Le recenti elezioni amministrative, che hanno interessato circa sette milioni di cittadini hanno dato un grande risultato di maturità, nel senso che - come nelle democrazie consolidate - l'affluenza alle urne è stata bassa, la peggiore di tutte le precedenti.
L'espressione del voto si è sempre basata su due motivazioni semi-inconsce: la soddisfazione di un bisogno e la fiducia in un valore idealizzato. I bisogni preminenti del dopoguerra sono stati il lavoro, la casa e la sicurezza, i valori nella scelta fra quelli comunisti e quelli occidentali. Con la caduta del muro di Berlino e la normalizzazione dei rapporti tra Usa ed Urss i valori si sono trasferiti nella competizione tra la Chiesa e i nuovi diritti civili mentre i bisogni sono rimasti pressappoco gli stessi.
In sessanta anni la società ha mutato tecnologia e comportamenti, la fiducia nella politica quale realizzatrice delle attese dei cittadini è venuta meno per privilegiare l'occupazione delle istituzioni al fine di risolvere i propri problemi o quelli dell'ambito amicale, essendo ormai entrati in una società sensistica ove predomina la soddisfazione personale a scapito dei valori e della società.
L'espressione del voto sta divenendo la rappresentanza di interessi particolari del gruppo, del cittadino, del quartiere e non di ideologie, scelte di campo o di personaggi: si vota in base all'ambito di appartenenza sociale intorno alla richiesta di una realizzazione concreta, concordata da una pluralità di persone intorno ad un candidato da loro scelto.
La strada sotto casa, il parco comunale più vicino, la scuola per il figlio, il resto non interessa e, per la loro realizzazione si cercano i cittadini nelle stesse condizioni; se non si hanno interessi o privilegi da difendere non si partecipa più alla vita politica nel presupposto che ormai la politica è sinonimo di interessi. Così come in molti paesi esteri: se non si hanno interessi particolari da rappresentare non ci si reca alle urne nel presupposto che gli eletti attueranno solo quello di cui saranno portatori d'interessi.
La politica non è più percepita come elaborazione e mediazione ma come una cambiale da onorare!