonia con l'era digitale) che cercherà il confronto, relegando in soffitta i politici battaglieri come, per es., Beppe Grillo e Daniela Santanchè o saccenti come Renato Brunetta o Massimo D'Alema.
Sul piano della fisica, all'epoca della Rivoluzione francese, ci fu la scoperta dell'elettricità con Charles-Augustin Coulomb e la sua applicazione con Alessandro Volta mentre nella chimica Antoine-Laurent Lavoisier ne gettò le basi sistematiche: fu l'inizio di una visione diversa della scienza che trovò applicazioni nelle attività lavorative (specie nel XX secolo) trasformando il vivere quotidiano e la cultura imperante.
Le mutate esigenze, imposte dai ritmi della tecnologia, sviluppano ideologie sociali adeguate al vissuto delle persone e quindi la richiesta di nuove visioni politiche, modi di partecipazione e gestione delle risorse. Tutto il mondo industrializzato è ormai giunto al punto di rottura con l'epoca analogica (per sua natura lenta e piramidale) essendo sopraffatto dalle nuove tecnologie del digitale (veloce, globale e pervasivo) pertanto la partecipazione politica e le forme di governo (con le annesse politiche) tenderanno verso l'abolizione della piramide del comando per affidare alle mini-rappresentanze locali e del lavoro la gestione diretta e veloce del territorio e dei cittadini attraverso reti federate e macroregioni, riservando al governo centrale la sola fase di programmazione nazionale e rappresentanza con l'estero.
La velocizzazione della politica porterà al bipolarismo per abolire le dannose intermediazioni, quindi una legge elettorale alla francese; l'imposizione fiscale si sposterà sui consumi liberando i cittadini dalla vessazione patrimoniale e reddituale (oltretutto di difficile accertamento e fonte di ingiustizie); l'elemosina del sostegno al reddito o della cig e similari sarà assegnata solo come incentivo in presenza di cooperative di lavoro o utilizzo in attività sociali pubbliche; le gestioni finanziarie degli istituti di credito o investimento saranno regolate (su scala mondiale) da precise norme di controllo e salvaguardia degli utenti; oltre ad una diversa ottica nella gestione del patrimonio naturale e culturale, negli investimenti, nella cultura e nella ricerca.
Un nuovo che sbaraccherà diverse posizioni di rendita e che potrà essere attuato solo da una classe dirigente giovane (in sintonia con l'era digitale) che cercherà il confronto, relegando in soffitta i politici battaglieri come, per es., Beppe Grillo e Daniela Santanchè o saccenti come Renato Brunetta o Massimo D'Alema.