martedì 30 novembre 2010

L'11 settembre diplomatico

Un personaggio come il ministro degli Esteri  Franco Frattini, apprezzato per il suo senso di prudenza e pacatezza, seguendo l'esempio dell'amministrazione Usa ha dichiarato, prima ancora di conoscere i documenti, che quanto rivelato dal sito Wikilesks sarebbe stato l'11 settembre della diplomazia mondiale. In seguito a tali esternazioni ci aspettavamo di conoscere chissà quali torbidi segreti ma l'attesa è stata delusa.
I documenti in questione, ci hanno spiegato, sono stati carpiti dalla rete internet (sicuramente non protetta a sufficienza) usata dai diplomatici degli Stati Uniti d'America. Qualche maldicenza, alcune illazioni, notizie tratte dalla cronaca politica mischiate con informazioni riservate di politica estera. Del resto, sappiamo quale è il compito degli ambasciatori: rappresentare il governo presso il paese che li ospita; pertanto, avendo nulla o quasi da fare, il loro tempo lo passano tra una chiacchiera e l'altra con i colleghi di altre nazionalità, scambiandosi informazioni che inviano come "riservate" ai propri governi.
Ma, nelle sedi diplomatiche, oltre al personale ci sono (specie durante le cerimonie) anche dei camerieri che, passando con il vassoio, carpiscono qualche pettegolezzo e lo riferiscono in famiglia, agli amici e anche a qualche giornalista; costui ne parla con l'amico addetto stampa all'ambasciata per avere conferma della diceria e l'addetto riferisce subito la notizia all'ambasciatore che trova così la conferma di quanto riferito dal suo collega. E' la stessa informazione che ha fatto un giro a 360 gradi e pertanto è creduta vera! Negli anni '60 vicino alla sede del quotidiano Il Messaggero esisteva un bar che era il ritrovo degli spioni di tutte le nazioni per scambiarsi le informazioni (una specie di borsa dei "segreti"), tant'è che a volte entrava - per esempio - l'agente segreto americano che chiedeva al cameriere se l'agente cinese fosse già passato.
Esistono poi gli analisti che leggono tutto quello che possono per ricavare quella noticina utile da collegare a fatti noti; non per nulla, diceva il presidente degli Usa Harry Truman "è dalla stampa che ricaviamo il 99% delle notizie segrete". Quanto apparso su Wikileaks non è nulla di nuovo rispetto a ciò che già si sapeva: attacco a Google proveniente dalla Cina, stati arabi contro i cugini iraniani, affari dell'Italia con la Russia e la Libia, dollari destinati all'Afganistan finiti alle mafie locali, ingerenza degli Usa nelle altrui politiche e tante altre notizie, tra cui quella che a Silvio Berlusconi piacciono le donne giovani e belle. Certo ci voleva l'intelligence per svelare le abitudini del premier in fatto di sesso!
Stante quanto sopra e nel chiederci chi finanzia la complessa organizzazione di Wikileaks riteniamo che le rivelazioni non siano altro che un attacco al presidente  Barak Obama e al suo vice Hillary Clinton, per indebolirli sul piano internazionale e, di converso, su quello interno in vista dell'aumentato seguito degli oppositori repubblicani.