martedì 9 novembre 2010

Il mondo cambia

Nell'editoriale della rivistina culturale Sapere 2000 del 19 maggio1984, scrissi che secondo Arrigo Ardigò:
"ci troviamo nella fase di equilibrio instabile preconizzato nel '20 da Alfredo Pareto, ove si contrappongono due forze: una accentratrice e l'altra decentratrice. Il risultato non genera una crisi (trapasso fra il vecchio e il nuovo) ma sviluppa l'emergenza di varie tendenze, interessi e sentimenti. Da una parte il bisogno di autorità e gerarchia (forza centripeta) dall'altro la spinta a corporativismi particolari ed aree di immunità per violare la legge senza essere colpiti (forza centrifuga) [...] una discriminazione reale esiste sul mercato del lavoro. La centralità del ruolo femminile all'interno della famiglia, la contrazione della spesa pubblica. l'introduzione di nuove tecnologie operano per un ritorno a casa delle donne [...] Il lavoro [...] non è più al centro della vita collettiva. La proprietà, i modelli di consumo e le relazioni sociali avvolgono e sopravanzano l'esperienza di lavoro [...] per uscire dalla crisi mondiale occorrerà adottare, tra le altre iniziative, sia il part-time sia lo job-sharing, vale a dire la suddivisione fra più persone di un lavoro oggi svolto da un singolo addetto. Iniziative che richiedono una mentalità nuova legata al soggettivismo etico (di singoli e di piccolo gruppo) e non, come appare in superficie, a motivazioni politiche e sociali. [...] E' un problema culturale, ha affermato Adolfo Beria di Argentine. Il discorso si sposta pertanto su come saranno la scuola ed il libraio negli anni duemila [...] occorrerà un più alto grado di specializzazione e una più qualificata formazione professionale".
(In redazione: Antonietta Casano, Flavio Ceneda, Tullio Giannotti, Paola Mauti, Roberta Quattrocchi e Donatella Tocchio) 
E' passato un quarto di secolo: abbiamo assistito al dilagare dell'informatica (dal computer al telefonino), il passaggio dalla prima alla seconda repubblica, l'avvicendarsi delle presunte riforme scolastiche, nuovi soggetti politici, interventi armati e mutamenti di scenari internazionali. Cosa è cambiato? Quali nuove strategie sono state elaborate per fronteggiare la crisi economica-sociale? L'evoluzione è lenta, forse troppo; a questo punto occorre chiedersi perchè e chi ha le redini che frenano il popolo-bue sulla strada di un civile progresso. [2 - continua]