venerdì 28 gennaio 2011

Il diagramma di Chalmer

Il professore di matematica al St. Andrew's University, un certo Chalmer, è passato alla storia della scienza per averci lasciato il diagramma sopra riprodotto. Di lui non abbiamo altre notizie, neppure dopo aver consultato la Encyclopaedia Britannica;  il diagramma pubblicato da R. Kerr in Morocco after twenty-five years (London 1912) fu ripreso nelle dimostrazioni di Toddi e nel libro Geometria della realtà e inesistenza della morte (De Carlo editore, Roma 1947). Dalla fine degli anni '80 il concetto è entrato a far parte della filosofia demodoxalogica, nel senso che progredendo nella conoscenza si amplia il bagaglio delle distinzioni e delle sottigliezze ma resta immutato (cambiano i nomi e le interpretazioni) il sapere basilare che già avevano le precedenti civiltà, fin dal tempo dei sumeri. Nelle grandi riflessioni come negli avvenimenti della vita quotidiana. Facciamo dei semplici esempi.  
Acqua, terra, fuoco, aria erano secondo i filosofi dell'antica Grecia i quattro elementi naturali all'origine e causa di tutte le cose. Dopo secoli di scoperte e modernità il concetto dei quattro elementi rimane, anche se essi assumono diverse denominazioni e passaggi chimico-fisico-gravitazionali. Così è per le forze "opposte" negative e positive portate in dote da Anassimandro (610-545 a. C.)  ai paesi occidentali e nello spirito di quelle estremo-orientali; nel percorso della Terra nello Spazio, nei cicli delle maree, delle pulsazioni, della crescita, e così via. Ogni nuova scoperta amplia la dimensione delle cose ancora da scoprire, con il rischio di perdersi nella confusione del moltiplicarsi della conoscenza facendoci allontanare dai primitivi concetti.
Anche il comportamento umano è ripetitivo, magrado secoli di civilizzazione, poichè risponde a stimoli cerebrali e muscolari di difficile assoggettazione estracorporea. In una lite il più facinoroso è colui che ha torto come nel condominio: chi più si lamenta è proprio chi non osserva le regole del vivere civile. Il venditore più suadente e convincente è quello che imbroglia mentre la starletta che è arrivata al successo passando attraverso vari letti è quella che si atteggia a vestale della virtù. Ci sono delle spiegazioni psicologiche e sociali che ci fanno capire il motivo e il percorso di tali comportamenti inconsci, che in parte si riallacciano alle teorie di Max Nordau.
Come decano dei demodoxaloghi posso dare un'indicazione: chiedersi non cosa il soggetto stia dicendo ma perchè, in che luogo (negozio, tv, assemblea, ecc), quando (dopo l'avviso di una comparizione, di un articolo di giornale, ecc) e a chi (opinione pubblica, condomini, colleghi d'ufficio, ecc) si sta rivolgendo. In sostanza: perché ora? perché qui?