La prassi politica per sua natura è complessa, contraddittoria e quasi sempre in ritardo rispetto all'evoluzione culturale e sociale. In questi ultimi anni sembrerebbe che in Italia la politica si stia avviando verso un avvitamento di indecifrabile sbocco. Sulla scorta degli insegnamenti di Toddi, David Hume e Franco Rizzo, secondo i quali gli eventi sono la conseguenza di un presente in continua modificazione, possiamo immaginare gli scenari futuribili della politica sulla base dei seguenti dati:
- accordo ai vertici ristretto tra il leader di governo e quello d'opposizione su patti compromissori riservati, quindi sconosciuti nei dettagli.
- linea e guida delle formazioni politiche da parte di personalità esterne al parlamento.
- parlamentari con funzioni di esecuzione delle direttive concordate ai vertici.
- minuscoli movimenti dissidenti più in funzione di visibilità che di apporto politico.
- legge elettorale tendente a conferire un potere smisurato al capo del governo.
- restrizione della privacy, della libertà d'opinione e dei referendum popolari.
- interferenza dello stato nelle aziende e negli accordi tra privati.
In sostanza lo scontro tra i poteri forti tende al raggiungimento dell'egemonia globale, una rivisitazione delle dittature in chiave moderna: senza l'apporto delle forze armate ma con il pesante intervento nell'informazione (o disinformazione) e nel condizionamento economico.
Una tendenza che mal si concilia con l'anelito di partecipazione della gente nella scelta del proprio destino e di quello del Paese. Due visioni diverse, l'élite e il popolo, che prima o poi si scontreranno generando una società diversa dopo quella feudale, commerciale e industriale.
- accordo ai vertici ristretto tra il leader di governo e quello d'opposizione su patti compromissori riservati, quindi sconosciuti nei dettagli.
- linea e guida delle formazioni politiche da parte di personalità esterne al parlamento.
- parlamentari con funzioni di esecuzione delle direttive concordate ai vertici.
- minuscoli movimenti dissidenti più in funzione di visibilità che di apporto politico.
- legge elettorale tendente a conferire un potere smisurato al capo del governo.
- restrizione della privacy, della libertà d'opinione e dei referendum popolari.
- interferenza dello stato nelle aziende e negli accordi tra privati.
In sostanza lo scontro tra i poteri forti tende al raggiungimento dell'egemonia globale, una rivisitazione delle dittature in chiave moderna: senza l'apporto delle forze armate ma con il pesante intervento nell'informazione (o disinformazione) e nel condizionamento economico.
Una tendenza che mal si concilia con l'anelito di partecipazione della gente nella scelta del proprio destino e di quello del Paese. Due visioni diverse, l'élite e il popolo, che prima o poi si scontreranno generando una società diversa dopo quella feudale, commerciale e industriale.