mercoledì 17 ottobre 2012

Il senso della Storia

Il diagramma di Chalmer, un teologo scozzese docente di matematica alla St. Andrew's University, è così interpretato da Toddi in Geometria della realtà e inesistenza della morte (De Carlo editore, Roma 1947):
"[...] abbiamo oltrepassato di gran lunga la barriera che limitava il sapere dei nostri antichi, ma la nostra maggiore scienza dev'essere considerata come misura della accresciuta zona di ignoranza, secondo il famoso diagramma geometrico del saggio teologo scozzese. Per quanto possa estendersi il diametro, la circonferenza sarà sempre, con esso, nel rapporto del misterioso e ammonitore n." 
L'interpretazione potrebbe anche essere accostata al senso della Storia: più progrediamo lungo il cammino dei secoli, nello Spazio e nel Tempo, e più ci rendiamo conto che c'è ancora tanto da conoscere e scoprire, un cammino e una conoscenza che si dilatano all'infinito ma sempre entro le dimensioni geometriche del diametro del conosciuto (il passato e il presente) e della circonferenza del conoscibile (il futuro). Un cerchio che si ingigantisce protendendosi all'esterno, verso lo spazio, ricalcando le modalità dei cerchi concentrici sempre più piccoli dei passati secoli. E' come se gettassimo un sasso in uno specchio d'acqua.
La Storia è quell'insieme di cultura, avvenimenti (spesso cruenti), storie personali e collettive, miti, scienza e ideologie che hanno dato vita - nello spazio e nel tempo - a dei cicli che hanno animato la vita, l'azione e i dibattiti, in seno a frattali sempre più grandi e uniti fra loro. Ove per frattali intendiamo porzioni di quell'ambiente entro cui si svolge l'azione.(*) Ha scritto il giornalista demodoxalogo Ferdinando Mazzei (L'indagine demodossalogica e il metodo dell'indagine storica, negli atti della XLV Riunione della Sips-Società italiana per il progresso delle Scienze, Napoli ottobre 1954):

"[...] Indubbiamente converrà intenderci intorno al significato di ambiente, che è termine troppo vasto e generico per rimanere senza altra specificazione. Perchè, se per ambiente dovrà intendersi, nel senso più vasto, quello che interviene a condizionare genericamente il fatto storico, anche la geografia e il clima e più ancora i caratteri antropologici ed etnici dei popoli che vi concorrono ed ancor più quelli sociali ed economici tutti insieme ne saranno i fattori determinanti, ma ambiente, per antonomasia, ci sembra, sia quella particolare fisionomia e quell'atteggiamento che assume il giudizio comune dei contemporanei di fronte al fatto, alla vicenda, all'eroe e passa con il nome di pubblica opinione. Come tale la pubblica opinione è capace di influenzare uomini e non solo gli uomini comuni, ma anche i protagonisti, indirizzandoli in un senso anzichè in un altro. Perchè la storia comunque la si voglia considerare - opera di singoli protagonisti, opera di vicende estranee agli uomini stessi, ma ad essi connessi nel divenire delle umane generazioni, oppure opera di uomini che sintetizzano e influenzano con la propria forza l'opera delle generazioni e delle cose sappiano indirizzare gli avvenimenti al loro valore -  in tutti i casi non potrà e non può prescindere dagli uomini, dalle comunità, che in un modo o nell'altro hanno condizionato gli avvenimenti, il protagonista. E' però opportuno precisare che i pubblici (mi richiamo espressamente alle definizioni di pubblico che ci dà la demodossalogia e alle sue più diverse specificazioni) sono tardi ad avvertire, sentire, e quindi partecipare all'avvenimento di carattere e portata storica, e che quindi gli attori della politica e della storia hanno da vedersela in realtà con pubblici bene determinati e circoscritti, che spesso sono più o meno qualificati, nell'espressione del loro giudizio, di fronte al fatto o al personaggio."
Pertanto, se l'insieme della popolazione, del territorio, delle risorse, del progresso culturale (scientifico e ideologico), degli avvenimenti umani e della natura, sono - sotto la specifica di ambiente - il contenitore della Storia, l'opinione pubblica è il motore che indirizza la Storia verso una o l'altra direzione, a sua volta condizionata (l'opinione pubblica) dall'insieme delle forze che compongono la Storia, in un perenne ciclo di  causa/effetto, espansione e caduta, dilatazione (globalizzazione) verso l'infinito alla ricerca di un equilibrio che difficilmente sarà trovato in quanto equilibrio vuol dire stasi e quindi somma zero: cioè la fine di un percorso, la morte, il passaggio ad altre dimensioni.
E' la ciclicità, lo scontro, il perenne rinnovarsi (pensiamo per es. alla crescita di un albero e alla stagionalità delle foglie e dei fiori), lungo una traiettoria prefissata da un insieme di concause, che caratterizzano la Storia di quella parte di Universo chiamata Terra.
(*) Frattale dal latino fractus=rotto/spezzato indica una frazione di una dimensione omogenea, la definizione viene usata per descrivere, con modelli e formule matematiche, comportamenti più vasti apparentemente caotici.
(6- continua)