venerdì 14 dicembre 2012

Le opinioni pubbliche


Oltre alla ciclicità dei percorsi storici, economici, culturali, che si evidenziano nei vari passaggi - per esempio - dalla scienza all'economia e dall'innovazione all'obsolescenza (*), l'aggregato umano nel formarsi un'opinione su una persona o un argomento è soggetto ad altre due fondamentali costanti K: l'imitazione-suggestione e il capro espiatorio. L'imitazione avviene all'interno di un gruppo (società o famiglia) mentre il nemico (l'altro), generalmente, è esterno al gruppo o considerato tale se non si uniforma allo stereotipo del gruppo; gruppo individuato dai demodoxaloghi come "pubblico" e quindi portatore dell'opinione pubblica di quell'agglomerato umano. Un paradosso di Pitigrilli (Dino Segre) rende bene l'idea:
"Nella camerata di una caserma, al ritorno da una giornata di esercitazioni, ventinove militari si gettano subito a letto ma uno prima di coricarsi si inginocchia e recita le preghiere. In un convento la sera un novizio si mette subito a letto e ventinove recitano prima le preghiere. In che consiste la differenza?"
E' evidente che quell'uno, che si è comportato in modo diverso dall'uniformità degli altri, è l'altro, il ribelle, la persona fuori dal branco, fuori dallo schema dello stereotipo militare o religioso. Stereotipi che si formano sulla suggestione dell'imitazione, facciamo un esempio molto semplice che tutti hanno modo di constatare: se ad un crocivia e con il semaforo rosso un automobilista indisciplinato passa ugualmente il suo esempio sarà seguito da altri. Non dite che non vi è mai capitato di osservare un fatto del genere. Il demodoxalogo Roberto Canali, in un suo studio ormai datato, ha potuto dimostrare che i suicidi dalla torre Eiffel di Parigi aumentano in proporzione al clamore dato dai mass-media: più se ne parla e più avvengono. Sul tema dell'imitazione-suggestione fondamentali sono gli studi (in quanto primi per ampia trattazione) di Gustave Le Bon Psicologia delle folle del 1895 (edizione italiana Longanesi 1980) e Gabriel Tarde Le leggi dell'imitazione  del 1890 (edizione italiana Roesemberg & Sellier 2012). Riportiamo da Presupposti psicosociali all'inchiesta demodossalogica tratto dalla rivista di scienze sociali Sociologia, edita dall'istituto Luigi Sturzo (anno XXVII  - 1995 - n. 1/3):
"Da questa tematica nasce l'idea centrale di Tarde, fondata sul principio dell'imitazione: "Lo stato sociale, come lo stato ipnotico, non è che la forma del sogno, un sogno su comando e un sogno in azione. Non avere che idee suggerite e crederle spontanee: tale è l'illusione propria del sonnambulo, così come dell'uomo sociale [...] il rapporto da modello a copia, da padrone a suddito, da apostolo a neofita, prima di divenire reciproco o alternativo come lo vediamo ordinariamente nel nostro mondo egualitario, ha dovuto necessariamente cominciare con l'essere all'origine unilaterale e irreversibile".(*) Ecco perchè l'informazione proveniente dalle autorità (perchè chi ha potere ne sa di più) è accolta dall'individuo, in quanto essere sociale, in modo passivo e come bisogno di fondamenti culturali per rafforzare l'esigenza incoscia d'imitazione. Un concetto, questo dellimitazione, che ha esercitato un particolare fascino nella psicologia sociale S-R (stimolo-risposta) a causa dell'evidente ruolo che i fattori imitativi possono giocare nella spiegazione di molti comportamenti sociali. Ricordiamo le ricerche di J. Dollar e W. Miller del 1941 e quelle di A. Bandura e R. H. Walters del 1959. Per S. E. Asch "noi ci influenziamo l'un con l'altro [...] per mezzo di emozioni e di pensieri". (*) Secondo Le Bon la conoscenza delle folle dimostra come queste [...] non si lascerebbero mai guidare da un'astratta e teorica  imparzialità. Si lasciano invece sedurre dalle impressioni che qualcuno è riuscito a far sorgere nel loro spirito."
Le recenti scoperte degli studi neurologici hanno confermato la tesi di Asch: "noi ci influenziamo l'un con l'altro" (incosciamente tramite i neuroni che - in modo misterioso ma reale - mandano dei segnali (messaggi) ai neuroni circostanti che replicano il segnale ricevuto). Messaggi impalpabili come "le emozioni e i pensieri" ma pur sempre reali e di un certo peso. Sono stati chiamati "neuroni a specchio" proprio per sottolineare la straordinaria capacità imitativa e replicante.
Pertanto la suggestione (fenomeno psicologico per cui un convincimento, un'idea, un'aspirazione si impongono alla coscienza per azione diretta o indiretta di un'altra personalità o comunque in virtù di una forza esterna cui non si riesce ad opporre una resistenza critica *) è il risultato finale delle forze congiunte (variabili) dell'imitazione e dell'informazione se non criticamente vagliate. A proposito di informazione, riprendiamo sempre dal citato numero di Sociologia:
"Nella complessa realtà in cui viviamo è impossibile che il singolo individuo possa verificare di persona i fatti essenziali relativi alla maggior parte degli oggetti: egli deve necessariamente dipendere da quanto gli dicono gli esperti. Per i bambini, gli esperti sono soprattutto i genitori; per gli studenti sono gli insegnanti e gli autori dei libri preferiti; la persona religiosa si affida ai preti; lo scienziato ad altri scienziati specializzati nel suo campo. Così ha sentenziato J. K. Galbraith, specificando che tutti amano vedersi come classe dirigente sacerdotale con un sapere o una mistica inaccessibili all'uomo comune [...] Del resto, A. A. Innis ritiene che la forma fondamentale del potere sociale sia il potere di definire che cos'è la realtà e, a questo proposito, indica il potere fondato sul monopolio della conoscenza che la Chiesa aveva nel Medio Evo, quando la capacità di predire il futuro e di raccogliere nei monasteri la conoscenza ufficiale dell'esperienza umana produceva un sistema di pensiero completo attraverso il controllo della parola, dei rituali, delle arti, secondo una visione ufficiale della realtà e del mondo." (*)
Che - ai giorni nostri - altro non è che la capacità di formare, inculcandola attraverso i mass-media, la cultura, i riti, quell'opinione generalista  che è alla base degli stereotipi sociali.

(*) Vedasi la puntata del 3 dicembre
(*) In Scritti sociologici, Utet Torino 1976
(*) In Psicologia sociale, Sei Torino 1974
(*) Vocabolario illustrato di Devoto-Oli 
(*Citato da Ferrarotti in La Storia e il quotidiano
(17 - continua)