Nei giorni scorsi informati giornalisti, politici ed esperti di economia ci hanno regalato quattro verità sinora sottaciute dai massmedia e nei dibattiti o, perlomeno, non raccontate con evidenza e tutte e quattro insieme. Riepiloghiamole per ordine cronologico:
- La Germania e un poco meno la Francia avendo nelle loro casse la quasi totalità del debito estero italiano, emesso per ridurre il disavanzo e pagare i relativi interessi, lo scorso anno con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy imposero a Silvio Berlusconi di attuare una politica di risanamento del bilancio italiano attraverso misure drastiche in grado di garantire alle due nazioni europee il rientro dei prestiti alle scadenze fissate.
- L'imposizione di Mario Monti, attraverso le manovre del Quirinale, non fu che la conseguenza delle richieste avanzate dai creditori: un uomo di fiducia in grado di attuare la politica d'austerità suggerita e concordata con il ministero del Tesoro italiano col fine di garantire l'onorabilità dei prestiti.
- Il presidente della repubblica aveva condiviso con Berlusconi la data del 10 marzo per la convocazione elettorale per il rinnovo del parlamento. Basandosi su questa condivisione il cavaliere aveva elaborato la sua strategia separando le elezioni regionali dalle politiche. L'annuncio delle dimissioni anticipate di Monti, quale risposta al disimpegno del Pdl nell'appoggiare il governo, ha scatenato il cavaliere nella corsa agli show elettorali.
- Stante la convocazione alle urne con il cosiddetto porcellum e l'estrema incertezza sulla probabilità di un governo stabile il presidente della repubblica Giorgio Napolitano ha fatto sapere al quotidiano dell'èlite industriale Corriere della Sera (sostenitore dell'ammucchiata dei montiani) che non è detto che conferirebbe l'incarico al leader del partito più votato, se non in presenza di una solida maggioranza.
Chi ha orecchie per intendere intenda: Monti potrebbe tornare a palazzo Chigi per completare l'agenda e garantire i creditori, come? Staremo a vedere!
Domani: considerazioni sul Natale.
- L'imposizione di Mario Monti, attraverso le manovre del Quirinale, non fu che la conseguenza delle richieste avanzate dai creditori: un uomo di fiducia in grado di attuare la politica d'austerità suggerita e concordata con il ministero del Tesoro italiano col fine di garantire l'onorabilità dei prestiti.
- Il presidente della repubblica aveva condiviso con Berlusconi la data del 10 marzo per la convocazione elettorale per il rinnovo del parlamento. Basandosi su questa condivisione il cavaliere aveva elaborato la sua strategia separando le elezioni regionali dalle politiche. L'annuncio delle dimissioni anticipate di Monti, quale risposta al disimpegno del Pdl nell'appoggiare il governo, ha scatenato il cavaliere nella corsa agli show elettorali.
- Stante la convocazione alle urne con il cosiddetto porcellum e l'estrema incertezza sulla probabilità di un governo stabile il presidente della repubblica Giorgio Napolitano ha fatto sapere al quotidiano dell'èlite industriale Corriere della Sera (sostenitore dell'ammucchiata dei montiani) che non è detto che conferirebbe l'incarico al leader del partito più votato, se non in presenza di una solida maggioranza.
Chi ha orecchie per intendere intenda: Monti potrebbe tornare a palazzo Chigi per completare l'agenda e garantire i creditori, come? Staremo a vedere!
Domani: considerazioni sul Natale.