Sabato scorso tre poliziotti in borghese sono andati nella redazione de Il Giornale per notificare l'arresto e accompagnare il "delinquente abituale" (come definito nella sentenza del magistrato) Alessandro Sallusti ai domiciliari, presso la compagna Daniela Garnero già coniugata Santanchè; il fatto è noto: il direttore del quotidiano aveva pubblicato un articolo (non scritto da lui) che criticava i provvedimenti di un magistrato, il quale ritenutosi offeso aveva presentato istanza di diffamazione, convalidata da un collega giudice ad un periodo di carcere.
Nell'anno 2012, in un Paese pervaso dalla mafia, da ruberie di ogni tipo, da un'evasione fiscale che è quasi un terzo del pil, da disastri ambientali causati da incuria, da malfunzionamento della pubblica amministrazione, collusioni, rapine, omicidi ..., si scomodano tre poliziotti per arrestare un "delinquente" che li stava tranquillamente aspettando.
Nell'anno 2012, mentre in tutti i paesi di solida democrazia escono feroci vignette satiriche persino sui simboli più alti delle istituzioni, in Italia ancora si colpiscono i reati d'opinione verso le varie caste. Se, ad esempio, dico o scrivo che un mio amico è "cornuto" chiaramente lo offendo e la persona avrà diritto ad un risarcimento, sancito per legge, ma ciò non mi vieterà di pensare che lo sia effettivamente e parlarne, in via amichevole, con qualche amico senza alcuna intenzione di malvagità. Possibile che per un reato d'opinione nel nostro Paese sia ancora previsto il carcere? Non è un retaggio delle dittature? Ma se per aver detto o scritto quello che uno pensa si va in galera come mai che in tanti casi di omicidio (dall'investimento automobilistico alla rissa) i colpevoli sono in libertà? Truccare i bilanci di una azienda o truffare i cittadini o lo Stato non è ben più grave dell'esprimere le proprie opinioni? Negli altri casi c'è un danno economico, con l'opinione solo un danno dell'immagine, tutto poi da dimostrare poiché in base al detto "parlate anche male di me ma parlatene" se ne giovano in pubblicità: quante oscure stelline o parlamentari hanno avuto visibilità e notorietà in seguito ai gossip?
Nell'anno 2012, in un Paese pervaso dalla mafia, da ruberie di ogni tipo, da un'evasione fiscale che è quasi un terzo del pil, da disastri ambientali causati da incuria, da malfunzionamento della pubblica amministrazione, collusioni, rapine, omicidi ..., si scomodano tre poliziotti per arrestare un "delinquente" che li stava tranquillamente aspettando.
Nell'anno 2012, mentre in tutti i paesi di solida democrazia escono feroci vignette satiriche persino sui simboli più alti delle istituzioni, in Italia ancora si colpiscono i reati d'opinione verso le varie caste. Se, ad esempio, dico o scrivo che un mio amico è "cornuto" chiaramente lo offendo e la persona avrà diritto ad un risarcimento, sancito per legge, ma ciò non mi vieterà di pensare che lo sia effettivamente e parlarne, in via amichevole, con qualche amico senza alcuna intenzione di malvagità. Possibile che per un reato d'opinione nel nostro Paese sia ancora previsto il carcere? Non è un retaggio delle dittature? Ma se per aver detto o scritto quello che uno pensa si va in galera come mai che in tanti casi di omicidio (dall'investimento automobilistico alla rissa) i colpevoli sono in libertà? Truccare i bilanci di una azienda o truffare i cittadini o lo Stato non è ben più grave dell'esprimere le proprie opinioni? Negli altri casi c'è un danno economico, con l'opinione solo un danno dell'immagine, tutto poi da dimostrare poiché in base al detto "parlate anche male di me ma parlatene" se ne giovano in pubblicità: quante oscure stelline o parlamentari hanno avuto visibilità e notorietà in seguito ai gossip?