In conseguenza dei tagli finanziari agli enti pubblici, da qualche anno in vigore, per risanare il bilancio nazionale stiamo assistendo a trasferimenti di personale, mansioni e gestione da un'ente all'altro; è come lo spostamento delle pedine nel gioco della dama: l'ente più ricco mangia quello più povero. C'è una società pubblica che non produce utili o è addirittura in passivo? La si accorpa ad una in attivo. In questo modo, come nella statistica del poeta romano Trilussa, non si saprà più chi produrrà reddito e chi no. Una cosa però è certa: l'ex società in attivo, accollandosi i debiti e il personale dell'altra azienda, vedrà crollare i profitti.
Due consiglieri comunali di Venezia, Renzo Scarpa del gruppo misto e Gianluigi Placella del Movimento 5 stelle, in una loro interrogazione hanno confermato quanto sopra. La città di Venezia è proprietaria al 51% della società Veritas che offre il servizio idrico integrato a venticinque comuni della provincia di Venezia e Treviso detenendo la proprietà di impianti e macchinari; sulla stregua di quanto avvenuto a Torino e Napoli i due consiglieri in presenza di un accorpamento della società Veritas (con i suoi 400 addetti) con altro ente comunale hanno proposto di riconsiderare la decisione per costituire un'azienda speciale di diritto pubblico finalizzata alla produzione, erogazione e gestione del servizio idrico integrato, senza fini di lucro anche in via indiretta.
Tra le altre cose dall'interrogazione emerge che le due aziende in corso di fusione hanno contratti nazionali di lavoro diversi: uno a carico della Federgasacqua, l'altro alla Federambiente.