Nei post del 4, 13, 14 e 17 scorsi abbiamo citato Paolo Orano, al quale va la primogenitura dello studio scientifico dell'opinione pubblica con la conseguente invenzione della demodoxalogia e dell'importanza della informazione (scritta, orale, visiva) ai fini sia del rilevamento che dell'indottrinamento dell'opinione pubblica.
Oggi mostriamo la copertina e una pagina del fascicoletto che riporta la prolusione di Orano al primo corso Storia di Giornalismo svolto nell'anno accademico 1928 nell'ateneo di Perugia. Le argomentazioni del futuro rettore dell'università statale perugina, sono il nocciolo da cui hanno preso lo spunto tutti i successivi autori italiani (quasi tutti suoi allievi) che hanno trattato della storia, nascita, metamorfosi e morte delle opinioni pubbliche; del loro imbrigliamento e dei rapporti del giornalismo con la storia e, in sostanza, con l'ambiente sociale e geografico ove la cronaca diventa storia.Paolo Orano, nato nel 1875 e deceduto nel 1945, militò nel partito Socialista ma nel 1906 ne uscì per aderire nel 1921 al partito d'Azione che lo fece eleggere in Parlamento. Nel 1923 passò al Partito nazionale fascista divenendo un teorico e divulgatore della dottrina fascista, sino a giustificare la censura; nel 1944 fu rinchiuso nel carcere di Padula ove gli americani concentrarono coloro che furono fascisti. Nel 1939 il re lo aveva nominato senatore, nel 1936 era stato eletto rettore dell'università di Perugia.
Molto prima di altri studiosi internazionali di nota fama scrisse, nel 1902, il saggio Psicologia Sociale, mentre i testi di colui che è considerato il padre della psicologia sociale, Kurt Lewin, risalgono al 1936. E' questo il motivo per il quale è considerato l'artefice dello studio scientifico dell'opinione pubblica e il fondatore della disciplina demodoxalogica, divulgata alla sua morte dall'assistente Federico Augusto Perini-Bembo.
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