giovedì 11 novembre 2010

Come si forma l'opinione

Una formula algebrica di Mario Del Vescovo, docente di "Principi di doxologia" all'università internazionale Pro Deo (ora Luiss), correlava il numero degli utenti avvicinati, la lunghezza dell'arco temporale  e l'ampiezza del territorio raggiunto, alla capacità di penetrazione e convincimento dell'opinione pubblica. In altre parole: più cresce il numero delle persone raggiunte e vengono ribadite certe affermazioni e più il popolo si convince di quanto appreso, aumentando il numero di coloro che - senza un esame critico - "credono" istintivamente perchè così la pensa la maggioranza della gente. In parole semplici è il meccanismo della formazione dell'opinione pubblica (doxa=opinione, logos=parlare) e la capacità dell'influenza della televisione per la sua possibilità di entrare in casa, rappresentare l'attualità e persistere nell'arco della giornata.
Il potere di convincimento dei giornali è minore in quanto l'acquisto è un atto di volontà del lettore, al contrario della tv che spesso rimane accesa anche senza essere seguita o su programmi non graditi e quindi subiti. Inoltre la lettura presuppone l'adesione o la critica di quanto letto, tant'è che i lettori abituali di questo o quel quotidiano si identificano con la linea editoriale o lo scrittore preferito, rafforzando le loro convinzioni. E' lo stesso meccanismo della ripetizione, della vox populi, del "si dice", del "lo ha detto"....
Un vecchio adagio dice che l'oste alla domanda se il suo vino è buono risponde in modo affermativo. Ogni giorno possiamo constatare che qualsiasi venditore decanterà la sua merce così come il politico i programmi del suo partito. Se non siamo intenditori di quel prodotto o studiosi della politica come possiamo discernere il vero dal falso? I politici, come le religioni, parlano del futuro o di asserzioni non dimostrabili scientificamente, infatti in entrambi i casi siamo in presenza di vere e proprie ideologie. Il discorso non cambia anche quando ci parlano di cose avvenute nel passato ma arricchite da enunciazioni indimostrabili in quanto non ripetibili.
I demodoxaloghi della Sidd sono molto attenti non tanto a chi dice o a quello che si dice (o si scrive) ma "come" (il tono), "quando" (il tempo) e "dove" (il luogo),  oltre ai silenzi o mezze ammissioni. Questo in quanto secondo Max Nordau esiste un contrasto tra l'agire e il modo di pensare come se si vivessero "due vite, una esterna e l'altra interna, le quali a vicenda si deridono e sono in perpetua contesa". Un modo di approccio all'analisi della comunicazione che abbiamo presentato su Scienza & Tecnica, il periodico della Sips (Società Italiana per il Progresso delle Scienze), n. 313 anno LXI, ottobre 1996.