Secondo fonti governative e della Banca d'Italia il nostro Paese è a rischio di tracollo economico simile a quello della Grecia, mentre il governo sta "ragionando" sulle priorità e i provvedimenti da prendere lasciandosi un margine di tempo di tre/sei mesi; invece le necessità di cassa mostrano un buco incolmabile.
Nel 2014 dovremo restituire all'Europa (principalmente Germania e Francia) quaranta miliardi di euro, entro il corrente anno serviranno 10/12 miliardi di euro per far fronte alla ipotizzata riduzione delle entrate derivanti dall'imu sulla prima casa, sul rinvio dell'aumento dell'iva e sull'alleggerimento del cuneo fiscale alle aziende. Evidentemente non tutte le misure di contenimento fra le tre imposte citate potranno essere attuate per mancanza di entrate mentre è possibile ipotizzare un veloce drenaggio fiscale dalle somme dei conti correnti dei risparmiatori (in quanto gli evasori hanno altre vie per i loro depositi e movimenti finanziari) e il rincaro della benzina e tariffe pubbliche. Ogni altra misura di prelievo fiscale (vendita immobili pubblici, maggiore incisività verso gli evasori e i patrimoni, ecc.) ha tempi lunghi di attuazione ed esiti incerti. Inoltre ogni aggravamento di tasse ed imposte invece di portare maggiore denaro nelle casse pubbliche favorirebbe l'evasione.
Occorrono misure rapide, drastiche ma eque. Per esempio rivedere i coefficienti di ricchezza aumentando le imposte sui beni, in proporzione al loro valore; quindi spostare l'introito dal patrimonio della persona (privilegiando e salvaguardando le normali spese famigliari) a quello sui consumi, cioè gli acquisti immobiliari, la benzina, i beni di lusso, gli accessori e i servizi quale compensazione al minor gettito derivante dai patrimoni. Sarebbe una tassazione equa poichè basata sul consumo e non sulla ricchezza personale spesso creata col lavoro o i risparmi e quello che le famiglie non pagheranno di imposte personali è prevedibile che lo spenderanno in consumi agevolando la ripresa economica.
Purtroppo un programma di difficile attuazione nei momenti di recessione, come l'attuale.
Purtroppo un programma di difficile attuazione nei momenti di recessione, come l'attuale.