mercoledì 5 dicembre 2012

Il nodo è la legge elettorale

Ora il nodo è la legge elettorale: porcellum, porcellum modificato o proporzionale? E, quando si voterà il 10 febbraio come vuole la Lega e, sembrerebbe, il Pdl o a marzo? Cosa cambiano trenta giorni di differenza? La vittoria di Pier Luigi Bersani nelle primarie del Pd ha chiarito molti punti, rimangono gli incastri. Vediamoli:
- le primarie del Pd hanno galvanizzato il partito che già vede Bersani alla presidenza del Consiglio dei Ministri con una maggioranza intorno al 30%, rallegrando di fatto gli oppositori di Mario Monti che potranno spendere, in campagna elettorale come una loro vittoria, l'allontanamento da palazzo Chigi dell'attuale premier. Ma dovranno ingoiare il rospo di vederlo al Colle o al ministero dell'Economia per tranquillizzare i mercati e la finanza internazionale.

 - il movimento politico annunciato da Luca Cordero di Montezemolo non riuscirà, in soli sessanta giorni, a varare la lista e se ci riuscirà sarà un'accozzaglia di personaggi trasfughi da altri siti e in cerca di una nuova sistemazione; si calcola che nel solo Pdl perderanno il posto più di cento parlamentari. A mala pena riuscirà ad organizzarsi in novanta giorni, con le elezioni a marzo.
- Silvio Berlusconi e Angelino Alfano trarranno giovamento dalle difficoltà (non tanto organizzative quanto di aggiustamento delle candidature connesse all'incertezza della legge elettorale) di Montezemolo e potranno recuperare qualche voto, non superando il 15% dell'elettorato.
Pier Ferdinando Casini che con il suo partito non riuscirà a raggiungere il 10% dell'elettorato, preso atto delle difficoltà e della massa di concorrenti in seno al movimento "La terza Repubblica" di Montezemolo, opterà per l'alleanza con il probabile vincitore Bersani.
- anche Niki Vendola, obtorto collo, troverà un accomodamento con il Pd su alcune questioni definite prioritarie; gli altri personaggi della politica da Gianfranco Fini ad Antonio Di Pietro usciranno dalla scena salvo l'insipienza di qualche leader di ripescarli col porcellum. Così come per tutti gli altri leader di improvvisati e inconsistenti formazioni politiche.
- la Lega e Beppe Grillo potranno ritenersi soddisfatti dei voti che racimoleranno, anche se di molto inferiori alle attese e ai sondaggi. Saranno la frantumata opposizione al neopresidente Bersani. Il successo dei grillini per ironia della sorte spingerà il Pdl (o quello che sarà) a trovare punti di accordo con il governo.
- Matteo Renzi pur avendo perso le primarie ha vinto aggregando l'opinione pubblica (di tutte le formazioni politiche) intorno allo slogan della rottamazione, non delle generazioni anziane ma dei politici di lungo corso attenti più ai benefit della carica che agli interessi del Paese. Ha risvegliato l'interesse degli italiani verso la buona politica ed ha creato lo zoccolo duro che, entro il Pd, si strutturerà in corrente alternativa alla gerontocrazia del potere (come ad esempio Massimo D'Alema e Rosy Bindi) per sancire il definitivo passaggio ad un partito democratico all'americana da contrapporre ad un centro-destra, di là da venire, in attesa che si realizzi anche da noi il bipartitismo, mandando al macero il proporzionale.

Queste le previsioni, soggette a modifica in base alla data delle elezioni politiche, all'abbinamento con le regionali e alla nuova (?) legge elettorale. Ovviamente valide per il rinnovo del Parlamento e non delle regioni Lazio e Lombardia ove i risultati potrebbero essere diversi per il gioco delle amicizie  e dei comuni interessi tra le forze politiche.

Domani: la 16^ puntata sulla demodoxalogia.